LUTTAZZI AMARI – IO NO, SANTORO Sì? Perché sono un cane sciolto. L’Italia è divisa in clan che si spartiscono il potere. Se non appartieni a nessuno di essi, ti fanno fuori in due secondi - ”Io faccio parte della corruzione che metto alla berlina”…

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Caro Dago, ecco il testo dell\'intervista pubblicata su \"la voce del ribelle\".  Preferisco esprimere le mie idee con le mie parole, non coi riassunti del \"Corriere\".
Grazie. Buone feste!  
Daniele Luttazzi

DanieleDaniele Luttazzi

Partiamo dalla stretta attualità: negli Usa hanno eletto Obama e i   media magnificano l\'evento, come se i guasti del passato fossero definitivamente alle spalle e ci attendesse una rinascita generale.   
Come minimo occidentale. Forse addirittura planetaria.
Ti associ anche tu all\'euforia generale?

L\'euforia generale è dovuta soprattutto al cambiamento che Obama ha promesso. A settembre ero a New York da Letterman il pomeriggio che ha intervistato Obama. Ero in prima fila, Obama era a cinque metri da me, me lo sono studiato bene. Dopo la sua prima risposta il pubblico era già in visibilio: Obama non dice nulla di diverso da quello che i democratici USA hanno sempre detto, ma sa dirlo in maniera avvincente. E con meno ambiguità rispetto a una Hillary. E\' ancora presto per giudicare. Le questioni cruciali, come si sa,  saranno la politica estera (ritiro dall\'Iraq e dall\'Afghanistan, rilancio della diplomazia e delle relazioni internazionali ) e la politica economica (new deal, fine della speculazione finanziaria ). Non ci resta che aspettare.

MicheleMichele Santoro

Adesso un passo indietro. Torniamo al famigerato \"editto bulgaro\".   
Biagi ha fatto in tempo a rientrare in Rai, Santoro ha recuperato   
stabilmente il suo spazio; com\'è che tu sei ancora fuori?

Perché sono un cane sciolto. L\'Italia è divisa in clan che si spartiscono il potere. Se non appartieni a nessuno di essi, ti fanno fuori in due secondi.

E come lo si vive questo ostracismo? Al di là dell\'orgoglio per non essere scesi a compromessi, viene mai il dubbio che alla fine non ne  valga la pena?
Ma la satira è un\'arte! Gli artisti non ragionano in termini di convenienza materiale: obbediscono alla loro musa. I greci la sapevano lunga. Va da sé che la mordacchia alla satira, oltre a essere anticostituzionale, è insopportabile. I bacchettoni mi fanno schifo. Chi ne giustifica le azioni censorie, ancora di più.

Di nuovo il presente. L\'unico aspetto positivo della crisi in cui stiamo sprofondando è che ha messo in luce, come non mai, i vizi e le contraddizioni del capitalismo, specialmente di quello finanziario. La tua impressione quale è?
Il capitalismo troverà il modo di proseguire nello sfruttamento. E\' il suo mestiere. Fra qualche decina d\'anni, però, la crisi ambientale romperà il giocattolo: quello capitalistico è un modello insostenibile.  

barackbarack obama

Si sta avviando un vero ripensamento dello schema nevrotico \"nasci produci consuma crepa\", oppure c\'è solo il rammarico per non poter continuare a inebriarsi con lo shopping, eventualmente con la carta di credito e i pagamenti \"in comode rate\"?
La decrescita è una necessità. A poco a poco diventerà un sapere di tutti.

I tuoi spettacoli? A proposito: va bene che li definiamo così o preferisci qualche altro termine?
Il termine è giustissimo. I monologhi sono rappresentazioni teatrali.

Che aspettative hai da parte del tuo pubblico, e come sono cambiate,  se sono cambiate, nel corso del tempo?
Scrivo e recito cose che fanno ridere me. Quando il pubblico si rivolge a te come a un guru senza macchia, o come a un leader che è lì a indicarti la verità e la via, sbaglia e gli va detto. In questo Paese, i demagoghi attecchiscono troppo facilmente, coi risultati che vediamo e da cui la storia del secolo scorso pare non averci immunizzato. Il mio punto di riferimento è Lenny Bruce. Diceva:\" Io faccio parte della corruzione che metto alla berlina.\" Un atteggiamento molto più sano.  

HillaryHillary

E questo ultimo testo che hai scritto, come è nato? A cosa mira?
Ogni testo comico/satirico ha come obbiettivo la risata più grande possibile.
Col monologo Decameron estendo ai fatti nuovi la satira dell\'omonimo  programma tv che La7 interruppe un anno fa dopo appena 5 puntate per motivi misteriosi e ancora tutti da spiegare ( c\'è un processo in corso ), nonostante gli ascolti mastodontici. Sono due ore di satira incandescente contro la politica reazionaria del governo Berlusconi, contro l\'opposizione molle del PD, contro l\'oscurantismo del Vaticano, e contro il potere della satira.
  
In Italia sembra impossibile, passare dal dissenso individuale a una controcultura diffusa e in qualche modo coesa, sia pure con tutte le possibili (e magari anche auspicabili) diversità interne. Come va con gli altri che fanno satira non addomesticata, come Beppe Grillo o  Sabina Guzzanti?  
C\'è una differenza enorme: loro si fanno forti del numero di chi li segue, io no. Una controcultura ha i suoi tempi. Coagulerà.

Una ultima cosa: chi o che cosa ti fa incazzare di più in Italia o nel mondo?
I soprusi del potente sul debole. Soprusi che oggi sono sistema: il pensiero unico reazionario e guerrafondaio sta governando il mondo col precariato di massa, le politiche antisociali e le speculazioni finanziarie. E\' la peste attuale, cui alludo col mio Decameron. La peste del Boccaccio segnò la fine del medioevo e l\'inizio del Rinascimento. Auguriamocelo.

 

 

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