TAGLIO DI BARBA A FERRARA – “CABARET VOLTAIRE” DI BUTTAFUOCO è “LA Più SPAVENTOSA INVETTIVA MAI SCAGLIATA CONTRO LA DESTRA OCCIDENTALISTA” – LA DEDICA AL DIRETTORE DEL “FOGLIO” IN QUALITà DI “DESTINATARIO”…

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Filippo Ceccarelli per \"la Repubblica\"

Strani effetti anche un po´ beffardi determina lo scontro di civiltà, se dal nucleo più strenuo degli aspiranti crociati di Papa Ratzinger proviene non solo la rivendicazione del paganesimo, ma addirittura l´apologia dell´Islam. Il record del relativismo, a pensarci bene.
Illuminanti disfunzioni, effetti collaterali del pensiero teo-con a disdoro dei tanti propagandisti delle radici cristiane, atei e/o devoti che siano, comunque portabandiera di una religione trionfalistica, altoparlanti dell´esportazione della democrazia, fans dei falchi bombardieri del Pentagono, difensori di Guantanamo.

Se non si avesse il timore di immiserirne l´opera - che per impegno, originalità, stile e potenza di immagini trascende qualsiasi disputa guerriera o barbieresca - si potrebbe dire che con un colpo di scimitarra Pietrangelo Buttafuoco ha tagliato la barba a Giuliano Ferrara. Al direttore del Foglio è comunque dedicato, in qualità di «destinatario», questo temerario Cabaret Voltaire (Bompiani, 225 pagine, 18 euri). Sottotitolo denso di maiuscole: «L´Islam, il Sacro, l´Occidente», non è semplice gusto di epater les teo-con, né con una manifestazione di eccentrico sicilianismo riconvertitosi al Corano.

FallaciFallaci Oriana

Tra Buttafuoco e Ferrara, così come con parecchi altri del Foglio, su cui l´autore ha scritto a lungo pure meritandosi una querela (vinta) da parte di Oriana Fallaci, esiste un certo grado di affetto. Ebbene: quali reazioni susciterà nella tribù del Foglio e in tutto il centrodestra questa che suona come la più spaventosa invettiva mai scagliata contro la destra occidentalista?
Una destra «scimmiesca» ed «empia» che innalzando il «marketing delle libertà» e facendosi scudo di «quel fermacravatta che è il simbolo della Nato», massacra popolazioni inermi in giro per il mondo, mentre a casa sua ha da tempo messo a tacere ogni forma di trascendenza. Una destra pronta a scatenare, nella «caccia alle streghe» del terrorismo, l´inferno prossimo venturo nel Mediterraneo. Violenta, bugiarda, fanatica, razzista, populista e quindi ignorante, «superstiziosa della supremazia americana». Quella stessa che oggi bolla gli immigrati come terroristi così come ieri proclamava mafiosi «i paesani di Broccolino con i capelli unti di olio di oliva»; e che «si levò di mezzo con una bomba Enrico Mattei per le quattro miserabili trivelle di Gagliano Castelferrato», in Sicilia.
Altro non è, questa destra, che «una sinistra al culmine della sua fase senile». Guai ai think-tank che hanno sostenuto l´ideologia della civiltà: «patetico cristianismo», il loro, «deisti con il triangolo sul dollaro», «spacciatori di un dio fatto tacchino». Una vera e propria fatwa rivolta pure al Vaticano, che nulla fa oggi per salvare la vita del cristiano Tareq Aziz.
L´Occidente propone il pensiero unico e semplificato del consumo, ma intanto ha portato se stesso alla consunzione; è marcio, necrofilo, apocalitticamente buffonesco. Buttafuoco si concede il lusso della conferma descrivendo le cravatte indossate dagli sposi nei matrimoni gay, le nozze tra due sacerdoti anglicani, certe opere d´arte blasfeme come la Madonna che piange sperma, l´obbligo della bellezza senza pudore, «le donne attaccate alla carne, fintanto che carne resti attaccata attorno a loro».
La morte del sacro annulla il valore umano. Solo l´Islam oggi lo riscatta. «Il destino di Europa - profetizzò Goethe - è l´Islam temperato dai pomeriggi di Grecia». All´alba della storia europea c´è l´Iliade e poi gli dei romani costretti ad emigrare in Oriente. Sono i musulmani i veri eredi dell´antichità poetica e guerriera del continente, «il cuore remoto della Tradizione».

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Libro, com´è ovvio, discutibile e anzi discutibilissimo nell´assunto e nello svolgimento. Tanto ambizioso quanto facilmente etichettabile come «pericoloso», al punto che lo stesso Buttafuoco si augura di non finire «in qualche dossier anti-terrorismo». Molte e forti le ragioni di dissenso. Profonde, là dove si coglie un eccesso di bellicismo a proposito di scimitarre, bastonate e guerra santa (ce n´è di due tipi, comunque, e una anche interiore). Fin troppo facile dissentire quando ci si propone, con Maometto, di «abbattere tutto ciò che merita di essere abbattuto» - sulla titolarità della decisione essendo ogni dubbio il benvenuto. La speranza è che non sia preso a pretesto per un ulteriore incanaglimento anche perché offre un punto di vista inaspettato, è scritto bene e ricco di spunti. A cominciare dal «Cabaret Voltaire» del titolo, che era il locale di Zurigo dove si riunivano gli artisti dada. Proprio a un dramma di Voltaire, fondatore della tolleranza («Non condivido nulla di quello che dici, ma sono pronto a morire perché tu possa esprimerlo») Buttafuoco fa risalire il pregiudizio contro Maometto; e implicitamente gli contrappone lo scozzese Thomas Carlyle, che al contrario fa del Profeta un magnifico ed eroico protagonista della storia.

ButtafuocoButtafuoco


Alla ricerca del Sacro perduto ci si imbatte in una fantasmagorica costellazione: Omero e The Passion, Federico II e il Saladino, Padre Pio e Pavel Florenskij, ma poi anche Leonardo Sciascia che muore «aggrappato al crocifisso stretto tra le nocche», e Rambo, l´Arcangelo Gabriele, Battiato, Heidegger, San Gennaro, Dioniso, Papa Wojtyla, le processioni andaluse e le favole siciliane. Tutto mischiato e tutti al loro posto. Poeti e belle donne, impressioni e visioni di viaggio: la spiaggia orgiastica di Mumbai, un trionfo di spade per un eroico colonnello dell´Armata rossa. Fra le macerie del totalitarismo si erge la figura gigantesca di Khomeyni, uomo di altissima e segreta dottrina islamica, ma anche corrispondente di Lacan, curioso di cibernetica e cosmonautica, profeta con Gorbaciov, capace di fare lezione anche al romano Pontefice.


Rivoli sotterranei sottratti agli eruditi, rovesciamenti e collegamenti a sorpresa: la nereide Teti e la MadonnaAddolorata, l´Atene di Platone e la Mecca, San Francesco d´Assisi e la dottrina sufi. Sullo sfondo di tanta storia, ma anche di tanta geografia, religione e filosofia, lo sguardo finisce per posarsi su Gerusalemme. Come dire nel pieno dello scontro di civiltà, là dove per ogni possibile convivenza, più che guerrieri dell´ebraismo intransigente, fanatici della crociata teocon ed islamisti assatanati ci sarebbe maggiormente bisogno di uomini di buona volontà.

 

 

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