DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - ECLETTICHE MA BELLISSIME FANTASIE FINALI IN ATTESA DI FINAL FANTASY XVI CHE ARRIVERÀ A GIUGNO, OVVERO QUELL’INCANTEVOLE ENCICLOPEDIA INTERATTIVA MUSICALE E DELL’IMMAGINE CHE È IL RITMICO, SPASSOSO E VIRTUOSISTICO "THEATRHYTHM FINAL BAR LINE" E IL MAGNIFICAMENTE BIZZARRO "STRANGER OF PARADISE FINAL FANTASY ORIGIN", SOTTOVALUTATO GIOCO DI RUOLO D’AZIONE DEL QUALE È USCITA L’ULTIMA ESPANSIONE... - VIDEO

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Federico Ercole per Dagospia

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Canta che ti passa, oppure suona, gioca a suonare o almeno batti un ritmo. La musica consola e migliora, guarisce e quasi sempre non importa che musica sia, ognuno ha quella che si merita da amare e con la quale lenire timore e dolore. Tuttavia quando la musica è quella di Final Fantasy e il gioco consiste nel ritmarla tramite virtuosismi digitali da concertista del controller, allora si verifica un particolare incanto per l’appassionato, una dialettica epica tra l’esperienza ludica e il ricordo, o meglio la celebrazione, di antiche epopee elettroniche.

 

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Mancano pochi mesi all’avvento della sedicesima fantasia finale, settimane minacciose di spettri atomici e guerre che non si estinguono ma si alimentano, ma nella speranzosa attesa di giugno possiamo comunque naufragare nella rimembranza delle sinfonie fantastiche di Square-Enix con il difficilissimo da scrivere e pronunciare ma più che accattivante Theatrhythm (una composizione tra “Theatre” e “Rhythm”) Final Bar Line uscito per Nintendo Switch e Playstation 4.

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Si tratta di un gioco fondato sulla ritmica, un “rhythm game” nel quale passiamo in teatrale rassegna tutti Final Fantasy e oltre premendo i tasti a ritmo delle loro quasi sempre straordinarie colonne sonore. Il teatro, ma può essere anche il cinema come luogo, è perché mentre premiamo i tasti in ritmico ludibrio vediamo scorrere le immagini della fantasia finale selezionata partecipando attivamente ai combattimenti come in un gioco di ruolo da suonare, che in inglese sarebbe la stessa cosa, “to play”. 

 

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I personaggi di Final Fantasy che vediamo combattere sullo schermo e trionfare contro i nemici in base all’efficacia della nostra esecuzione sono disegnati con un’arte deliziosa che li raffigura come pupazzetti , ma ci sono delle battaglie ritmiche “evento” durante le quali assistiamo al susseguirsi delle scene animate e dei filmati in computer grafica che intervallavano con la loro narrazione le varie epopee, segmenti ludici strepitosi e commuoventi nell’alimentare passione e rimembranze con suoni e immagini. Da vedere e rivedere il filmato introduttivo di rara bellezza, con la sua epica tenerezza.

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VISTA, UDITO E TATTO

Si tratta di una raccolta enciclopedica di musiche, perché ce ne sono centinaia da sbloccare vincendo e da collezionare, per poi avere anche solo il piacere di ascoltarle senza giocare in una magnifica collezione. A queste si aggiungeranno tramite espansione altre melodie provenienti dall’altrove di giochi extra-final fantasy come Nier, Octopath Traveler, Xenogears e Chrono Trigger.

 

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Theatrhythm Final Bar Line possiede una interessante meccanica di potenziamenti da gioco di ruolo giapponese che coinvolge l’organizzazione del proprio party di eroi. Inoltre si può giocare cooperando, oppure sfidando altri giocatori online. Al tempo di una musica e di un’immagine che astrae per la durata atemporale della sua dimensione artistica che coinvolge i sensi e la mente, non si realizzano le ore trascorse giocando a questo scacciapensieri che risulta davvero complesso solo se si decide di giocare nelle modalità più ostiche, ma risulta accessibile anche per un pubblico più vasto.

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Una digressione “potteriana”.  Theatrhythm Final Bar è una vera “lettera d’amore” per i fan della serie di Square-Enix, altro che il mediocre e ripetitivo Hogwarts Legacy che è stato più volte definito così nelle recensioni e negli approfondimenti durante i giorni del suo lancio. Hogwarts Legacy è un’opera  superficiale e furba, senza sentimenti, ispirata al mondo magico della Rowling, geniale inventrice dell’ancora appassionante saga di Harry Potter ma ormai discesa in un’acrimoniosa, insopportabile lotta personale contro i diritti delle persone trans. 

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Tornando a Theatrhythm Final Bar Line c’è una versione dimostrativa gratuita da scaricare nei negozi digitali di Sony e Nintendo. Assolutamente da provare, ci sono già una trentina di musiche-gioco, tra le quali quelle di Final Fantasy VII.

LA GRANDEZZA TROPPO  IGNORATA DI STRANGER OF PARADISE FINAL FANTASY

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C’è un’altra fantasia finale da giocare nell’attesa di Final Fantasy XVI, è uscita l’anno scorso ma è stata purtroppo  schiacciata da Elden Ring, Horizon Forbidden West, Triangle Strategy e Ghostwire Tokyo. Siccome è uscita da poco l’ultima espansione di quest’eclettico Final Fantasy è doveroso rammentare questo troppo ignorato videogame. Si tratta di Stranger of Paradise Final Fantasy Origin, un gioco di ruolo d’azione per Playstation e Xbox talvolta equivocato come “soulslike” (il genere degli epigoni di Dark Souls, ma non lo è affatto) che riscrive in una chiave inedita e profonda il racconto del primo episodio di questa serie che ormai ha trentacinque anni, immaginandosi un preludio.

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Vi si narra la storia dell’immemore e confuso Jack e dei suoi compagni giunti in un mondo favoloso minacciato da un’entità astratta, forse esistente o forse solo immaginata, detta Chaos. L’inizio è notevole, dopo una scena d’animazione spettacolare diretta con la consueta abilità e arte, vediamo Jack in un campo di grano (tipo sogno del Gladiatore) accompagnato da My Way di Frank Sinatra.

 

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La storia, considerata dai più insulsa, in realtà ha un suo valore  e risulta vieppiù interessante, strana e coinvolgente con le sue confusioni tra immaginario collettivo, memoria e illusione. Il sistema di combattimento è appagante, spettacolare, valido soprattutto perché consente al protagonista di cambiare “classe” con la semplice pressione di un tasto, trascorrendo ad esempio da mago a guerriero in un battito di ciglia. Più che pregevole e soprattutto varia risulta la sua ambientazione.

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Insomma non sottovalutate questa surreale e onirica  fantasia finale, perché con l’epica stramberia della sua narrazione che trascorre attraverso momenti addirittura “lynchani” e il fascino ludico della sua azione non merita proprio di cadere nell’oblio o peggio di essere derisa da chi non ha compreso la sua bizzarra grandezza. 

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