VITTIMA DEL BUNGA - POVERO ALBANESE, IL SUO CETTO LA QUALUNQUE OSCURATO DALLA INCREDIBILE REALTÀ DELLE NOTTI DI HARDCORE - MALGRADO FULMINANTI BATTUTE (“NON SONO LE DONNE CHE DEVONO ENTRARE IN POLITICA, MA È LA POLITICA CHE DEVE ENTRARE NELLE DONNE”), IL FILM NON DECOLLA - FORSE LA MACCHIETTA DEL TRONFIO POLITICO/IMPRENDITORE CALABRESE VA LASCIATO ALLE GAG DEL PICCOLO SCHERMO - LA CONTROPROVA? LA SUA BATTUTA MIGLIORE L’HA DETTA IN TV, DAL SUO SPONSOR FABIO FAZIO: “CI SIAMO FATTI L’ITALIA, ORA CI FAREMO ANCHE GLI ITALIANI”…

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Michele Anselmi per \"Il Secolo XIX\"

AlbaneseAlbanese - Cetto La Qualunque

\"Un film bruciato dalla realtà, mi sono pure un po\' annoiato\" confessa deluso Renato Nicolini. \"Un mostruoso patchwork, un sogno e al tempo stesso un presagio\" elogia invece Filippo Ceccarelli. \"Qualunquemente\" è il film \"da vedere\", quello di cui tutti parlano. Divide ma piacerà. Infatti Fandango e Raicinema, forti di una campagna di lancio politicamente furba e insinuante, lo fanno uscire venerdì in 600 copie, sperando di beccare il vento favorevole di Checco Zalone.

AlbaneseAlbanese - Cetto La Qualunque

Cetto La Qualunque, il personaggio inventato nel 2003 da Antonio Albanese e Piero Guerrera, non ha bisogno di presentazioni. Al grido di \"cchiù pilu pe\' tutti\", l\'imprenditore calabrese tronfio e maschilista, deciso a farsi eleggere sindaco per difendere i propri affarucci in campo edilizio dopo quattro anni di latitanza, è diventato l\'anti-eroe dei nostri giorni, l\'emblema, allo stesso tempo orribile e pagliaccesco, di una certa politica non solo praticata al Sud. Il bunga bunga ha fatto il resto, trasformando Cetto, le cui pulsioni ancestrali vengono da lontano, fors\'anche dall\'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, in un concentrato di diabolica spettacolarità prestato alla cronaca.

AlbaneseAlbanese - Cetto La Qualunque

Sarà anche per questo, temendo il giochino facile, che Albanese, nel presentare ieri la sua cine-creatura insieme al regista Giulio Manfredonia e a tutto il cast, non nomina mai Berlusconi. \"Il film non è un giudizio, è una rappresentazione\" avverte, augurandosi però che \"Cetto diventi col tempo solo una macchietta e non uno specchio fedele dei nostri anni\".

antonioantonio albanese cetto laqualunque

Siamo al Nuovo Sacher di Nanni Moretti, il tempietto del cine-antiberlusconismo, la sala ribolle di commentatori e direttori, curiosi di verificare in anteprima se \"Qualunquemente\" sia la bomba satirica attesa da settimane, il film che infiocina le fregole sessuali dei politici, la farsa acre su un\'Italia imputtanita, degradata a Grande Bordello. Purtroppo non è così. In sala si ride poco, flebile è l\'applauso (dei tifosi) sui titoli di coda.

In fondo i verbali sui giornali riguardanti Ruby, Nicole, Ioana e le altre sono più stuzzicanti e divertenti. Le fanciulle poppute che si distendono nella vasca Jacuzzi con Cetto, sotto lo sguardo di moglie e amante, sembrano educande in confronto alle disinvolte signorine delle notti di Arcore.

RENATORENATO NICOLINI

Poi, s\'intende, non mancano gli affondi azzeccati. \"Ma lo sa che lei ha un bel corpo da assessore?\" fa Cetto a una procace ragazza notata sulla spiaggia durate la campagna elettorale. Lo slogan stampato sul manifesto recita: \"I have no dream ma mi piace ‘u pilu!\".

La parolina sta certo a indicare quella cosa lì, benché il concetto, nel reiterarsi del tormentone comico, finisca con l\'assumere un significato quasi astratto, laterale. Sempre in materia Cetto scandisce: \"Nella nostra visione non sono le donne che devono entrare in politica, ma è la politica che deve entrare nelle donne\". Sarà anche per questo che il comizio finale dura poco: dopo aver promesso di \"mettere un forestale per ogni albero\", il segretario del PdP (Partito du pilu) fa scendere la politica tra la gente, cioè tre sventolone scosciate, al suono di \"Voulez-vous coucher avec moi, ce soir?\".

FILIPPOFILIPPO CECCARELLI

Ci si chiede se Cetto, considerato ironicamente \"un moderato\" dallo stesso Albanese coi tempi che corrono, somigli a qualcuno dei nostri politici. Forse a tutti e a nessuno. Certo, al pari di Berlusconi, canta, balla e sventola la bandiera del machismo spinto. Echeggiano volgarità alla Bossi, istrionismi alla D Pietro, trombonate alla La Russa. Ma la sua forza sta nel tenersi lontano dalla parodia. L\'uomo è corrotto, depravato e ignorante. Ciuffo sulla fronte, occhiali da sole, gessato da gangster, manda tutti \"n\'tu culo\", sostiene che \"un buco mette sempre allegria\" e adora il cemento armato.

berlusconiberlusconi ruby fede minetti e b b e a b d

D\'intesa con la piccola cupola mafiosa che l\'ha riportato in Italia (e forse immagina per lui un approdo al Quirinale), teorizza la disonestà diffusa, non paga le tasse, rovescia come un calzino ogni massima sul buon governo, smonta la retorica del politicamente corretto facendo appello agli istinti più bassi dell\'elettore.

Albanese padroneggia il personaggio con la consueta maestria, riuscendo nel miracolo di renderlo, insieme, simpatico e abominevole; e vedrete che i suoi ridicoli avverbi - promessamente, sdraiatamente, infattamente, soprattuttamente - entreranno nel lessico comune. Tuttavia il film non è una riuscita. Fulminante nella pezzatura dello sketch, Cetto gira a vuoto in questa dimensione più ambiziosa, tra citazioni da \"Ubu Roi\" e riferimenti al mondo kitsch di LaChapelle, tinte sgargianti e canzoncine calabresi, arredi neoclassici e brutture di cemento.

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Si evoca anche il gemellaggio tra Marina di Sopra e Weimar: vorrà dire, dietro lo scherzo, che la svolta autoritaria è alle porte? Magari Cetto andava lasciato dov\'era. Perché è sul piccolo schermo che questo telepopulista volgare e sfrontato dà il meglio di sé. Al cinema, invece, bisogna descrivere il contesto sociale, inventare una storia, ispessire i personaggi di contorno, muoversi tra realismo e grottesco. La controprova? La sua battuta migliore Cetto l\'ha detta in tv, ospite dell\'amichevole sponsor Fabio Fazio: \"Ci siamo fatti l\'Italia, ora ci faremo anche gli italiani

 

 

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