1- AD OGNI ANNIVERSARIO O DIATRIBA SU INDRO MONTANELLI SBUCA L'INDIGNAZIONE SU QUELLA "FAMIGERATA" PRIMA PAGINA DEL CORRIERE DEL 3 GIUGNO 1977 QUANDO, GAMBIZZATO DALLE BIERRE, VENNE "CENSURATO" IL NOME DEL GIORNALISTA DI FUCECCHIO - 2- CERTO, IL TITOLO DI APERTURA NON FA CENNO ("I GIORNALISTI NUOVO BERSAGLIO DELLA VIOLENZA"), NÉ DI MONTANELLI NÉ DI VITTORIO BRUNO (L'ALTRO GIORNALISTA FERITO). MA SE LO SGUARDO DEL LETTORE SCENDE DI POCHI CENTIMETRI DALL'HEADLINE ECCO BRILLARE QUATTRO COLONNE DI INTERVISTA DI ENZO BIAGI ALL'AMICO INDRO - 3- è BELLISSIMA, L'ABBIAMO RICOPIATA PER VOI: "NON È COSÌ CHE POSSONO FOTTERMI. POSSONO ACCOPPARMI, D’ACCORDO. MA SE PENSANO CHE MOLLI, SI SBAGLIANO DI GROSSO" -

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1- DAGOREPORT
L'ultimo a sottolineare il "fattaccio" è stato Pietrangelo Buttafuoco su "Il Foglio"
: "..."giornalisti gambizzati". Come scrisse il Corriere senza mai fare il nome di Montanelli ma, gambizzato o meno, lui si salvò perché ricordò l'insegnamento dei Balilla: "Morite in piedi". Restò in piedi e fermò l'emoraggia".

MONTANELLI NEI PRIMI ANNI CINQUANTAMONTANELLI NEI PRIMI ANNI CINQUANTA

Ecco: l'indignazione su quella prima pagina del quotidiano "censurata" del nome del giornalista di Fucecchio, si carica, ad ogni anniversario o diatriba, di accenti sempre più livorosi. Anche Dagospia ha fatto la sua parte. Fino ad oggi. Un lettore ci ha inviato il pdf integrale della prima pagina del giornale diretto da Piero Ottone del 3 giugno 1977.

Sì, certo, l'apertura non fa cenno nel titolo ("I giornalisti nuovo bersaglio della violenza"), né di Montanelli né di Vittorio Bruno (l'altro giornalista ferito dalle Brigate Rosse). Ma basta lo sguardo scenda di pochi centimetri per veder brillare, sempre in prima, quattro colonne di intervista della penna di punta del Corriere, Enzo Biagi, all'amico Montanelli - come riportiamo qui di seguito.


2- CRONISTA DEL SUO FERIMENTO
Enzo Biagi intervista Indro Montanelli dal "Corriere della Sera" del 3 giugno 1977

L'ho visto a mezzogiorno, subito dopo l'intervento. C'era un po' il clima da "Asso nella Manica", quella tensione da edizioni straordinarie: fotografi, TV, radio, si accalcavano davanti alla porta, stanza 210. "Sono ancora qui" mi ha detto, e ha sorriso. Appena un po' pallido, ma sereno.

montanelli con la sua macchina da scriveremontanelli con la sua macchina da scrivere

Molti sono poi entrati nella camera, in quell'aria calda, che sapeva di disinfettante. Mi sono allontanato. Sul marciapiede, stava arrivando Giorgio Bocca; è uno, anche lui, che sgobba, non si era fatta la barba, mi sembrava che avesse gli occhi rossi: "E adesso - ha detto - a chi tocca'".

Sono tornato verso sera, C'erano due agenti in borghese, in piedi nel corridoio, è ho pensato che la patria si potrebbe servire anche seduti. Abbiamo un po' chiacchierato, non pareva neppure stanco. Gli stavano facendo la fleboclisi.

"È successo verso le dieci. Ero appena uscito dall'albergo. Passeggiavo ma non pensavo a niente; andavo, come sempre, in redazione. Mi hanno sparato alle spalle, da tre passi, sai, come delle sassate brucianti, che ti vanno dentro. Mi sono girato, ma ero confuso, mi hanno mostrato molte foto, ma non me la sento di dire: li riconosco"

Come erano?
Giovani, venticinque, forse trenta. Due giardinieri li hanno visti".

Te l'aspettavi, sai, dicono, i presentimenti...
Ero armato, ma per fortuna non ho avuto il tempo neppure di fare il gesto. Allora, avrebbero magari mirato alla testa. Hanno tirato in basso, è un avvertimento.

Non avevi mai ricevuto minacce?
No, ma mi sembra che questo sia un incontestabile consiglio. So che ormai il nostro mestiere comporta dei rischi: è nelle regole del gioco. Ma ragionavo: che vantagio ci ricavano a prendermi a rivoltellate? Non gli conveniva. Forse morto; toglievano di mezzo un tipo scomodo. Non hanno fatto un buon affare. Ma così? Non possono illudersi che mi fermi"

piero ottonepiero ottone

È stata dura l'operazione
Niente. Il professor Malan manovrava il bisturi e mi raccontava delle storielle. Certo, bastava che le pallottole arrivassero un po' più in là. Anche stavolta è andata diritta.

Sul momento, non ti sei reso conto di quanto stava accadendo?
Neppure la gente, neppure dei colleghi che erano poco lontano. Hanno visto uno scivolare lentamente, cadere, due che fuggivano, si è formata una piccola folla, e qualcuno ha detto: "È Montanelli".

Secondo te, vale ancora la pena di continuare?
Più costa, più c'è ragione"

Ti hanno detto chi sono gli attentatori. Lo sai?
Le Brigate Rosse, pare. Qualcuno dice che io sono un fascista: e sta bene. Anzi, non sta bene affatto. Ma quelli che vanno in giro con la pistola che cosa sono, dei buontemponi o dei violenti? Allora che cos'è: una rissa, una faida tra camerati?

Il giovane Enzo BiagiIl giovane Enzo Biagi

Ti meraviglia che sia finita così?
No. Prima un industriale, poi un giudice, poi un poliziotto, poi un avvocato, poi un giornalista: c'è una logica, se rifletti. O tutti nel coro, o tutti zitti. Come sta Bruno, quello di Genova?

Meglio. Lui è ferito anche a un braccio, ho visto. Se lo beccavano giusto , finiva come un colabrodo.
E quello che è? Non mi pare un reazionario, un conservatore

Le strade dell'odio sono infinite. Nel '45 ci furono dei poveretti che vennero fatti fuori solo perché avevano la barba e assomigliavano a Teruzzi (????? NdR). Scommetto che stai pensando al peggio; forse, stasera...
No, sarebbe di cattivo gusto.

Corriere-Della-Sera_03061977Corriere-Della-Sera_03061977

Gli portano il termometro, continuano ad arrivare telegrammi, Colette, la moglie, scappa di continuo a rispondere al telefono. Riprende:
Domani, spero, potrò sedermi in poltrona. Poi, si vedrà

E come ti senti?
Non lo vedi? Hanno già apparecchiato: tra poco servono la minestrina.

Mi hai capito; non divagare
Sono tranquillissimo. Non è così che possono fottermi. Possono accopparmi, d'accordo. Ma se pensano che molli, si sbagliano di grosso.

Sul tavolinetto, ci sono rose, un'orchidea, pacchi di lettere, di biglietti, e chissà chi l'ha portata, una macchia da scrivere.
Dice che vuole vedere, vuole sapere come faranno domani il suo giornale. Io sono della concorrenza, e me ne vado.

 

 

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