LA SCENEGGIATURA DELLA FICTION AMERICANA SU AMANDA KNOX SEMBRA SCRITTA DA GHEDINI SOTTO DETTATURA DI BERLUSCONI: NESSUNA TESI ASSOLUTORIA PER L’IMPUTATA, MA IL VERO COLPEVOLE È LA GIUSTIZIA ITALIANA: INTERROGATORI PRIVI DELLE PIÙ ELEMENTARI GARANZIE, SUBDOLI TRUCCHI PER DARE L’IMMAGINE DELLA RAGAZZA DI FACILI COSTUMI, E UN PM ARROGANTE TROPPO CONVINTO DELLA COLPEVOLEZZA…

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Maurizio Molinari per \"La Stampa\"

AmandaAmanda Knox a processo

Amanda Knox è al centro di molte contraddizioni ma si tratta di un caso segnato soprattutto dalla carenza di credibilità della giustizia italiana: è questa la tesi sul delitto di Perugia che il film «Murder on Trial in Italy» ha portato nelle case di milioni di americani sugli schermi di «Lifetime» con 60 minuti di fiction basata sulla ricostruzione di quanto avvenuto dopo l\'assassinio della giovane inglese Meredith Kercher, il 1˚ novembre 2007.

SollecitoSollecito e Knox interpretati da Paolo Romio e Hayden Paniettiere

La descrizione di carenze ed errori della magistratura è il filo conduttore della produzione di Trevor Walton. L\'interrogatorio durante il quale la ragazza cambia versione sulla notte del delitto si svolge in una stanza piena di poliziotti - donne e uomini - che per lunghe ore la martellano di domande, urlandole nelle orecchie.

Il fatto che lei sia sola, senza un avvocato al fianco, è per ogni spettatore americano una lampante violazione dei diritti di difesa che non ha bisogno di commenti. A questo si aggiungono le domande di una delle assistenti del pm Giuliano Mignini, che chiede ad Amanda di «immaginare ciò che è avvenuto» con una formulazione a dir poco irrituale visto che un investigatore dovrebbe cercare anzitutto i fatti.

AmandaAmanda Knox e Hayden Paniettiere che la interpreta meredithmeredith kercher

Il ruolo di Mignini cambia con il susseguirsi delle scene: all\'inizio si mostra attento ai dettagli, addirittura protettivo nei confronti di Amanda ma poi si convince progressivamente della sua colpevolezza fino a farne una battaglia personale, incurante di ogni indizio in senso contrario, portandolo ad incarnare presunzione ed arroganza quando respinge con sdegno le critiche dei media che svelano come lui stesso sia indagato per la gestione di un altro caso.

Il regista Robert Dornhelm individua il momento di svolta del comportamento di Mignini nella superficialità con cui accetta i risultati dell\'esame del dna portati da un\'assistente senza troppa esperienza, lei stessa incerta al punto da far notare al pm che le tracce di sangue di Raffaele Sollecito - compagno di Amanda Knox - trovate sul luogo del delitto sono «inferiori al 5 per cento», ovvero al di sotto del livello che la giustizia americana accetta come prova.

amandaamanda e sollecito

Nella seconda parte del film che la denuncia diventa ancor più palese. Avviene quando la scena si svolge nello studio medico del carcere, dove il dottore - con al fianco delle donne poliziotto - mente ad Amanda dicendole che ha l\'Aids al fine di farle scrivere su un foglio tutti i nomi dei partner avuti, per poi far trapelare la lista al fine di avvalorare l\'immagine di una ragazza dai costumi troppo facili. Quando il dottore riconvoca Amanda, rassicurandola sul fatto che «le analisi sono negative» l\'inganno subito diventa palese e la rabbia della giovane esplode contro un sistema giudiziario che percepisce come ostile.

PERUGIAPERUGIA SOLLECITO CON AMANDA

Nel finale sono i genitori della ragazza, giunti da Seattle, ad essere catapultati nel vortice di un mondo che non comprendono: dove nei corridoi del tribunale regna il caos, il pm Mignini arringa la stampa come se fosse un tribuno, l\'avvocato difensore è in soggezione rispetto ai pm, i giudici durante il processo sono passivi e loro sono costretti a correre in mezzo a reporter e telecamere per poter tentare di raggiungere la figlia ammanettata.

RudyRudy Guede

La tesi del film però non è innocentista nei confronti di Amanda - interpretata da Hayden Panettiere - e Sollecito perché ne mette in luce le molteplici contraddizioni, fino al punto da non poter escludere nessuna ipotesi sul loro coinvolgimento nel delitto per il quale è stato condannato a 30 anni l\'ivoriano Rudy Guede.

amandaamanda knox

La scelta di far seguire il film da 30 minuti di approfondimenti, con una lunga intervista a Mignini, ha mirato proprio a bilanciare il messaggio finale: l\'America non sa se Amanda è colpevole o meno ma si aspetta che il giudizio d\'appello si dimostri più credibile della sentenza di primo grado. Nelle parole della madre di Amanda: «Non credo che sia la giustizia italiana ad avercela con noi, ma qualche personaggio a Perugia forse sì».

 

 

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