\"PANORAMA\" VENDICA \"IL GIORNALE\" - IL SETTIMANALE SVELA LE TELEFONATE DI ARPISELLA, PORTAVOCE DELLA MARCEGAGLIA, A UN CRONISTA CHE INDAGAVA SUI RIFIUTI: \"LASCIA FUORI EMMA O FACCIAMO LA GUERRA AL GOVERNO\" - EMMA CADE DALLE NUVOLE: \"QUEI TONI E CONTENUTI NON SONO MIEI\" - AL DI Là DELL’IPOCRISIA E DELLA PROPAGANDA POLITICANTE, IL COSIDDETTO \"LINGUAGGIO MINACCIOSO\" TRA GIORNALISTI E INTERLOCUTORI VARI è UNA PRATICA ABITUALE DI TUTTI, DA SEMPRE...

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Gabriele Villa per \"Il Giornale\"

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Dossieraggio? Violenza privata? Ci sono accuse che fanno sorridere se si ha tempo e voglia di perdere qualche minuto per riprendere il filo dei ricordi e puntualizzare fatti e antefatti. Si è esibito in questo esercizio, con rara meticolosità, Giacomo Amadori, giornalista di Panorama che, sul numero del settimanale in edicola oggi, ricostruisce nei dettagli una vicenda dai contorni e dai toni minacciosi (fors\'anche un tantino più minacciosi di quelli che sono stati attribuiti dal pm Woodcock al vicedirettore del nostro giornale, Nicola Porro) che ha gli stessi protagonisti: una presidente di Confindustria, il suo uomo di fiducia, e un giornalista.

La presidente di Confindustria è, guarda che sorpresa, Emma Marcegaglia, il suo uomo di fiducia, guarda che altra novità, è Rinaldo Arpisella, e il giornalista di turno questa volta, anzi quella volta, non è quel mattacchione di Nicola Porro ma è appunto Giacomo Amadori. Ma per essere chiari occorre attingere a piene mani al racconto di Amadori su Panorama e rispettare i suoi vir­golettati.

Ecco quindi l\'antefatto: «...È la fine di agosto del 2009, sto occupandomi in Puglia di un\'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. Durante la ricerca di riscontri vengo a sapere che un imprenditore di Altamura sotto inchiesta ha vinto diverse gare d\'appalto con un alleato di peso: la Cogeam, controllata al 51 per cento dal gruppo Marcegaglia. Ovviamente se indago sull\'imprenditore non posso ignorare i soci di maggioranza del business...».

EmmaEmma Marcegaglia

Ed ecco il fatto: «La mattina del 26 agosto sto terminando di scrivere il mio pezzo in albergo quando squilla il mio telefonino. Dall\'altra parte c\'è Arpisella. Non so chi sia.Dichiara di parlare a nome del gruppo Mar­cegaglia. Il tono è altezzoso: \"Lascia fuori Marcegaglia da questa cosa, non c\'entra un cacchio...\".

Provo ad argomentare ma lui insiste: \"Non coinvolgere Marcegaglia in questa cosa, anche perché questo creerebbe grossi problemi a Emma\". E ancora: \"Mettere dentro il nome di Marcegaglia vuol dire solo buttar fango e delegittimare. Ora dico al tuo direttore che l\'intervista concordata con la Marcegaglia salta, pace e amen\"».

Amadori resta basito, chiama la sua redazione per capire che cosa sta succedendo e come deve regolarsi. Prima di quella telefonata e delle altre che seguiranno, in modo piuttosto concitato, non aveva mai parlato né conosciuto Arpisella. O meglio, quel burlone di Arpisella, visto che il cazzeggio, evidentemente, è praticato anche dagli addetti stampa e portavoce vari e non solo dai vicedirettori dei giornali.

Resta il fatto che il«cazzeggio»arriva all\'apice quando Rinaldo Arpisella se ne esce con queste frasi: «Ti spiego alcune cose che per telefono non vanno nemmeno dette, guarda che si incazzano anche in alto i tuoi su questa cosa. Perché sennò se cominciamo noi a rompere i coglioni al governo... cioè capisci... cioè come Confindustria... Hai capito il senso?», «mi chiede - ricorda Amadori - , \"eccome se l\'ho capito\", replico. Chiedo ad Arpisella di ripetere il suo nome e di mettere così la firma sulla registrazione che ho fatto anche di quella conversazione, quindi attacco il telefonino».

PanoramaPanorama

Il senso a questo punto l\'abbiamo capito un po\' tutti. Abbiamo capito tutti che anche in Confindustria i mattacchioni e i burloni ci sono. E che certi toni, certe battutacce e certi vocaboli non proprio oxfordiani vengono usati a proposito o a sproposito. E, soprattutto, indifferentemente, tra chi si conosce bene e chi non si conosce affatto. Come dire: è un po\' la prassi di questi tempi.

Una prassi discutibile forse, ma la prassi, a quanto sembra. Come una prassi discutibile sembra quella delle agenzie di stampa che solo nel tardo pomeriggio di ieri si sono accorte delle rivelazioni di Panorama e del Corsera che ancora alle 20,45 sul suo sito internet non faceva alcun accenno alla vicenda.

