IL CINEMA DEI GIUSTI - ANCHE SE STRONCATO SENZA PIETÀ DALLA CRITICA AMERICANA, HO TROVATO FAVOLOSO QUESTO ENERGETICO “WARCRAFT – L’INIZIO”, KOLOSSAL DELLE BOTTE IN TESTA E DEGLI ORCHI CON LE ZANNE

Più o meno la storia è quella dei tanti film con gli indiani, con gli orchi visti come selvaggi, ma anche coraggiosi e onesti - Il filmone, due ore e mezzo, finirà al momento giusto per portarvi nella seconda parte che vedremo chissà quando. Certo gli orchi fanno un po’ spavento ma il film funziona sia come spettacolo sia come saga... -

Condividi questo articolo


Marco Giusti per Dagospia

WARCRAFT WARCRAFT

 

Botte da orbi tra orchi zannuti e umani, tra nani (pochi), elfi (pochissimi), ippogrifi (uno), lupi giganti e altre amenità in una nuova saga direttamente tratta da un videogioco del 1994. Anche se stroncato senza pietà dalla critica americana, devo dire che ho trovato favoloso questo energetico Warcraft – L’inizio, kolossal delle botte in testa e degli orchi con le zanne diretto da Duncan Jones, figlio di David Bowie, già autore di due film sofisticati e molto riusciti, Moon e Source Code.

WARCRAFT WARCRAFT

 

Certo, ti devono piacere gli orchi, perché in Warcraft sono proprio un esercito e tutti diversi, anche se rigorosamente uguali a quelli del videogioco della Blizzard, che è infatti produttrice assieme alla Legendary Pictures. L’idea di fare un film da Warcraft è vecchiotta. Ci sono passati prima Uwe Boll e, soprattutto, il grande Sam Raimi, non si sa perché rimandato a casa nel 2013 e sostituito dal giovane Duncan Jones, che lo ha riscritto con Charles Leavitt.

 

WARCRAFT WARCRAFT

Non so quanto dell’idea di cinema di Jones sia rimasto in questo giocattolone da 160 milioni di dollari che deve trovare il suo pubblico in tutto il mondo, dalla Cina alla Finlandia, e quindi esagerare con effetti e scontri stellari, ma malgrado tutto ci vedo ancora un bel po’ di cinema d’autore. Belle inquadrature, personaggi non banali, bella musica di Ramon Djawedi. Non capisco la durezza della critica americana. Diciamo che nel regno di Azeroth il re Llane, Dominic Cooper, ha qualche problema.

 

WARCRAFT WARCRAFT

Perché un esercito di orchi, anzi un’orda, in mano a un orco pazzo e invasato, Guldan, Daniel Wu, sta invadendo i suoi territori passando da una porta magica aperta chissà come. Gli orchi fanno prigionieri gli umani e li usano come benzina per azionare il Vil, un liquidaccio verde che dà forza a Guldan, che lo usa come una droga, e apre la porta magica per trasportare gli orchi dal loro paese, Draemon a Azeroth.

 

Qualcosa del Vil e dei suoi poteri deve sapere anche il Guardiano di Azeroth, Ben Foster, un mago che protegge la comunità degli esseri umani, ma che non si fa vivo da sei anni. Lo vanno a chiamare l’eroe del film, Lothar, Travis Fimmel, e un giovane apprendista mago, Khadgar, Ben Schnetzel, per coinvolgerlo nella guerra. Negli scontri gli umani fanno prigioniera una bella mezzosangue zannuta, Garona, la bonissima Paula Patton, con due dentini sporgenti, che spiega agli umani la mentalità degli orchi e i loro piani.

WARCRAFT WARCRAFT

 

Spiega pure che non tutti gli orchi stanno dalla parte del pazzo Guldan. Il forte Durotan, Toby Kebbel, per esempio, un giovane capoclan con moglie e figlioletto appena nato, cerca il modo di fare fuori Guldan, eliminare il potere del Vil e riportare la pace tra orchi e umani. Così partono le trattative segrete, ovviamente in una gola da imboscata, come in tutti i grandi western con indiani e soldati.

 

WARCRAFT WARCRAFT

Più o meno la storia è quella dei tanti film con gli indiani, con gli orchi visti come selvaggi, ma anche coraggiosi e onesti, se si vuole. Il filmone, due ore e mezzo, finirà al momento giusto per portarvi nella seconda parte che vedremo chissà quando. Certo gli orchi fanno un po’ spavento, con tutte queste zanne e le manone giganti, ma il film funziona sia come spettacolo sia come saga.

 

Gli attori sono ben scelti, ci sono anche una vecchia conoscenza Clancy Brown come orco Manonera, cattivissimo, e la bella Ruth Negga come regina. Non sappiamo cosa ne avrebbe fatto un regista come Sam Raimi, ma devo dire che anche Duncan Jones, che durante la lavorazione ha lottato prima con il cancro al seno della moglie, poi con il cancro letale del padre, ha fatto un film di grande forza visiva e di una certa intensità. Certo, non è facile giocare con un film così grande e già così definito. In sala dal 1° giugno.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…