1. VITA, AMORI E GUAI DI PEPPINO DI CAPRI: “SULLE DONNE NON SONO UN SANTO. MIA MOGLIE È CONSAPEVOLE: IL MESTIERE DEL MUSICISTA TI PORTA SEMPRE IN GIRO, ANCHE PER IL MONDO, TI REGALA PERENNI SOLLECITAZIONI, E UN' AVVENTURETTA DI UNA SERA NON CONTA NULLA
2. “MIO SUOCERO QUANDO MI VIDE IN TV SENTENZIO': 'SE PO' SENTÌ, MA NON SE PO' GUARDÀ..."
3. “A NEW YORK HO CONOSCIUTO IL BOSS GAMBINO. SONO ANDATO A PRANZO DA LUI PERÒ CHI FOSSE L'HO SAPUTO DOPO. ARRIVATI, CI HA ACCOLTI UN UOMO CHE ALLENAVA UN CANE DA COMBATTIMENTO! GAMBINO A METÀ PASTO HA FERMATO TUTTI E, RIVOLTO A ME, HA DETTO…”

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Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano

 

peppino di capri peppino di capri

Con Baby Gate, poi diventata Mina, si contendeva le serate nell' estate del 1958; con i Beatles ha condiviso il palco nella tappa italiana del loro tour ("però erano quasi inavvicinabili"); ha venduto circa 35 milioni di dischi, "ma questi sono solo i dati ufficiali, in realtà sono entrato nella classifica di Billboard, e in terza posizione, come cantante maggiormente falsificato al mondo". Primo posto a Elvis Presley, secondo per Michael Jackson; gradino basso del podio a Peppino Di Capri, quasi sessant' anni di carriera ("festeggio il prossimo anno"), un curriculum da star internazionale, capelli bianchi oramai ostentati ("meglio così, mica come altri") e un perenne desiderio di suonare: "Mia moglie mi prende in giro, non posso farne a meno, non riesco a considerarlo un lavoro, ma non va detto troppo, altrimenti non mi pagano più".

 

Lei e il pianoforte siete indissolubili

A me piace proprio, anche se per Eduardo De Filippo avrei dovuto aprire un ristorante

 

peppino di capri peppino di capri

Magari a Capri

Questo non lo so, comunque il consiglio è arrivato una mattina degli anni Sessanta: lo incontro dentro la hall di un albergo di Napoli, lui seduto in poltrona, Il Mattino tra le mani; abbassa gli occhiali, alza di poco lo sguardo, e sottolineo di poco, e mi dice: "Guagliò, arapete nu ristorante". Poi mi spiega: "Ricordati una cosa, la gente deve mangiare. Sempre

 

EDUARDO DE FILIPPO 2 EDUARDO DE FILIPPO 2

Un artista pragmatico

Sei anni dopo l' ho rivisto nello stesso posto: "Te sei araputo 'o ristorante?".

 

E lei?

Gli ho risposto che avevo avuto un bel po' da fare.

 

Eduardo era parte del suo pantheon?

Per forza, lui era e resta una bella parte di Napoli, ero io a non rientrare nella sua cerchia: appartenevo a un altro branco, quello dei musicisti, tutta gente che con gli anni ha poi preso le distanze da questa città.

 

Una diaspora

Hanno deciso di snobbare Napoli, e sono tanti, impegnati a prendere la loro giusta distanza, salvo poi ricordarsi il dialetto e i vicoli quando gli fa comodo. Al momento giusto.

 

pino daniele 3 pino daniele 3

A chi pensa, in particolare?

Farei prima a dirle a chi non mi riferisco.

 

Con Pino Daniele ci sono stati problemi anche per l'organizzazione del funerale

Già però io non partecipo mai agli addii, non sono in grado, sono molto sensibile e ho paura di sentirmi male. Non sono andato neanche a quello di mia madre, sono rimasto a distanza.

 

Però lei è andato a omaggiare Salvini quando è "calato" su Napoli

Ed è scoppiato il bordello, mica avevo pensato alle conseguenze, altrimenti col cavolo. Però aveva parlato bene di me, per questo sono andato a portargli i miei ultimi due dischi; appena presi mi dice: "Le devo qualcosa?".

 

Le ha indirettamente dato del napoletano-piazzista.

Dice? Non credo anzi spero di no.

 

Si sente sottovalutato come artista?

matteo salvini matteo salvini

Forse un po' e da sempre, ogni tanto mi guardo da fuori e poi sottolineo: "Oh, sono Peppino Di Capri", e ripenso a tutto quello che ho realizzato, le mie storie, le persone incontrate, le infinite serate, la fortuna di poter vivere grazie a ciò che amo.

 

Una volta ha detto: "Non sono un santo"

Ah sì? E a che proposito?

 

Riguardo alle donne.

