POLVERINI ERI E POLVERINI RITORNERAI!- IL RIGORE DI CAVOUR CHE NON SI APPROPRIò NEANCHE DI UNA TROTA DI PROPRIETà PUBBLICA (E IL DIPIETRISTA CHE INVECE SI PRENDE 130MILA € DI RIMBORSI SPESE per partecipare alle riunioni del Consiglio provinciale di Pescara) – OLIVER STONE ROTOLA E METTE IL NAZISMO IN MANO ALLE CORPORATION E MIRA AD AHMADINEJAD…

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1- LA TROTA DI CAVOUR...
Massimo Gramellini per "la Stampa"

cavour camillo bensocavour camillo benso

Dall'archivio di Cavour è spuntata una lettera all'alleato Urbano Rattazzi in cui, fra il serio e il faceto, il Conte denuncia il suo imbarazzo per aver ricevuto in dono una trota pescata in acque demaniali, quindi di proprietà pubblica. Va detto che gli scrupoli di quel grand'uomo abbracciavano pesci anche assai più grossi: quando il banchiere Rothschild gli propose una speculazione finanziaria sui titoli di certe ferrovie, Cavour lo ringraziò come amico, ma lo diffidò come presidente del Consiglio dal fargli proposte che contenessero un così lampante conflitto di interessi.

Il senso dello Stato di Camillo Benso (per il resto politico spregiudicatissimo, come devono essere, purtroppo, i politici) mi è tornato alla mente nel leggere l'ultimo sperpero della casta contemporanea: l'incredibile storia del consigliere dipietrista Attilio Di Mattia, il quale risiede a Vienna, ma ogni anno riceve 130 mila euro di rimborsi spese per partecipare alle riunioni del Consiglio provinciale di Pescara, di cui è membro. Già sembra allucinante che a chi vive a Vienna sia consentito di far politica a Pescara.

di pietrodi pietro

Non so cosa ne pensi Di Pietro. Ma immagino cosa ne avrebbe pensato Cavour, che pur essendo nobile, le parolacce le diceva, benché rigorosamente in dialetto. Per onestà devo riconoscere che negli anni non è cambiata soltanto la stoffa morale dei politici, ma anche la nostra. Mio padre, dipendente pubblico, mi impediva di usare le biro del suo ufficio perché, sosteneva, erano di proprietà dello Stato. Oggi per una frase del genere lo chiuderebbero in manicomio.

2- STONE: IL NAZISMO? "IN MANO ALLE CORPORATION"...
Luca Mastrantonio per "il Riformista"

Molti intellettuali in malafede o difetto di creatività applicano la storia controfattuale, ossia una narrazione in cui si immaginano i diversi esiti di eventi reali, alla storia tout court. Come? Spacciando per segreta una verità tutta da dimostrare oppure cambiando il giudizio politico sui fatti storici. In attesa di cambiare il giudizio storico su fatti politici.

Oliver StoneOliver Stone

Così, parlando della sua miniserie in dieci puntate per riscrivere la storia del ventesimo secolo, Secret History of America (per la tv via cavo "Showtime"), Oliver Stone ha riabilitato Adolf Hitler: perché è stato «un facile capro espiatorio per la storia ed è stato ucciso troppo facilmente.

Non possiamo giudicare le persone solo come buone o cattive. Lui è prodotto di una serie di azioni. È causa - concede Oliver Stone nella conferenza stampa di presentazione della serie a Los Angeles - ma anche effetto. Le persone in America non sanno nemmeno la connessione che esiste tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale», ha spiegato il regista, convinto che per esempio nelle scuole si debbano raccontare i rapporti tra nazismo e società americane, «dalla GM all'IBM», per capire che «Hitler è semplicemente un uomo che avrebbero potuto facilmente essere assassianto».

StalinStalin

Poi, Stone ha elogiato la figura di Stalin, quasi un eroe, perché, «ha combattuto la macchina da guerra tedesca più di ogni altra persona». Nell'intervista non ha fatto menzione al patto Molotov-Ribbentrop. Possibile non sappia della connessione? All'esaurirsi della vena creativa, si è accompagnato il battito forsennato della sua vena cretina. Politicamente parlando, le uscite di Stone sono diventate sempre meno credibili. Di pari passo con suoi film che sono cineinterviste spacciate per documentari (ma si può chiamare documentario qualcosa che documenta una parte limitata e limitante della realtà? Si può documentare una moneta mostrando solo una faccia? Intervistare un despota è fare un documentario?). Ha iniziato con Fidel Castro, con una intervista sdraiata e simpatetica, poi ha bissato la docu-propaganda su Chávez.

Stone vorrebbe fare tris con Ahmadinejad, il leader iraniano che vuole la distruzione dello stato d'Israele e che agli occhi del regista deve apparire come un nuovo capro espiatorio della storia. In fondo Castro, Chávez e Ahmadinejad, per molti, non sono che surrogati politici, derivati di quel «capro espiatorio » di Hitler. Campione di un antisemitismo che oggi, purtroppo, si riverbera sempre di più nella retorica propagandistica di Iran, Cuba e Venezuela contro gli Usa e gli alleati ebrei.

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3- POLVERINI ERI E POLVERINI RITORNERAI...
Andrea Marcenaro per "il Foglio"

Attilio Di Mattia dell IDVAttilio Di Mattia dell IDV

Carissima Renata Polverini, ora che lei è diventata, per la destra, perfino più importante di quanto non sia sembrata la Debora Serracchiani alla sinistra; ora che (Bonino permettendo) farà senz'altro saltare il banco, che tutti la voterebbero, che lampeggia come un semaforo all'incrocio tra il genio e la semplicità, tra l'understatement e il Valore del Lavoro; ora che, modesta come una sindacalista, candida come il bucato, sexy come la Jotti e duttile come il pongo, ma caparbia come Vittorio Alfieri, è cercata da tutti, e che tutti la vogliono e decantano le sue qualità, fino al punto da lasciarci increduli all'idea di aver potuto fare a meno per anni di un talento come il suo;

ora che, prendendo confidenza col suo destino, lei arriva a illuminarci con originali concetti come il seguente: "A Rosarno bisogna salvaguardare, da un lato, i cittadini italiani, ma dall'altro procedere a una sana politica di integrazione degli, extracomunitari", il quale, ammettiamolo, è una genialata da restare di sasso; proprio adesso, si diceva, non dimentichi quel monito d'antàn: Polverini eri e Polverini ritornerai.

 

 

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