UN ARTICOLO DI SAVIANO PER \"LA VOCE DELLA CAMPANIA\" DEL 2005, PRIMA DI ’GOMORRA’ - RISPOSTA A CHI LO ACCUSA OGGI DI AVER ATTINTO DAI GIORNALI LOCALI - E DENUNCIA LA COLLUSIONE CON I CAMORRISTI DEL CORRIERE DI CASERTA, GAZZETTA DI CASERTA, CRONACHE DI NAPOLI...

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Cara Redazione, caro D\'Agostino,

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di seguito troverete una vera perla, un articolo scritto da Roberto Saviano per \"La Voce della Campania\" nel lontano 2005, prima della pubblicazione di Gomorra. L\'articolo è anche una risposta a tutti quei giornalisti locali che accusano oggi Saviano di attaccare la stampa solo dopo le accuse che alcuni giornalisti hanno mosso lui di aver attinto dai loro articoli per la pubblicazione di Gomorra. (mi riferisco a Tina Palomba)

Non so se avrete il coraggio di pubblicarla constadando la vostra tendenza a sputare addosso a Roberto Saviano sempre e comunque, per poi, dopo richiami dall\'alto chiedere scusa.

Alex

ARTICOLO DI ROBERTO SAVIANO PER \"LA VOCE DELLA CAMPANIA\" (2005)

Corriere di Caserta, Gazzetta di Caserta, Cronache di Napoli. Veri e propri bollettini quotidiani di camorra. Ogni giorno pubblicano articoli monografici su agguati, sparatorie, nuove alleanze. Notizie di cronaca nera articolate con una scrittura comprensibile solo ad un pubblico che conosce esattamente sin nel dettaglio i meccanismi e le logiche dei clan. Dopo ogni morte e dopo ogni scontro, sulle loro pagine si stilano ipotesi di lettura e si ipotizzano persino i responsabili degli agguati. Ancor prima che ci siano processi, sentenze e condanne.

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Si muovono spesso sul piano informale delle informazioni. Il linguaggio usato è proprio quello degli affiliati: \"Ucciso perché infame\"; oppure, invece di chiamare i pentiti collaboratori di giustizia, li definiscono \"gole profonde\". Spesso sanno di avere come interlocutori affiliati, fiancheggiatori, boss e capizona, imprenditori e politici vicini ai cartelli camorristici. Nelle supercarceri, non ci sono casertani e napoletani che non abbiano l\'abbonamento a questi giornali. Trattano di boss e gregari e spesso fanno gossip parlando dei loro amori, delle loro avventure private. Veri e propri eroi dell\'imprenditoria economica del Mezzogiorno e dell\'impresa militare.

Quando fu arrestato in Polonia il cugino di Francesco Schiavone Sandokan, ossia Francesco Schiavone Cicciariello, il titolo suona come uno sberleffo: \"Cicciariello arrestato con l\'amante\". Quasi a voler mostrare che la sua debolezza carnale lo aveva reso vulnerabile. I titoli sparati a caratteri cubitali come quello pubblicato durante le requisitorie del processo Spartacus, sono spesso ambigui: \"Sandokan controlla quarantamila voti\", e poi, \"In quattro comuni il boss ha deciso sindaci e assessori\".

Il titolo parla al presente; il sottotitolo usa il passato. Ma, soprattutto, la notizia riguarda la requisitoria di Cafiero de Raho, che trattava degli anni \'80 e \'90. Il messaggio sembra chiaro: non è cambiato nulla. Sembra un avvertimento a politici e affiliati tutti. Di esempi del genere ce ne sono molti. Su Cronache di Napoli sono apparsi all\'interno di un articolo i punti di accordo tra gli scissionisti e i Di Lauro per giungere alla pace.

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Sul Corriere di Caserta è stata pubblicata una lettera anonima che segnalava il responsabile presunto (un prete di Casapesenna) di una soffiata ai carabinieri circa la presenza di Michele Zagara, boss reggente dei casalesi latitante da dieci anni. La lettera conteneva chiare minacce di morte. Pubblicandola il messaggio è arrivato a tutti forte e chiaro e il clan si è anche potuto risparmiare pallottole e ulteriori indagini per omicidio.

Ma ora la simpatia dei clan sembra aver abbandonato il Corriere di Caserta. Con una lettera ufficiale indirizzata al direttore della Gazzetta di Caserta il 21 settembre scorso, il capo dei casalesi condannato all\'ergastolo da poche settimane all\'interno del processo Spartacus dichiara di non considerare più il Corriere di Caserta un giornale affidabile e di prescegliere la Gazzetta di Caserta, a cui intima di comportarsi bene per evitare di perdere la sua fiducia.

Sandokan usa la lettera spedita al giornale anche per mettere pace. Infatti in un passaggio dichiara che «Cicciotto Bidognetti» non l\'ha tradito, come sostiene invece il neopentito Luigi Diana. Un modo per lanciare dal carcere un messaggio di pace al clan rivale, una sorta di proposta di riavvicinamento dopo anni di burrasca e guerra, per rimettere insieme le fila del clan e sopratutto non farsi lasciare isolati dai boss latitanti (Iovine e Zagaria) che potrebbero smettere di fare i \"reggenti\" e divenire completamente autonomi, vera ed unica paura di Bidognetti e Schiavone.

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Non si conosce la tiratura reale di questi giornali; certo invece è che dopo ogni agguato, dopo ogni arresto importante, si esauriscono le copie in edicola prima delle 11. Record che nessun quotidiano riesce a raggiungere in Campania. Sono organi informati, capaci di fornire osservazioni e informazioni che la stragrande maggioranza degli altri quotidiani ignora.

PiccoliPiccoli Camorristi fuori fino a tardi

Articoli rivolti ad un pubblico di affiliati, ma anche per chi vuole capire le decisioni importanti su quali tavoli vengono prese. E non certo la cronaca politica, le notizie istituzionali e gli uffici stampa delle aziende possono dare risposte. Da questi fogli che chiamano i boss con i loro soprannomi, che già tracciano condanne e alleanze prima di ogni sentenza e indagine, si leggono ogni giorno le volontà di chi comanda davvero.

ROBERTO SAVIANO, 1 NOVEMBRE 2005, LA VOCE DELLA CAMPANIA

 

 

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