Giovanni Pons per \"la Repubblica\"
berlusconi-bersaniUn manuale Cencelli d´altri tempi, verrebbe da dire commentando il giro di poltrone che ha interessato le tre authority più importanti alla vigilia di un passaggio delicatissimo per la stessa sopravvivenza del governo. Tutte le parti politiche che ambivano ad avere voce in capitolo sono state infatti accontentate, anche se non è stato facile trovare la quadra, come direbbe Umberto Bossi. E alla fine colui che potrebbe beneficiarne di più è ancora Silvio Berlusconi che nei lunghi mesi che hanno preceduto le nomine di ieri ha lavorato dietro le quinte salvo poi mettere il cappello sul risultato.
han 40 giuseppe vegasGiuseppe Vegas alla Consob ha infatti trovato il consenso non solo del ministro Giulio Tremonti - i due hanno lavorato gomito a gomito sia dal 2001 al 2006 che dal 2008 a oggi - ma anche quello di Gianfranco Fini, che ha infatti salutato l´investitura con parole di elogio. «Credo che il corale applauso dell´assemblea alle parole di Vegas sia la prova della stima e della considerazione che si è conquistato in questi anni. Auguri per il suo nuovo incarico», ha detto il presidente della Camera.
tremontiL´unico neo riguarda il passaggio diretto da un incarico di governo (viceministro) alla presidenza di un´authority, come la Consob, che ovviamente richiede massima indipendenza. Ma questa, fanno notare alcuni giuristi, si ricava dai comportamenti anche se sarebbe stato molto più elegante lasciar passare almeno sei mesi prima di assumere il nuovo incarico. Vegas ha comunque voluto fortemente questa poltrona avendo offerto la sua disponibilità a Berlusconi e Gianni Letta.
Quest´ultimo, che come è noto sosteneva Antonio Catricalà per la Consob, ha comunque ottenuto per il suo pupillo la presidenza dell´authority per l´Energia dove rimarrà in carica altri sette anni (cumulando anche lo stipendio di 9 mila euro netti al mese di fuori ruolo del Consiglio di Stato). Letta, inoltre, piazza un altro suo uomo, Paolo Troiano, finora capo di gabinetto di Catricalà all´Antitrust, sulla poltrona di quinto commissario Consob, rimasta vacante da alcuni mesi a questa parte.
GIANNI LETTANell´ultima partita da giocare, tuttavia, quella della sostituzione di Catricalà, ci ha messo lo zampino Berlusconi con l´astuzia che lo contraddistingue. Poiché sarà molto difficile trovare in tempi brevi una figura che trovi l´accordo dei presidenti di Camera e Senato, come prevede la legge, la reggenza viene affidata al membro anziano Antonio Pilati, notoriamente di stretta osservanza berlusconiana, essendo stato tra gli estensori della legge Gasparri e sempre in collegamento con Gina Nieri, manager di punta di Mediaset.
ANTONIO CATRICALAPiù di recente Pilati aveva ispirato l´incursione dell´Antitrust nella partita della separazione della rete Telecom, attraverso la norma di un ddl che i più ritengono anticostituzionale. «Senza bisogno di atti formali la reggenza del collegio passa ad Antonio Pilati, che è il membro più anziano», ha dichiarato lo stesso Catricalà dicendosi tranquillo perchè se andrà all´Energia lascia «l´Antitrust in buone mani».
PILATIEd essendo rimasti in quattro il voto del reggente varrà doppio, soprattutto se si tratterà di maneggiare anche la delicata materia televisiva. L´elenco delle caselle occupate, infine, si conclude con il ministro leghista Calderoli che ha spinto e ottenuto un posto per Luigi Carbone all´Energia e con l´apprezzata economista Valeria Termini, esperta di mercato elettrico, vicina ai centristi.
MINISTRO ROBERTO CALDEROLI