FOFI, MICA FUFFA! (FANTASTICA IMITAZIONE DI ZDANOV, ADDETTO ALLA CULTURA SOTTO STALIN) - “La nostra vita” è un “film immorale per un paese amorale” - \"UN regista DEVE “dispiacere al pubblico” - INSOMMA, DANIELE Luchetti si è venduto al capitale, alla tradizione catto-fascista, tradendo la sinistra in nome degli incassi - LA REPLICA DI RULLI E PETRAGLIA: \"FOFI, IMMORALE SEI TU”...

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1 - UNA FANTASTICA IMITAZIONE DI ZDANOV, ADDETTO ALLA CULTURA SOTTO STALIN E INVENTORE DEL REALISMO SOCIALISTA
Mariarosa Mancuso per \"Il Foglio\"

E\' il cinema che dà la linea. Sabina Guzzanti gira un documentario per spiegare che i terremoti si possono prevedere, che a l\'Aquila non fu dato l\'allarme per guadagnare con la ricostruzione, che gli abitanti andarono a dormire tranquilli e morirono sotto le macerie.

LaLa nostra Vita

Neanche un mese dopo l\'uscita di \"Draquila - L\'Italia che trema\", la procura aquilana manda avvisi di garanzia alla commissione Grandi Rischi, che ora rischia una condanna per omicidio colposo.

James Cameron gira un film sul Titanic, dopo un Alien sotto i mari intitolato \"Abissi\". Torna sul luogo del delitto visitando il relitto, fotografa la carcassa della Bismarck, gira un documentario su una montagna sottomarina, e viene consultato da Obama in cerca di consigli per chiudere la falla della Bp (magari, prestando alla Casa Bianca la flottiglia pagata con i blockbuster passati e presenti).

lucchettilucchetti germano LA nostra Vita Set

Di questo passo, chiunque avrà bisogno di una tata la vorrà come Mary Poppins: che scenda dal cielo con l\'ombrello paracadute, che rimetta a posto il disordine schioccando le dita, che gorgheggi quando i bambini devono prendere la medicina. O almeno come \"Tata Matilda\", che arriva con il porro sul mento e i denti storti, mette in riga i bambini ribelli, poi si auto-elimina, andandosene senza liquidazione quando non serve più.

Prossima mossa in questa direzione: prendere \"La nostra vita\" di Daniele Luchetti e aprire una bella inchiesta sul lavoro nero, sui cadaveri dei rumeni sepolti nelle fondamenta delle case, magari anche sugli spacciatori della porta accanto.

lala nostra vita locandina

\"Sulla contiguità tra economia legale ed economia criminale\", suggerisce sull\'Unità Goffredo Fofi, mentre fa tintinnare le manette, alza il ditino moralizzatore, e soprattutto si produce in una fantastica imitazione di Zdanov, addetto alla cultura sotto Stalin e inventore del realismo socialista. In mezzo, i \"Quaderni piacentini\" che facevano la lista dei libri da leggere e da non leggere, valutando se il contenuto era in linea oppure no con l\'invocata dittatura proletaria.

LALA nostra Vita Raul Bova Elio Germano Lucchetti

Secondo Goffredo Fofi, \"La nostra vita\" è un \"film immorale per un paese amorale\". (Scusate le molte virgolette, nessuna parafrasi rende giustizia al cinefilo furioso). Dopo \"la pregevole parte didascalica\" - dove si mostra appunto il funzionamento sporco dell\'edilizia, e l\'operaio che finisce sotto la costruenda palazzina - Luchetti non denuncia né si indigna. Insomma: viene meno al suo dovere di regista. Che non sta nell\'offrire agli spettatori una storia decentemente scritta e recitata. Giammai: il regista deve \"dispiacere al pubblico\".

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Per esteso: \"provocarlo, metterlo in crisi, costringerlo a guardarsi allo specchio e a ragionare sulle sue contraddizioni\". Complice Cattleya e Rai Cinema, Luchetti si è venduto al nemico, al capitale, alla tradizione catto-fascista, tradendo la sinistra in nome degli incassi. Sul film di Luchetti si può discutere (a noi è piaciuto poco). Di sicuro, un critico come Fofi ricorda i soldati giapponesi che ancora combattono nella giungla dopo mezzo secolo.

2 - \"CARO FOFI, IMMORALE SEI TU\"
Stefano Rulli e Sandro Petraglia per \"l\'Unità\"

SabinaSabina Guzzanti in Draquila

Caro Goffredo, ancora una volta ci tocca risponderti, anche se ci eravamo ripromessi di non farlo più dopo lo scambio di riflessioni su Ciak di alcuni anni fa. Di solito infatti non replichiamo alle critiche, anche le più negative, della stampa: a ognuno il suo mestiere. Però qui il giudizio scivola sul terreno dell\'invettiva e dell\'attacco personale - una tua specialità.

