Daniela Roveda per "Il Sole 24 Ore"
Una biondina dalla lingua tagliente terrorizza Hollywood. È Nikki Finke, blogger extraordinaire, unica giornalista capace di sgonfiare il proverbiale ego dei magnati hollywoodiani con un commento lapidario. A riprova di come internet sta rivoluzionando il mondo del giornalismo, la prima cosa che i mogul ormai fanno quando si svegliano la mattina è accendere il computer per leggere il suo blog Deadline Hollywood Media.
La "bibbia" hollywoodiana non è più il quotidiano specializzato Hollywood Reporter; gli scoop sul business dei media non arrivano necessariamente dal Wall Street Journal: la nuova destinazione per l'informazione è il blog di una signora di 56 anni comprato di recente da una società internet, la Mail.com Media, posseduta da Jay Penske, figlio di un ricco concessionario d'auto.
DEADLINE HOLLYWOOD DAILYNikki Finke conosce l'arte di mescolare reportage originali e attendibili con il pettegolezzo. È la formula vincente di siti come Dagospia in Italia, o AllThingsD (il blog sull'high tech gestito dall'exgiornalista del Wall Street Journal Kara Swisher) in America. Nikki Finke non risparmia nessuno con opinioni a volte pesanti, spesso condivise a Hollywood ma che nessuno osa pronunciare.
Uno dei suoi bersagli preferiti è l'ad di Nbc Universal Jeff Zucker, uno dei «più incompetenti dirigenti dei media». Ma Nikki ha sparato a zero anche su Terry Semel, ex-presidente della Warner Brothers, che nonostante la gestione «fallimentare» di Yahoo! continua ad avere un atteggiamento «arrogante nei confronti di quella che lui considera la plebe».
Sbandiera ai quattro venti verità che i comunicati ufficiali evitano accuratamente: Sandy Grushow, expresidente della Fox Entertainment, non è stato l'artefice del fenomeno televisivo American Idol (versione americana di X Factor) come dice il suo curriculum: American Idol è arrivato alla Fox per ordine del proprietario Rupert Murdoch grazie alle insistenze di sua figlia Elisabeth. Grushow, sottolinea la Finke, l'aveva categoricamente bocciato. «I fatti sono fatti », proclama.
E Nikki Finke i fatti li conosce. Newyorchese laureata all'esclusivo Wellesley College del Massachusetts, la Finke è stata per anni giornalista all'agenzia Associated Press, quindi ai settimanali Newsweek, New York Observer e New York Magazine, e al quotidiano Los Angeles Times. Da editorialista ha scritto anche per Vanity Fair, Elle, Salon.com, Harper Bazaar ed Esquire.
E per i colleghi rimasti nei media tradizionali non ha certo un gran rispetto. Bill Carter del New York Times è definito «tipico esponente dei media accondiscendenti». Sui giornalisti tradizionali Nikki Finke gode ovviamente di un grosso vantaggio, quello di non dover rispettare rigorosi standard giornalistici e di poter raccontare fatti senza sottoporli ad attento scrutinio. «Non sono - spiega - una persona cattiva. Le cose che scrivo sono cattive».
IL LINK: http://www.deadlinehollywooddaily.com/