IL CINEMA DEI GIUSTI - MA CHE BELLA FAMIGLIA! VIOLENZE, RAPIMENTI, OMICIDI: “IL CLAN” DELL’ARGENTINO PABLO TRAPERO E’ UN NOIR FAMILIARE TERRIFICANTE - LA COSA PIÙ INTERESSANTE È AVER AMBIENTATO LA STORIA NELL’ARGENTINA DEI PRIMI ANNI ‘80, DOVE LA VIOLENZA E LA SCOMPARSA DELLA GENTE ERA QUALCOSA DEL TUTTO NORMALE

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Marco Giusti per Dagospia

 

CLAN PABLO TRAPERO 4 CLAN PABLO TRAPERO 4

Ma che bella famiglia! Mai aprire le porte delle sane famiglie borghesi. Non sai mai cosa può aspettarti. Anche se Il Clan dell’argentino Pablo Trapero, il regista di Mondo grua, che ci arriva dalla scorsa edizione del Festival di Venezia, dove ha vinto la Migliore Regia, andrebbe inserito tra i flm d’arte, va detto che è anche e soprattutto un solido noir familiare piuttosto terrificante. E funziona esattamente come un horror realistico tradizionale.

 

Trapero lo ha costruito su storie vere dell’Argentina dei primi anni ’80, quando alla dittatura si stava alternando una prima democrazia. Ma la violenza e il crimine erano ormai entrati nelle case e nelle teste della borghesia che aveva accettato e difeso il potere militare.

CLAN PABLO TRAPERO 1 CLAN PABLO TRAPERO 1

 

Al centro della storia c’è appunto una simpatica famiglia borghese di San Isidro, nella provincia di Buenos Aires, i Puccio, capitanati dal terribile papà Arquimedes, un impressionante Guillermo Francella, un figlio campione di rugby, Alex, cioè Juan Pedro Lanzani, e una serie di altri figli e figlie, che mettono assieme una attività criminale che vedono proprio come un normale lavoro.

 

In pratica sequestrano figli e mogli di ricchi, chiedono lauti riscatti e non fanno mai trovare vive le loro prede. Pam! Pam! Magari Alex qualche dubbio ce l’ha, ma il padre, un compito signore dai capelli bianchi e toni affabili all’interno della famiglia, è senza pietà. La cosa più interessante, a parte una regia piuttosto inventiva, è aver ambientato la storia di questa famiglia criminale nell’Argentina proprio di quel periodo, dove si vede che la violenza e la scomparsa della gente, è qualcosa del tutto normale.

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E’ normale uccidere e è normale vedere come unica risposta al mondo esterno, il calore della famiglia. Anche se alcuni figli preferiscono scappare piuttosto che andare avanti col crimine. E le donne, mogli o figlie che siano, non si azzardano a dire nulla. Nulla di davvero innovativo, ma non male, con una bella tensione, un grande protagonista, e un notevole finale. In sala dal 25 agosto.

 

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