In compenso Repubblica sul suo sito ha fatto di più, ha stravolto e ribaltato le dichiarazioni fatte riguardo alla vicenda della presidente di Confindustria. Dalla Polonia, dove si è recata per l\'inaugurazione di un nuovo stabilimento, Emma Marcegaglia ha infatti così replicato alle anticipazioni del settimanale: «Apprendo dalle agenzie di stampa di un colloquio del 2009 tra Rinaldo Arpisella e un giornalista di Panorama. Non ne ero minimamente a conoscenza. Contenuti e tono di quelle parole non mi appartengono. Ogni impresa iscritta a Confindustria - sottolinea la Marcegaglia - può contare sul fatto che i giudizi che esprimo come presidente non sono mai dipesi né mai dipenderanno da quello che i media scrivono o non scrivono su di me. Chiunque ritenga il contrario, sbaglia e non parla a mio nome».

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Ecco, sul suo sito Repubblica è riuscita a titolare così: «Marcegaglia-governo, nuovo caso. Panorama l\'accusa. Lei: mentono». Straordinario, no? Pensare che quando si tratta di attaccare il Giornale per una vicenda analoga sono tutti così solerti, puntuali e veritieri.

Non direttamente sulle rivelazioni di Panorama, ma sulla vicenda che ha visto il Giornale oggetto di attenzione da parte dei giudici per l\'ormai famoso colloquio tra Porro e Arpisella, occorre registrare anche un intervento di Edoardo Garrone, presidente del gruppo Erg e vicepresidente dell\'organizzazione degli industriali.

«Devo ancora capire se è un bluff o non è un bluff. Io sono convinto che lo sia e trovo tutta la questione un po\' penosa», ha esordito Garrone in un colloquio con un inviato dell\'agenzia Apcom a Sofia, dove ha presenziato la prima assemblea generale di Confindustria Balcani. «Trovo tutto penoso e non dico altro sulla vicenda specifica perché c\'è un\'indagine della magistratura in corso.

Più in generale - puntualizza Garrone- credo che questa logica dei \"dagli all\'untore\" danneggia tutto il Paese, sia in termini di immagine, sia in termini che vanno nel senso esattamente opposto a quanto in molti, anche Confindustria, sostengono vada fatto per uscire dalla crisi: un lavoro di squadra». «Questo non significa - sostiene il vicepresidente degli industriali - che siamo contrari alla libertà di stampa, ci mancherebbe altro. Mi pare, però, che talvolta facendo comunicazione è anche facile costruire dei casi mettendo dei pezzi insieme ad altri».

Secondo Garrone «questo non è il momento adatto per avere questi atteggiamenti: qua ci si deve rimboccare le maniche, tutti devono rimanere dalla stessa parte e bisogna darsi una mano, non farsi la guerra».

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Rimanere dalla stessa parte, dunque. Burloni e mattacchioni compresi. Che dovrebbero comunque, questo è innegabile, tenere un po\' più a freno battutine e battutacce per non correre il rischio di venire fraintesi da qualche giudice. Scusate, quasi quasi dimenticavamo di dirvi come è andata finire la vicenda riportata alla luce dal collega Giaco­mo Amadori. Visto come sono andate le cose vogliamo che sia lui a dirvelo: «Alla fine il mio articolo esce, come previsto, Marcegaglia lo legge e non rinuncia all\'idea dell\'intervista a Panorama. Arpisella forse è stato più realista della sua principale». Già, forse.

LA TRASCRIZIONE DELLE TELEFONATE:
Da Panorama.it

Arpisella: «(...) Che servizio stai facendo?(...)».
Panorama: «Sto lavorando su Sanitopoli, che è anche Rifiutopoli (...)».

A: «Lasciamo fuori la Marcegaglia da queste cose, che non c\'entra assolutamente nulla, semmai riguarda alcuni operatori locali, non riguarda assolutamente noi. (...) Lascia fuori Marcegaglia da questa cosa, non c\'entra un cacchio... Nel caso in cui, è ovvio, ed evidente, che se ci dovessero essere stati comportamenti poco leciti di soci o eventuali soci, è ovvio ed evidente che scindi ma non... necessariamente coinvolgere Marcegaglia in questa cosa, anche perché questo creerebbe grossi problemi a Emma e tu sai quali sono i rapporti di Confindustria con l\'attuale governo.

GARRONEGARRONE

Scusami se sono esplicito, ma è inutile girare attorno a un dito (...) anche perché a questo punto, siccome volete dedicare la copertina a Emma del prossimo numero, con una lunga intervista, la faccio saltare. Cioè lo dico subito al direttore e lascio perdere, insomma (...). Voler mettere dentro il nome di Marcegaglia vuol dire solo buttar fango e delegittimare (...). Io ora dico al tuo direttore che l\'intervista salta, pace e amen».

LA SECONDA TELEFONATA.
Arpisella: «Lascia fuori il nome (di Marcegaglia, ndr) dal (termine incomprensibile, ndr), ti prego per cortesia (...). Ti spiego alcune cose che non vanno dette nemmeno per telefono: guarda che si incazzano anche in alto i tuoi, su questa cosa (...), perché se incominciamo a rompere i coglioni noi al governo, cioè capisci, come Confindustria... Perché tirare in ballo questa roba qua? Ma che cazzo ti frega, nella completezza del pezzo, fare riferimento a Marcegaglia?

Parla di Cogeam (il Consorzio stabile di gestioni ambientali, di cui fanno parte società di Marcegaglia, ndr), che te frega... Hai capito il senso? (...) Anche perché dobbiamo fare la copertina... facciamo (termine incomprensibile, ndr) in copertina e poi mi vieni in c... tu con quel pezzo?».

 

 

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