COCA-HONTAS E L’ITALIETTA MORALISTA – COSA C’È DI PIÙ IPOCRITA DI CANCELLARE BELEN DAL FESTIVAL DI SANREMO? IN ITALIA IL SINGOLO CONSUMO DI COCAINA NON È NEPPURE CONSIDERATO REATO – E POI “IL PROBLEMA NON È DROGARSI PRIMA DI SANREMO, MA NON DROGARSI DOPO AVERLO VISTO” (FACCI) – LA RAI NON SI FA PROBLEMI: “SE UN PERSONAGGIO TIRA LO TENIAMO\" - LA TIM FORSE…

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1- I SUOI CONTRATTI LA FICTION RAI LA CONFERMA, LA TIM FORSE...
Alessandra Menzani per \"Libero\"

Belen ha sniffato due volte tre anni fa, dice lei. Peccati di gioventù (aveva 22 anni), dunque nessuna \"punizione\". Sanremo non è in forse perché Sanremo non c\'è mai stato. Il suo nome circolava ma né lei né il suo agente hanno mai ricevuto proposte ufficiali. La Rai, d\'altra parte, non disdegna, pur se trasgressivo, il \"personaggio\" Belen: lei in questi giorni andrà in Sicilia a girare un episodio della fiction Montalbano che la vede protagonista.

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Destinazione: la prima serata della tv di Stato. Poi c\'è il cinema. Oggi la Rodriguez è a Roma per scattare le foto della locandina del prossimo cinepanettone, in uscita a Natale. La Puglia, poi, l\'aspetta per gli scatti della campagna mondiale Miss Sixty. Girerà un film con Eugenio Cappuccio. La vuole Pupi Avati. La ragazza è un tantino sovraesposta ma oggi se non appari non esisti. Un po\' di vacanza (ha affittato una barca, girerà l\'Egeo con la famiglia) poi ancora lavoro.

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È appena stata in Spagna, nel parco naturale di Bardenas Reales, vicino a Saragozza, per girare lo spot Tim che vedremo in autunno. O forse no. Abbiamo chiesto a Telecom se è vero che l\'azienda potrebbe non utilizzare più il suo volto e la risposta non è stata un \"no\". Carlo Fornaro, responsabile Relazioni Esterne Telecom, dichiara a Libero: «Valuteremo. Se un personaggio funziona lo teniamo, se non funziona no. E lo valutiamo attraverso strumenti di gradimento come internet su campioni rappresentativi della popolazione.

Utilizziamo indicatori: se il pubblico proietta valori positivi su un personaggio, questo funziona. Se invece è percepito come negativo, per noi non va più bene. Il gradimento di Belen non è mai era cambiato. Ma in questi giorni stiamo facendo valutazioni». Ma il contratto tra Tim e Belen, da quanto apprendiamo, durerà ancora un anno; alcuni spot
sono stati già girati. «Il contratto con l\'artista viene certamente onorato», spiega Fornaro, «ma non è automatico che gli spot girati vadano in onda. Gli spot vanno in onda se servono».

NovellaNovella Cover Story Corona Belen

Ma la bella argentina dovrebbe stare tranquilla. Il lavoro non le manca. E ora che è single si concentrerà solo su quello. Forse. Fabrizio Corona ieri ha dichiarato che tra lui e Belen non è ancora «scritta la parola fine».

 

2- CONTRO L\'ITALIETTA MORALISTA BELEN A SANREMO ANCHE SE HA SNIFFATO...
Filippo Facci per \"Libero\"

Non so se Belen Rodriguez debba andare o no a Sanremo, me ne importa zero, non so neppure se la ragazza sia intrisa di quella «contrizione operosa» descritta da Alessandro Meluzzi in un suo articolo - su \"Libero\", ieri - che pare scritto da un gesuita. È un problema morale, non penale: in Italia il singolo consumo di cocaina non è neppure considerato reato e non è detto che il sindaco di Sanremo - che non vuole Belen al Festival - ne fosse al corrente. Il caso Morgan, l\'anno passato, fu un\'altra cosa: lo stralunato cantante aveva inneggiato pubblicamente alle droghe come fonte creativa, mica ne aveva parlato a verbale davanti a un magistrato come ha fatto Belen.

PROPOSTE RIDICOLE
Ma il punto non è neanche questo. E non può bastarci neppure il bollare come oggettivamente ridicola la proposta del solito Carlo Rienzi (Codacons) che vorrebbe introdurre un test antidroga per tutti i cantanti e i presentatori e le vallette che parteciperanno a Sanremo. Anche perché il problema non è il drogarsi prima di Sanremo, ma non drogarsi dopo averlo visto.

belenbelen kika

Detto questo, resta spettacolare l\'ipocrisia con cui questo Paese seguita a nascondere la portata autentica del problema cocaina. Ci si ostina a dividere il mondo tra bianco e nero, buoni e cattivi, drogati e normali. Ci si scanna come se la droga riguardasse ancora e solamente spacciatori e devianti, mentre è un\'industria che interviene secondo format di consumo ormai consolidati: ci si veste in un certo modo, si ha una certa auto, si appartiene a un certo ambiente e si hanno certe sostanze da consumare.

