Marco Giusti per \"il Manifesto\"
MARCO GIUSTI COMPAGNEROS E ALESSANDRA MAMMICi siamo. Arriva in sala il film più odiato dell\'anno. Si è sporcato perfino Marco Travaglio parlando di \"profanazione di capolavoro\" e deridendo il regista, Neri Parenti. Perché questa cattiveria? Le accuse sono di scarsa fiorentinità. Ma nel vecchio \"Amici miei\" di Monicelli nessuno dei protagonisti lo era (Tognazzi, Celi, Moschin, Del Prete) e non lo erano nemmeno le loro donne (Olga Karlatos, Silvia Dionisio) né le vittime dei loro scherzi (Bernard Blier).
MARCO GIUSTI - Copyright PizziPietro Germi, regista originale del film, aveva spostato addirittura l\'azione a Bologna, provocando la stizza dei veri ideatori e modello reale delle zingarate del film, cioè i fiorentinissimi Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi. Solo quando, morto Germi (Scarnicci e Tarabusi erano già scomparsi) entrarono Monicelli e i suoi sceneggiatori Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, tutti toscani, con l\'aggiunta di Tullio Pinelli, il film tornò fiorentino.
MARCO TRAVAGLIOAltra accusa è la volgarità. Ricordiamo solo che lo scherzo preferito di Scarnicci e Tarabusi era quello del Dottor Naga, presentato come un benefattore e poi rivelato come \"quello che ti cura il buco del c... come una piaga\". Diciamo, inoltre, che, al tempo di \"Amici miei\", dopo il celebre scontro in tv tra Nanni Moretti e Monicelli, nessun Travaglio di allora sarebbe mai stato dalla parte del cinema comico perbenista di Monicelli & co.
NERI PARENTIMa quale capolavoro, nessun giovane critico militante avrebbe mai difeso un film così vecchio, con gli attori con le parrucche, il finto fiorentino, l\'idea degli scherzi. Per non parlare della supercazzola. Avevamo Moretti, Benigni e Verdone. O, più in basso, avevamo la scuola ultrapopolare dei Laurenti e Cicero, meno perbenista di quella di \"Amici miei\", e quindi più rivoluzionaria.
Aurelio e Jaqueline De Laurentis - Copyright PizziDetto questo, il nuovo \"Amici miei. Come tutto ebbe inizio\", è stato progettato da Neri Parenti e da Aurelio De Laurentiis (già produttore del secondo e del terzo capitolo), con tutta l\'accortezza che un film di grosso budget si possa permettere oggi in Italia. C\'è fin troppa filologia. Il soggetto è proprio dei tre vecchi sceneggiatori De Bernardi, Benvenuti, Pinelli, tutti scomparsi nel frattempo (e a loro è dedicato il film), mentre la sceneggiatura è firmata da Bernardi con Fausto Brizzi e Marco Martani.
AMICI MIEIIl cast è un trionfo di fiorentinità. Solo tre dei protagonisti, Christian De Sica, Massimo Ghini e Michele Placido, non sono toscani, ma lo sono Giorgio Panariello e Paolo Hendel (gradito ritorno), per non parlare degli strepitosi attori che incontriamo nel film, da un Massimo Ceccherini grandioso come legnaiolo ottuso che soffrirà di una crisi di identità per colpa degli amici, al Lorenzo il Magnifico di Alessandro Benvenuti, a Giorgio Ariani, a tutte le donne del film, tutte rigorosamente fiorentine e divertentissime, come Pamela Villoresi, Barbara Enrici e Chiara Francini.
AMICI MIEIViene recuperato anche lo spezzino (quindi mezzo toscano) Eros Pagni, che già doveva avere il ruolo di Del Prete nel film originale. Neri Parenti, che nella regia riprende molto dell\'attenzione che aveva per queste commedie in costume e per gli attori secondari il suo maestro, cioè Pasquale Festa Campanile, ha fatto il possibile per costruire il suo film più importante e personale dopo tanti cinepanettoni.
Mario MonicelliOvvio che la presenza dello stesso cast del recentissimo \"Natale in Sudafrica\" getti sul film un\'ombra di già visto, e forse si poteva puntare su volti diversi e più nuovi, anche se non altrettanto popolari. Ma questa è anche la politica di studio Filmauro (Placido c\'era anche in \"Manuale d\'amore 3\"), non così differente da quella di recenti film Fandango o Indigo. Quanto alla volgarità, fortunatamente, non manca. \"Vedi tette! \"No, un culo\". \"Duccio, tu la fava la metti?\" \"La metto, la metto\".
NANNI MORETTI E LA MAMMAPensiamo anche allo scherzo del clisterone doloroso che viene fatto a Christian (\"Ma non lo ungete il becco?\" \"Oggi, si fa a secco!\"), a quello del nano senza mutande che viene fatto passare per un bambino alle suore, alla scoperta della omosessualità di Hendel (\"Diglielo con garbo\"- fa Panariello. \"Jacopo, sei buco!\", fa De Sica. \"Buco... sodomita\", conclude Hendel). Certo, più che a \"Amici miei\", si pensa alle tante commedie boccaccesche degli anni \'70, ma anche quelle andavano rivalutate.