DISEGNI L’“INDEMONIATO” – IL MITOLOGICO SVIGNETTISTA SCODELLA UN’ANTOLOGIA DELLA PRESA PER IL CULO – LE REAZIONI ALLE SUE VIGNETTE? “I POLITICI SONO PARACULI” - “QUELLI DELLO SPETTACOLO: NUN CE VONNO STÀ” (“MINZO IL PIÙ PERMALOSO”) - “PANSA È SPIRITOSO, MI VOLEVA FAR METTERE SOTTO DALLA PANDA DELLA FIGLIA” – “BERLUSCONI NON MI È SIMPATICO PER NIENTE: LUI, LE SUE BARZELLETTE PIETOSE, LE SUE BANDANE BURINE E I SUOI MAFIOSI DICHIARATI ‘EROI’”…

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Cinzia Leone per \"il Riformista\"

StefanoStefano Disegni

Negli ultimi due anni dell\'era berlusconiana è successo di tutto: trionfi e scricchiolii, palafrenieri e traditori, le ragazze con il tubino nero e quelle con il registratore, il terremoto dell\'Aquila, gli scandali, le intercettazioni, Casoria con Noemi e Marrazzo con i trans. Per rivederli attraverso la moviola corrosiva della comicità non resta che affidarsi all\'ultimo libro di Stefano Disegni \"Indemoniato!\", B.C.Dalai editore.

StefanoStefano Disegni

Un Bignami irriverente di debolezze, ipocrisie e arroganza della classe dirigente e del mondo dei media. Date, nomi e numeri si trovano su internet, ma se vogliamo ridere amaro non ci resta che la bestia nera della satira. Pazzo per le moto, laziale, figlio di un vicesindaco della capitale, Disegni inizia con la pubblicità, si fa le ossa sull\'inserto di Repubblica \"Satyricon\" e finisce per collaborare con le principali testate nazionali.

Inventa strisce, scrive libri e collabora come autore a trasmissioni televisive. Di sé dice: «Sono salito in motocicletta a quattordici anni e non sono ancora sceso». Se è per questo, fa satira da più di trent\'anni e non ha ancora smesso. Questione di libertà.

Si ride di più quando c\'è da piangere?
La linea tra tragedia e farsa è molto sottile. Le situazioni problematiche e inquietanti aiutano la satira, parassitaria e scorretta per vocazione.

VignetteVignette Striscia 01 - Telescherno di Stefano Disegni

Più masochista o più sadico?
Dietro il ghigno, il satirico si ammanta di morale e buoni principi, ma a far male ci gode. Il pubblico è fatto di complici che ridono con lui, alle spalle di qualcun altro. Masochista è solo chi non ride dei cattivi di turno e se li ciuccia così come sono.

Sei un intollerante?
Nella vita privata, dopo molto rodaggio a base di corpo a corpo domestici, sono diventato un campione di tolleranza. Nella vita pubblica e nel lavoro, sono intransigente e rigoroso. C\'è troppa approssimazione in giro, per i miei gusti.

All\'asilo sapevi già che la Befana non esiste e lo andavi a dire ai compagni di scuola. Guastafeste si nasce?
Al primo prete con cui ho parlato, ho capito di avere la vocazione del razionalista scientifico e un\'attrazione per la verità e la ragione. «Laico furioso » già in tenera età, non resistevo a sputtanare la Befana. Uno stronzetto, insomma.

Gli autori di satira sono fedeli: Giannelli al \"Corriere della Sera\", Bucchi a \"Repubblica\". Al massimo bigami: Vincino diviso tra \"Corriere della Sera\" e \"Foglio\". Disegni è su \"Magazine\", \"Ciak\", \"il Riformista\", \"il Fatto Quotidiano\", \"Linus\", \"La Moto\". Poligamo incallito?
Gli spazi sono pochi e tutti occupati dai monogami. Fino a manifesta incompatibilità, o pagamenti rimandati al 2032, io disegno ovunque. Professionalmente sono un poligamo polimorfo. Sono curioso, ho molti interessi, ogni contesto genera scambio di idee e di informazioni. Solo pubblici diversi fanno sì che la vita sia degna di essere disegnata.

VignetteVignette striscia 02 - Telescherno di Stefano Disegni

Nella satira quanto contano i tormentoni?
Sono un sostegno a cui appoggiarsi. La cronaca non offre tutti i giorni spunti sufficienti. Un buon tormentone, Papa Ratzinger con le «scarpettae rubrae de Prada» o Bondi che parla solo in rima, può aiutare. L\'importante è utilizzarlo come espediente dinamico, non come macchietta.

A forza di sfotterli si simpatizza?
I personaggi che prendo di mira, avversari sono e avversari restano. Berlusconi non mi è simpatico per niente: lui, le sue barzellette pietose, le sue bandane burine e i suoi mafiosi dichiarati «eroi».

Alcuni autori di satira sono stati invitati a cena dalle loro vittime...
E magari gli hanno anche regalato gli originali delle vignette. Mi è successo di rado, sono schierato e non vado a cena con chi non mi piace. Bersani l\'ho massacrato, ma a cena con lui ci andrei. Pansa, dopo una strip, mi ha chiamato per ricordarmi che aveva pure scritto libri in difesa dei partigiani. Gli ho risposto che è per questo che ogni tanto lo bastono, perché se l\'è scordato. Ma a cena con Pansa ci andrei, magari poi ci litigo. Io ho la Resistenza nel DNA...

