AVANZA IL PARTITO DELLO SQUALO – I SINISTRI PURI E DURI, TERRORIZZATI DAL MOLOCH “RAI-SET”, SI BUTTANO TRA LE BRACCIA DI MURDOCH – FURIO COLOMBO: “GARANZIA DI LIBERTà” (QUANDO SKY AVRà DRENATO TUTTA LA PUBBLICITà AI GIORNALI NE RIPARLIAMO)…

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Paolo Conti per il \"Corriere della Sera\"

RupertRupert Murdoch

«Un \"partito Sky\" nel centrosinistra? Spero di sì. Rai e Mediaset, con l\'eccezione del Tg3, forniscono un\'informazione identica, ciecamente filo-governativa. Sky offre notizie in tempo reale, oggettive, con elementi di modernità sconosciuti ai due mammut. Perciò Sky è una garanzia di libertà. Per fortuna che c\'è, interrompe e disturba il duopolio».
Furio Colombo, ex direttore dell\'Unità, è solo una delle anime del centrosinistra che guardano a Sky come al nuovo, sicuro approdo televisivo al riparo del berlusconismo.

Un\'isola scampata al mare Raiset, nuovo asse anti-Murdoch. Dalle piccole cose (Maria De Filippi ospite a Sanremo da Bonolis, Bonolis ospite dalla De Filippi). Alle grandi, come la nascita a giugno di Tivù Sat, piattaforma satellitare Rai-Mediaset-Telecom Italia Media, in concorrenza con la piattaforma Sky. Anche se una nota ufficiale Rai chiarisce: «Solo una piattaforma integrativa per sostenere il passaggio al digitale terrestre per dare piena visibilità dell\'offerta gratuita agli utenti».

Ma per molti a sinistra Rai è ormai uguale a Mediaset, anche per l\'imminente arrivo di un nuovo Cda a maggioranza di centrodestra. E addio partito Rai, tradizionale cinghia di trasmissione politica tra viale Mazzini e il maggiore partito della sinistra.

GiovannaGiovanna Melandri

Spiega Peppino Caldarola, «apolide di sinistra» e commentatore de «Il riformista »: «L\'antiberlusconismo della sinistra è così forte da vedere in Murdoch, competitore del Cavaliere, un paladino della libertà. Veltroni, fondatore del partito Rai, sembra arreso all\'idea di amministrare una quota minoritaria a viale Mazzini realizzando con Sky un\'alleanza più o meno stabile e funzionale. I suoi notiziari e talk-show sono di indiscutibile qualità».

Paolo Gentiloni, responsabile della Comunicazione per il Pd, è meno diretto: «Sky ha investito miliardi di euro in Italia, garantisce lavoro a migliaia di persone, ha ottenuto un successo di mercato senza particolari aiuti. L\'informazione è equilibrata ». E la Rai, Gentiloni? «Un servizio pubblico non dovrebbe comportarsi come il proprio avversario commerciale. A giugno Mediaset può benissimo abbandonare la piattaforma Sky per interesse. Non può farlo a cuor leggero la Rai per una santa alleanza strategica con Mediaset anti-Sky. Perché è servizio pubblico».

La vicenda divide le anime del Pd, visto che Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai uscente in quota centrosinistra, quasi insorge: «Raiset? Macché. Roba da pazzi. Tivù Sat è un\'alleanza tecnica, non strategica, serve a raggiungere chi è tagliato fuori dal digitale terrestre, com\'è avvenuto in Gran Bretagna. La Rai che lascia la piattaforma Sky? Il contratto scade a giugno, il marchio Rai è molto forte, se Sky intende valorizzarlo non c\'è ragione di non rinnovarlo».

PaoloPaolo Gentiloni e moglie Manuela - Copyright Pizzi

Nemmeno a Giovanna Melandri piace più una Rai così com\'è. «Io iscrivermi al partito Sky? No. Riconosco però che Sky ha rotto l\'asfissia da duopolio, imponendo una vera concorrenza. Il mio cuore batte ancora per il servizio pubblico. Ma a patto che cambi radicalmente. Meno rincorsa all\'audience. Meno pubblicità. Magari qualche punto di share in meno, non necessariamente da regalare a Mediaset, e una ritrovata identità da servizio pubblico». Questa è l\'aria che tira in casa Pd.

Giuseppe Giulietti, altro padre fondatore del partito Rai a sinistra, ex esponente Pd e ora parlamentare Idv, ammette: «Il partito Rai non esiste più semplicemente perché sono troppi gli intrecci politici e industriali visibili e invisibili, leciti e illeciti. I tg Sky? Uno dei loro spesso sembra più libero dei tre Rai messi insieme, semplicemente perché non c\'è peso politico su quell\'azienda. Il partito Sky? Finché è ordinario e normale che un presidente del Consiglio si identifichi in un\'impresa, per istinto la sinistra sposa chi a quell\'impresa si oppone anche se per ragioni di mercato. Colpa di Berlusconi e del conflitto di interessi rimasto irrisolto».

FurioFurio Colombo

Carlo Rognoni, Pd, anche lui consigliere uscente pone un problema: «La sinistra pensa che Sky vada difesa? Ma in quale logica? Forse chi si occupa di tv, in quell\'area, ignora che nel 2009 dieci milioni di italiani passeranno al digitale terrestre. Se accadesse lo stesso fenomeno registrato in Sardegna, una grande crescita Sky a scapito di Mediaset ma comunque anche della Rai, significherebbe per viale Mazzini perdere centinaia di milioni euro di budget. Per questo occorrerebbero un Cda non nominato dalle segreterie dei partiti e un vero amministratore delegato. Il prossimo cda si ritroverà non una patata bollente. Ma un esplosivo».

 

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