Il modello di riferimento, purtroppo, non è Belen o un inarrivabile star system: il mercato degli stupefacenti ormai è in grado di incidere sulle scelte di vita, e i consumatori- persone che si credono informate - in virtù di questo imprinting si illudono di aver fatto una scelta. Antiproibizionismo o repressione non c\'entrano più: potremmo buttarla su frasi a effetto e sentenziare, classicamente, che se eliminassimo tutti i cocainomani del Paese andrebbe sguarnita una buona fetta della classe dirigente e imprenditoriale e finanziaria, questo prima ancora che i palinsesti televisivi si svuotino.

PILOTI E DOCENTI
Ma non è la verità. Il cocainomane interagisce con noi, è il chirurgo, il pilota, l\'investitore dei nostri soldi, la maestra dei nostri figli, persino - si è scoperto di recente - il tranviere meneghino. A fermare tutto questo non basterà escludere Belen e non basterà purtroppo neppure la legge, o una diversa legge. C\'è moltissimo da fare, ma la nostra classe politica e giornalistica ama esibire soltanto crociate, contrasti caricaturali, referendum morali, tesi sociologiche su uomini perdenti e derelitti. Perché, era un perdente Lapo Elkann?

E l\'attore Paolo Calissano? E la modella Kate Moss? E Fiorello, che facciamo con Fiorello, che pure ha ammesso di esserci caduto e pure di brutto? Cacciamo tutti perché non diano il cattivo esempio? Ci raccontiamo che la droga è il famoso spazzino dell\'umanità che ammalia i perdenti? Certo, non mancano eserciti di menomati mentali che assumono droghe perché sono deboli e non ce la fanno, dunque la sera non reggono se stessi e hanno bisogno di stemperare la realtà, stordirsi in una devianza da discoteca.

PupiPupi e Antonio Avati

IL COCAINOMANE
Ma il dramma vero è la straordinaria compatibilità della cocaina col nostro modello di sviluppo: chi pippa non ha una doppia vita, ha una vita sola e intera che la cocaina accelera e concentra, chi la prende non vuole fuggire la realtà ma abbracciarla, lavorare come un pazzo, socializzare come mai riuscirebbe, essere brillante nonostante la stanchezza.

La cocaina è la droga di chi ufficialmente non ne ha bisogno, di chi racconta la gestirà senza problemi. Una sola è la regola non scritta: ciascuno è artefice del proprio destino, se lo beccano cazzi suoi. Basterebbe avere il coraggio di dire questo: la droga piace, la gente la prende da millenni proprio per questo. Ma ha un difetto, uno solo: che non riguarda la moralità o il moralismo di certi maestrini all\'italiana. È un altro, il difetto.

MorganMorgan

ANTICHE RADICI
La cocaina era nella Coca Cola sino al 1901 ed era reclamizzata proprio per questo, la prendevano i gesuiti in America Latina, la prendevano Pio X e Leone XIII e così pure gli Zar delle Russie, i principi del Galles, i sovrani di Svezia e di Norvegia, Thomas Alva Edison, i fratelli Lumière, persino Sigmund Freud che scrisse \"L\'interpretazione dei sogni\" assumendo cinque grammi al giorno; non parliamo della cocaina elargita agli eserciti canadese e tedesco, degli Anni settanta quando la cocaina era celebrata sul New York Times (pur proibita) e quando a sostenere la liberalizzazione della cocaina e della marijuananonera Bob Marley, ma una lobby in cui primeggiava la Fondazione Ford.

Nella classificazione statunitense delle droghe pericolose, datata 1971, la cocaina neppure c\'era: è lo stesso anno in cui Peter Burne, lo psichiatra incaricato di dirigere il programma statale per la lotta alla droga, fu visto sniffare pubblicamente a una festa ufficiale con seicento invitati: che cosa è cambiato? Sono cambiati il progresso scientifico, gli studi, le verità non sommarie che andrebbero pacatamente spiegate anziché mascherarle da predica generica, è cambiato ciò che ha trasformato la nocività di certe droghe in una sentenza della scienza medica: andrebbe spiegato questo, altro che generici predicozzi contro una valletta.

sanremosanremo 2010

È questo l\'unico e terribile difetto della cocaina: fa male, fa molto male, e su questo andrebbe fatta informazione seria e una politica seria. Nella scarsa credibilità dei pedagoghi nostrani, poco scientifici e molto apocalittici, sguazzano intanto le Belen e gli assuntore finto-occasionali, quelli che in tutte le discoteche e cessi d\'Italia si raccontano che sono tutte balle, non è vero niente, la cocaina farà anche male e però insomma, sai com\'è.

FILIPPOFILIPPO FACCI

E mentre gli specialisti e gli esperti e i medici si fanno un mazzo così, in televisione a parlare del problema invitano la modella deficiente, il giornalista reazionario contro quello capellone, la solita poltiglia inutile. Se Belen ha assunto cocaina mica si parla della cocaina: si parla di Belen.

 

 

 

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