RATZINGERRATZINGER CON MASCOTTE MONDIALI NUOTO

Ti chiamano più per ringraziare o per protestare?
Il politico è paraculo, chiama pochissimo e mai per protestare. Ha talmente tanto pelo sullo stomaco che si complimenta comunque. Quelli dello spettacolo soffrono di più. La frase tipo è «Mi hai fatto molto ridere, ma devo darti qualche suggerimento...» e giù una valanga di osservazioni, consigli e rimostranze. A Roma si dice «Nun ce vonno stà».

Il più permaloso?
Non lo voglio dire. Ma quando l\'ho messo sotto tiro, so che Minzolini si è molto seccato.

Il più spiritoso?
Pansa. Mi ha detto che avrebbe incaricato sua figlia di mettermi sotto con la Panda.

Il più tollerante?
Carlo Verdone. Gli ho detto che avrei fatto una strip sul suo film in uscita e ha risposto: «Vai libero. ‘A Ste\', ma te pare che uno che fa le caricature agli altri, se incazza quando prendono per il culo lui?».

Nella satira quanto conta il linguaggio?
È la base su cui costruire. La scrittura è tutto. Parto dalla cronaca e lavoro duro di sceneggiatura. Il lettore vuole una narrazione cucinata a puntino e con gli ingredienti giusti. Sono un pignolo, pare che funzioni.

In testa hai un lettore?
Me stesso. Disegno e scrivo quello che mi piacerebbe leggere, e sono spietato. Il mio è un lavoro di oreficeria: aggettivi possibilmente non banali, verbi magari di conio personale, slang e ritmo narrativo. Il disegno è importante, ma viene per ultimo.

MinzoliniMinzolini in bermuda

Multitasking hai a che fare con molti direttori. Con te rischiano...
Ho avuto sempre direttori capaci di sostenermi, lasciandomi totale libertà. Si fidano, beati loro. Anche se la direttrice di Ciak, Piera Detassis, una volta ha detto: «Sarò cacciata via per colpa tua». Non è successo.

Querele?
Quattro o cinque. Molte rientrate. La prima per vilipendio alla religione. Una volta un anziano lettore torinese, con una lettera scritta con una calligrafia all\'antica, mi ha sfidato a duello per una striscia in cui prendevo in giro i Savoia. Ognuno ha le sue divinità. Un supercattolico mi ha scritto che pregava molto per la mia redenzione. L\'unica volta che mi sono sentito in colpa. Poteva uscire con una bella ragazza e invece era là a pregare per me...

Il profilo del bersaglio satirico perfetto?
Deve possedere una comicità implicita e involontaria molto forte: un incrocio tra Bondi e Berlusconi, insieme formano un animale satiricopolitico mitologico perfetto. Bondi esiste perché è il riflesso sfocato e compiacente del premier.

Meglio i politici stagionati, i maturi o le new entry?
Gli stagionati sono storia patria. Troppo evanescenti le new entry, rimangono i maturi. La satira ha bisogno di icone consolidate.

A proposito di new entry. Tutti contro le ragazze di palazzo Grazioli. Per una serata con una di loro dove?
A casa mia, poi vediamo come butta. Il problema non è dove la porti, ma di non offrirgli incarichi e poltrone pagati con i soldi dei cittadini.

Due figli adolescenti, è un padre faticoso?
Nessuno nasce padre, figuriamoci pedagogo. Con i miei figli ho giocato e disegnato tanto, abbiamo visto molti film e ci siamo divertiti per davvero. A dieci anni uno e otto l\'altra, se ne uscivano con commenti come «Papà, ma questa battuta non è un po\' banale?». Mi aspetto da un momento all\'altro un bel «Papà, tu non capisci», ci rimarrò male, ce la giocheremo, ma è giusto così.

giampaologiampaolo pansa - copyright Pizzi

Quanto aiuta conoscere i meccanismi televisivi dall\'interno?
Tanto, ma è facile incontrare fuori dai camerini chi hai impallinato. Il mio lavoro come autore di testi televisivi e quello di autore di strip satiriche sulla TV, è un disgustoso esempio di conflitto di interesse. In questo paese, di conflitti di interesse ben più gravi, non gliene frega niente a nessuno, proprio con me se la devono prendere?

Il «Ma anche» di Veltroni esploso sui media e rimbalzato fino in Parlamento è un\'idea «made in Disegni», e Crozza ne ha fatto un tormentone nazionale. Le idee sono di tutti?
Le idee sono sempre di chi le ha avute. «Ma anche» era una mia strip per la nascita del Pd. Però ero uno degli autori di Crozza e avevo messo al suo servizio la mia creatività. Se non ci fosse stato lui, con la sua mostruosa bravura, a dare forza e corpo all\'idea, la battuta sarebbe rimasta nella strip.

0mara280mara28 maurizio crozza

Anche nella Satira i vecchi impediscono l\'accesso dei giovani?
Non esistono vecchi e giovani, ci sono solo capaci e incapaci. Se un vecchio satirico è rimbambito, si faccia da parte. Se un giovane non ha le capacità per emergere, non lo pretenda per diritto anagrafico. Tanto la selezione la fa il pubblico. La quota-giovani obbligatoria? Non condivido nemmeno le quote-rosa. Se fossi una donna, mi offenderei di essere presa in considerazione come risarcimento per non avere il pisello e non per la capacità.

«Indemoniato», come il titolo del libro. Più radicale, più comunista, o semplicemente anarchico?
Radicale, retrogusto anarchico con un aroma di giustizialismo. Un ottimo vino, no? Non mi chiedere l\'annata, sono affari miei.

 

 

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