Mia moglie è consapevole: il mestiere del musicista ti porta perennemente in giro, anche per il mondo, ti regala perenni sollecitazioni, e un' avventuretta di una sera non conta nulla. E poi mica sono Al Bano

 

Che c' entra Al Bano?

Conosciamo ogni momento della sua vita, tra un po' anche quando va in bagno, ogni scelta o sfumatura finisce sui giornali.

 

Non sopporta Al Bano?

ALBANO ALBANO

Ma scherziamo? È uno dei miei migliori amici, tra di noi sono battute da una vita, lo rimprovero solo per questa sua ossessione nel pittarsi i capelli: ma basta. Non se ne può più. E poi con quei colori improbabili, ed è dannoso: si perdono maggiormente.

 

Meglio il suo bianco.

I miei capelli sono ingestibili, quando mio suocero mi vide in televisione, sentenziò: "Chisto se po' sentì, ma non se po' guardà".

 

Insomma, ha girato il mondo.

Abbastanza, non come altri che hanno conquistato la Russia: a Est venivo considerato un cantante molto chic non in grado di cantare pezzi commerciali. Però mi adorano in Turchia, lì per strada mi chiamano per nome, e negli anni Sessanta ho realizzato tre esauriti all' Olympia di Parigi e uno alla Carnegie Hall di New York. Ah, in Germania ero un idolo, ho anche recitato.

 

Peppino Di Capri Peppino Di Capri

In tedesco?

Su youtube ci sono dei filmati con me vestito da manovale, sporco di calcinacci, ma non parlo. In compenso ho recitato con attrici bellissime. (Silenzio) Quanto erano belle

 

A New York ha conosciuto un certo Gambino.

In realtà da lui sono andato ospite a pranzo, però chi era realmente l' ho saputo subito dopo averlo salutato.

 

Non si era proprio reso conto?

È la mia ingenuità. E pensare che gli indizi non mancavano: appena arrivati ci ha accolti un uomo mentre allenava un cane da combattimento intento a mordergli il braccio. La casa era di un lusso mai visto. Lo stesso Gambino a metà pasto ha fermato tutti, e rivolto a me ha deciso: "Tu ora me canti Malatia"

 

E lei?

Ho accettato. Per fortuna ai tempi non c' erano i telefonini, altrimenti mi sarei fottuto la carriera. Lo sa che ore dopo, all' uscita, quel signore ancora addestrava il cane? Al Bano sarebbe finito sui giornali.

 

Ancora? Ma lei è fissato.

PEPPINO DI CAPRI PEPPINO DI CAPRI

Ma no! È realmente un amico, i nostri figli sono stati pure fidanzati per un anno, e ovviamente lui lo ha raccontato in televisione. Quel giorno ero a Capri.

 

Lei ha contribuito a rendere l' isola famosa.

Mi fa piacere, qualcuno mi ha accusato di sfruttare il nome, quando credo di difenderlo e onorarlo. Eppure all' inizio della carriera, il mio batterista non voleva dicessi le nostre origini, "altrimenti ci trattano come isolani". Per un periodo gli ho dato retta; un periodo breve.

 

Poi c' è la parentesi St. Tropez.

Uno dei pezzi più celebri. Qualche anno fa il sindaco mi ha convocato in Francia: "Grazie a lei e alla sua canzone, abbiamo triplicato il numero di turisti". E mi ha consegnato le chiavi della città. Frequentava molto la località. Per niente, solo questione di sonorità.

 

Quindi l' ha scelta a caso?

Non proprio: un giorno ci sono andato con Gino Paoli, arriviamo e tutto era chiuso, giornata grigia, una tristezza vera. Ci ero rimasto male. Però suonava bene il nome ed è diventata un mio pezzo.

PEPPINO DI CAPRI 2 PEPPINO DI CAPRI 2

 

Gino Paoli di allora era un po' più allegro?

No, chiuso allo stesso modo: ricordo una festa a casa mia, la comitiva impegnata in baldoria e musica, lui zitto in un angolo. Ombroso. Certo, se uno lo becca in buona giornata, è uno spettacolo, ma non è così semplice pizzicare quella giornata. E poi è portato a sapere tutto lui, a spiegare la qualunque, anche come funziona l' elica di una barca. Ha un dubbio? Chiami Gino Coerente negli anni. Nella nostra prima tournée, ingaggiati da Sergio Bernardini (l' impresario che ha creato la Bussola di Viareggio), lui apriva lo spettacolo, aveva appena inciso due grandi successi: La gatta e Sapore di sale.

Gino Paoli Gino Paoli

 

Due evergreen.

Due capolavori. Insomma, saliva sul palco completamente vestito di nero, occhiali scurissimi, a un certo punto dal fondo un uomo taglia il silenzio partecipato con un: "A ladro!". Quante risate.

 

Però gli vuole bene.

Siamo amici da una vita e secondo me è il numero uno in Italia, è riuscito a coniugare in musica il lato commerciale con quello elegante. Come lui c' è solo Francesco De Gregori.

