COME UN BRUCO NELLA MELA - UN LIBRO SVELA TUTTI I SEGRETI DI APPLE: PROGETTI TOP SECRET, UFFICI SIGILLATI ERMETICAMENTE, CASTE INTOCCABILI E DIPENDENTI MESSI SOTTO TORCHIO E COSTRETTI A NON PARLARSI TRA LORO PER EVITARE FUGHE DI NOTIZIE - C’È UN DETTO CHE CIRCOLA A CUPERTINO: “TUTTI QUELLI CHE CI LAVORANO VOGLIONO ANDARE VIA DA APPLE E TUTTI QUELLI CHE SONO AL DI FUORI DI APPLE VOGLIONO ENTRACI”…

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ADAM LASHINSKYADAM LASHINSKY ADAM LASHINSKY E STEVE JOBSADAM LASHINSKY E STEVE JOBS

"Tutti quelli che ci lavorano vogliono andare via da Apple e tutti quelli che sono al di fuori di Apple vogliono entraci". Il libro "Inside Apple" di Adam Lashinsky, un giornalista del magazine americano "Fortune", uscito lo scorso gennaio negli Stati Uniti e che sarà pubblicato il 18 aprile in Francia, mette in luce le modalità di gestione della società di Cupertino. Un quadro non particolarmente lusinghiero dell'atmosfera che si respira all'interno dell'azienda più famosa e segreta del mondo.

Dalla "splendida" caffetteria, "abbastanza buona" ma troppo costosa per i dipendenti, a differenza di Google che serve halibut alla griglia su un letto di spinaci e patate dolci a 7 dollari, al laboratorio segreto dedicato al packaging, dove vengono testati centinaia di modelli di box, questo piccolo libro di 240 pagine, edito da Dunod, è pieno di aneddoti divertenti, alcuni dei quali già recuperati dalla biografia autorizzata "Steve Jobs" di Walter Isaacson.

Ma "Inside Apple" sbircia "dentro la mela" con un occhio particolarmente critico verso la gestione di Apple, guardando la società di Cupertino "dal basso" attraverso gli occhi dei suoi dipendenti.

ERMETICA E ULTRA-SICURA
Adam Lashinsky si è particolarmente focalizzato sulla segretezza della ditta, che prevale anche all'interno. Ad esempio, "molti dipendenti vengono assunti per posizioni fittizie che non sono mai chiaramente indicate prima del loro arrivo" per paura di fughe di notizie verso l'esterno. Lo stesso vale alle riunioni interne: i partecipanti alle varie tavole rotonde "non possono rivelare quello che fanno nemmeno ai loro colleghi perché si tratta di un progetto segreto".

La società è divisa in compartimenti stagni, "isolando i dipendenti l'uno dall'altro": coloro che lavorano per il lancio dell'iPhone non entrano mai in contatto con quelli che stanno lavorando sull'iPod. L'autore riferisce anche di un "un sistema di caste non ufficiale, dove i designer sono intoccabili" così come un piccolo gruppo di "ingegneri, scienziati e tecnici" scelti.

APPLE CAMPUSAPPLE CAMPUS INSIDE APPLE DI ADAM LASHINSKYINSIDE APPLE DI ADAM LASHINSKY

La segretezza significa anche auto-censura dei lavoratori che "non si mescolano con l'ecosistema della Silicon Valley". I documenti segreti sono consegnati in "una copia cartacea codificata come una banconota", accompagnata dalla clausola legale di licenziamento immediato qualora venissero divulgati.

Anche gli uffici sono costruiti ad hoc per mantenere la massima segretezza dei luoghi. Alte pareti, spesso senza finestre, con i dipendenti che devono strisciare il proprio badge per passare da un'area all'altra. "A differenza del famoso ‘Googleplex', dove un visitatore può passeggiare tranquillamente nei cortili e passare attraverso le porte aperte degli uffici - scrive l'autore - gli edifici della Apple sono totalmente sigillati".

UFFICI GRIGI E CULTURA AZIENDALE "POCO GIOIOSA"
Un altro un piccolo assaggio "amaro" di questa immersione nel cuore della Apple? Gli "uffici arredati in maniera cupa e anonima": "Apple non è un luogo dove è particolarmente piacevole lavorare", scrive Adam Lashinsky. E aggiunge: "Quasi nessuno alla Apple descrive il lavoro come particolarmente simpatico", "quando si è nel campus, non si hai mai la sensazione che la gente si lasci andare". La cultura aziendale è "a volte, ma non necessariamente cooperativa, ma mai gioiosa".

A parte un sistema di "mobbing" informale nei confronti dei cosiddetti "i-Buddy", le nuove reclute, l'azienda non prevede nessun tipo di organizzazione gerarchica all'interna ma si basa sul "concetto di responsabilità individuale", vale a dire che è "il singolo individuo ad essere direttamente responsabile" per una determinata missione e sarà lui, e non un suo superiore responsabile, ad essere convocato per il cazziatone se le cose non sono saranno andate per il verso giusto.

DIPENDENTI APPLEDIPENDENTI APPLE APPLE CAMPUS DI CUPERTINOAPPLE CAMPUS DI CUPERTINO

Cultura dell'eccellenza, forte pressione psicologica, mentalità competitiva e poca mobilità interna: Apple ha più una "cultura della sostituzione che della promozione", andando a reclutare periodicamente personale dall'esterno visto che tutti quelli che ci lavorano scappano a gambe levate dopo pochi mesi.

C'è un detto che circola a Cupertino: "Tutti quelli che ci lavorano vogliono andare via da Apple e tutti quelli che sono al di fuori di Apple vogliono entraci".

 

 

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