IL CINEMA DEI GIUSTI - CON “CAPTAIN PHILLIPS” TOM HANKS TORNA UN GRANDE ATTORE

“Captain Phillips - Attacco in mare aperto” è ambientato nel 2009, ma si intreccia con Melville, Conrad, con le classiche storie di pirati e di fantasmi veri o simbolici - La tecnica di Greengrass e la grande performance umana di Tom Hanks, messo davanti a credibili pirati somali, dominano la scena…

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Marco Giusti per Dagospia

Captain Phillips - Attacco in mare aperto di Paul Greengrass.

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Che nostalgia dei capitani tormentati e complessi di Joseph Conrad e di Herman Melville con le loro rotte impossibili e i fantasmi veri o simbolici che sono costretti a affrontare a ogni viaggio.

Magari, qualcosa di questi capolavori e dei loro personaggi, come in Storia di Pi, traspare anche in questo ultrarealistico e perfetto Captain Phillips- Attacco in mare aperto che Paul Greengrass con il suo sceneggiatore, il Billy Ray di Hunger Games, e il suo direttore della fotografia, Barry Ackroyd, già collaboratore di Ken Loach e di Kathryn Bigelow (The Hurt Locker), hanno costruito per un Tom Hanks che è finalmente tornato a essere il grande attore che conoscevamo e che si muove sulla nave della sua storia come se fare il capitano fosse davvero il suo mestiere.

Come leggiamo sullo schermo che siamo nel 2009, capiamo che la storia è vera e che per il povero Tom Hanks, che se ne esce dalla sua casetta accompagnato dalla moglie non ci sarà nessuna speranza di cavarsela a buon mercato né nel suo prossimo viaggio sulla Maersk Alabama nel Golfo di Aden diretto a Mombasa, né di sfuggire alla macchina da presa di Greengrass e Ackroyd che lo avvolgono fin dalle prime scene in un movimento convulsivo e non lo lasceranno mai.

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E' la tecnica realistica di Greengrass, già sperimentata sia nei suoi film politici inglesi, come Bloody Sunday, sia nei suoi film d'azione americani come United 93, i due bellissimi spy con il Jason Bourne di Matt Damon e il più recente Green Zone. Tom Hanks si presta benissimo a questo tipo di cinema, che aveva trovato nella fisicità di Matt Damon il suo protagonista ideale, e riesce a trasferire la sua umanità e tutti i suoi sentimenti di paura, intelligenza, strategia, pietà nel corso della sua avventura come se fosse il Peter O'Toole di Lord Jim.

Il suo non giovanissimo e non atletico Capitan Phillips si ritrova a bordo di una nave mercantile americana, appunto la Maersk Alabama, che deve trasportare a Mombasa un carico di aiuti umanitari, cibo, medicine, benzina, e dovrà affrontare l'attacco di un gruppo di pirati somali armati fino ai denti che lo faranno prigioniero. Nella prima parte del film i pirati, capitanati dal cattivissimo Muse, il mai visto prima ma incredibile Barkhad Abdi, prendono possesso della sua nave, e non essendo i suoi uomini armati, l'unica cosa che possono fare è rispondere all'attacco con gli idranti e poi arrendersi.

CAPTAIN PHILLIPS TOM HANKS E BARKHAD ABDICAPTAIN PHILLIPS TOM HANKS E BARKHAD ABDI

Nella seconda parte Muse e i suoi uomini scappano dalla nave su una scialuppa della nave portandosi dietro Phillips per chiedere un riscatto di dieci milioni di dollari, ma la Marina America e i Seals cercheranno di risolvere la cosa in un'altra maniera. Tutto il film è costruito sul rapporto che Phillips, cioè Hanks, instaura prima con i suoi uomini sulla nave, poi coi pirati, in un gioco continuo, molto alla Benito Cereno di Melville, di sentimenti e di relazioni che di solito i film d'azione alla Die Hard non esplorano.

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Non si tratta, insomma, di fare dei pirati somali dei cattivi più o meno realistici, e questi sono davvero molto realistici, quanto di far esplodere fra loro e il nostro protagonista, che assorbe i caratteri dei suoi antagonisti per poterli dominare e uscire vivo dalla tragica situazione, una sorta di dialogo continuo e continuamente ribaltabile che manda avanti il film svelando contraddizioni e punti di debolezza.

In questo la tecnica di Greengrass e la grande performance umana di Tom Hanks non possono che dominare la scena, anche se averli messo di fronte questo gruppo assolutamente credibile di pirati cattivi che parlano chi più chi meno un inglese approssimativo, rende l'incontro astratto e molto affascinante.

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E' come se i fantasmi di Babo, il cattivo di Benito Cereno, prendessero vita in maniera moderna e si confrontassero con i tanti capitan Phillips della letteratura marinara. Sembra che per accentuare l'effetto reale della sorpresa di Phillips quando incontra i pirati, Tom Hanks abbia incontrato solo sul set della loro prima scena i quattro attori somali scelti da Greengrass come pirati.

Quello che viene fuori fra di loro è un rapporto assolutamente strepitoso a livello cinematografico che farà funzionare il film fino alla fine. Gran film e grandissimo Tom Hanks. In uscita il 31 ottobre.

 

 

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