Ma non hanno venduto 35 milioni di dischi. Una volta, un signore in Canada, viene da me: "Peppino, ho piazzato un milione di copie del tuo Voce e notte". Bel risultato. Erano dischi falsi.

 

Nel film "Rimini Rimini" c' è una celebre cover di Champagne cantata da Maurizio Micheli.

Champagne e Roberta me le chiedono sempre, oramai hanno vita autonoma, e non riesco a distaccarmene: sono la prima e unica richiesta quando vado in televisione, per gli altri brani, magari i più recenti, non c' è mai tempo.

giuseppe faiella in arte peppino di capri giuseppe faiella in arte peppino di capri

Eppure ne ho incisi 500, mica due.

 

L' ultima come si intitola?

Capelli bianchi, è bella, va ascoltata con un buon whisky in mano, così non ci si distrae dal resto.

 

Mentre all' inizio le cantava con Mina.

Non proprio. Era il 1958, tutti e due a Ischia, lei stupenda, ma stupenda come poche altre viste nella vita, e già con una voce introvabile. Insomma, cantavamo a 50 metri di distanza, ci contendevamo il pubblico, poi alle 3 di notte, il primo che finiva aspettava l' altro, quindi salivamo sulla mia Lambretta color salmone e andavamo a svegliare un ristoratore per farci cucinare qualcosa. Sembravamo Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze romane.

 

E vi cucinavano?

Qualcuno ci mandava a quel paese. Altri anni, altro spirito.

 

Nel 1965 ha suonato con i Beatles.

Per me un anno chiave, subito dopo quell' esperienza sono entrato in una sorta di crisi artistica, mi sono perso e fino al 1970 ho pubblicato una sola canzone (È sera).

peppino di capri in concerto peppino di capri in concerto

Si è eclissato Ho iniziato a dipingere, regalavo i quadri agli amici, al massimo strimpellavo per me, ma non capivo quale strada percorrere. Periodo duro, fino a quando non ho visto in televisione Georges Moustaki cantare Lo straniero, trasmetteva serenità, a quel punto ho "appeso" i pennelli. E Ho riallacciato i contatti, ho parlato con un impresario romano che non mi chiamava più e ho scoperto che un collega-amico non era poi così amico.

 

Cosa le aveva combinato?

Noi due avevamo stipulato un patto: "Meno questa cifra non suoniamo". Bene. Peccato che sotto banco accettava cachet molto inferiori, così mi aveva escluso. Calai anche io e di brutto. Ah, con gli ultimi soldi fondai una mia etichetta Perché gli "ultimi"? Quando stavo con Roberta (la sua prima moglie, ndr) guadagnavo cifre importanti, non mi preoccupavo del domani, e giocavo molto, non controllavo nulla, sembrava tutto eterno e infinito, un sistema non incrinabile.

 

All' improvviso il risveglio.

beatles beatles

Un Natale eravamo a Taormina, allora c' era il Casinò, ingaggiati per tutte le feste, fino alla Befana. Finite, vado dal direttore: "Non mi ha ancora pagato" E lui: "Pagato? Veramente è lei a doverci dei soldi". Ci ha sequestrato gli strumenti. Sì, sono stato un pessimo amministratore, e pensare che sono una persona tranquilla, come si dice? Sì, uno con i piedi per terra, senza attese o pretese: a Napoli non ho neanche la macchina.

 

Veramente la macchina c' era, ma non la trova più. Si riferisce alla Mercedes?

Peppino Di Capri Peppino Di Capri

Anche quella che storia: nel 1973, dopo la vittoria di Sanremo, ho acquistato un coupé, poi venduto. Anni dopo la ritrovo in un garage e la ricompro, quindi la consegno a un carrozziere di Agnano per riportarla alla sua gloria, con un particolare: scordo l' indirizzo del tipo. (Silenzio).

 

E quindi?

Prima o poi devo percorrere tutte le vie di Agnano, e a piedi, così la prendo.

 

Sanremo.

Ci vuole il fisico. Al Bano si prepara tutto l' anno. Ecco Al Bano Come presenze sono a pari merito con Toto Cutugno, solo che lui una volta ha portato con sè il coro dell' Armata rossa.

 

Perché "ci vuole il fisico"?

Quando hai la possibilità di andare sei galvanizzato, tranquillo, sicuro di te; piano piano che il giorno si avvicina, ti fotti di paura, hai la consapevolezza di poterti giocare un' intera carriera in pochi minuti; dove non ci sono alibi, non ci sono sconti, non ci sono relative, non conta lo stato di salute, l' umore, la condizione generale.

 

Meglio andare per ricevere un premio alla carriera Tanto nel caso mi farebbero cantare solo Roberta e Champagne. Sai che novità (Canta nel "Sognatore", Sanremo 1987: "Son diventato un sognatore per sentirmi meno solo e per non sapere più quant' anni ho").

 

 

 

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