Tu infatti non ci critichi perché facciamo brutti film (dici anche quello, ma sarebbe il meno) maperché mettiamo intenzionalmente le nostre intelligenze al servizio del padrone Cattleya-RaiCinema, il tutto per non far pensare gli ‘sfruttati\'. Nella tua visione da terza internazionale siamo i peggiori tra gli intellettuali, i venduti al nemico.

SabinaSabina Guzzanti Draquila Berlusconi

Ad aggravare le nostre colpe c\'è che scriviamo per far piacere al pubblico mentre l\'artista rivoluzionario scrive per dispiacere, per provocare, per fargli prendere coscienza e spingerlo così a redimersi.

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La verità, assai lontana dall\'idea che ormai tu hai di noi, è molto più semplice: siamo solo due scrittori di cinema che provano da trent\'anni a raccontare il paese e le sue confusioni (‘raccontare\', Goffredo, e non ‘giustificare\'), senza sentirci fuori della mischia, senza crederci superiori, senza schematismi ideologici per cui chi è cattivo è anche antipatico (tanti anni di Berlusconi sono evidentemente passati su di te invano) e il male è sempre da un\'altra parte -ma a noi non ci riguarda.

Sbagliamo anche, ci mancherebbe, qualche storia ci viene meglio, altre peggio, figurati. Ma giudicare un film e sentenziare su di noi a partire da inverosimili congiure politico-culturali (una Spectre composta da Caterina D\'Amico e Riccardo Tozzi!) non è degno della tua intelligenza.

elioelio germano

UNO SGUARDO PER IL PRESENTE
Quel che proviamo a fare è scrivere storie e personaggi a partire da quel che vediamo attorno a noi, cercando checché tu ne dica di non edulcorare né mitizzare quella commistione ambivalente fatta di sentimento e ragione, calore umano e premoralità, narcisismo diffuso e familismo amorale che è oggi l\'Italia.

Per sperare che qualcosa possa cambiare davvero, a noi sembra necessario per prima cosa saperci guardare per quello che siamo. E noi - questo paese - siamo anche i Claudio del film. Ed è proprio perché quelli come te non capiscono nè si pongono il problema dei Claudio, che oggi ci ritroviamo col culo per terra.

glboro63glboro63 elio germano paolo franchi

Le nostre storie nascono da questa esigenza: trovare uno sguardo per leggere il nostro presente e il nostro passato fuori dalle ideologie che ci hanno nutrito per anni. E il pubblico le giudica, le ama, le detesta, le rielabora nel suo immaginario oppure semplicemente le fugge. Punto. Il resto sono chiacchiere.

MariarosaMariarosa Mancuso

E quanto al problema della morale, ognuno dovrebbe preoccuparsi - prima di denunciare gli altri - di garantirla nel suo campo. Tu dici che nel film «nessuno si fa scrupolo di sotterrare i cadaveri di quelli che abbiamo contribuito ad ammazzare con la complicità e il beneplacito perfino dei figli delle vittime, che finiscono per approvare in cambio della loro integrazione».

Stefano Stefano Rulli

Non è vero. Una delle ultime scene del film (e il suo senso complessivo) racconta l\'esatto contrario: il giovane Andrei, appena saputo della morte del padre, fugge dal cantiere e quando rincontra Claudio gli dice che lui pensa di comprare tutto, di aggiustare tutto coi soldi, ma a lui non lo aggiusta, non aggiusta quello che ha fatto alla sua famiglia così come non aggiusta la morte di sua moglie.

Insomma la vita, e il dolore, sono più forti del denaro. Qui non si tratta di una tua ‘interpretazione\' del film, qui si tratta di uno scorretto resoconto di quanto è scritto nei dialoghi e inciso nella pellicola. Questo non è dunque un punto di vista critico, questo è per un critico un atto immorale (se ti può consolare, in questo modo ‘leggero\' di vedere un film non sei solo).

Sandro Sandro Petraglia

E dal momento che da questa deformazione della realtà-film deriva tutta la tua intemerata ideologica pensiamo che questo ‘disinformare\' non sia un errore ma la conseguenza della tua vecchia foga moralistica che, proprio come il personaggio di Claudio, si ‘aggiusta\' ogni cosa pur di farsi tornare i conti. Purtroppo a volte le aberrazioni di uno sguardo ‘integralista\' sopravvivono anche alla fine dell\'ideologia e di un\'amicizia.

 

 

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