COME MAI I RENZIANI SI IMMOLANO PER FAZIO? AH, SAPERLO… - LA GAZZETTA RENZIANA 'RIVISTA STUDIO' SBATTE FABIOLO IN COPERTINA CON INTERVISTA GIÀ SMENTITA DALLO STESSO INTERVISTATO - A 'STUDIO' DICE: ‘ALLA RAI PORTEREMO TANTI INTROITI PUBBLICITARI. RISPARMIERA' MILIONI’. PECCATO CHE AL ‘CORRIERE’ ABBIA DETTO IL CONTRARIO (‘IL PROGRAMMA SARÀ PRESSOCHÉ RIPAGATO DALLA PUBBLICITÀ’) E CHE IL CONTRATTONE MILIONARIO SIA STATO SMONTATO DAGLI ESPERTI

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copertina rivista studio con fabio fazio copertina rivista studio con fabio fazio

Da www.rivistastudio.com

 

La cultura e l’intrattenimento in tv, le polemiche, l’arrivo su Rai Uno: Fabio Fazio si racconta nella storia di copertina di Rivista Studio, in edicola a partire da venerdì 22 settembre. Un’intervista, firmata dal direttore Federico Sarica, che è un bilancio sul ruolo del servizio pubblico, ma anche un’occasione per controbattere alle critiche rivolte al sul nuovo contratto. E, soprattutto, per parlare dei suoi piani per Che tempo che fa, che ritorna a partire dal 24 settembre e che cambia formato: due puntate a settimana, la domenica in prime time e il lunedì in seconda serata, passando dal terzo canale al primo.

 

Il presentatore risponde alle polemiche relative ai costi del suo programma, mettendo in fila i dati: «Questo programma avrà un costo complessivo attorno ai 400 mila euro a puntata. E coprirà tre ore. Vuol dire che avrà un costo di circa 130 mila euro all’ora. Una fiction di tre ore costa costa circa un milione e mezzo di euro. La sintesi è che ogni volta che andremo in onda la Rai risparmierà. Quanti introiti pubblicitari porteremo alla Rai? Tanti. Secondo me la polemica finisce qui. Si liberano risorse e il programma viene ripagato dalla pubblicità. Se il programma poi fa un punto in meno di share rispetto a quel che c’era prima credo sia irrilevante: un punto varrà un milione di risparmio, no? Il calcolo che la Rai ha fatto è questo».

federico sarica ha trasformato rivista studio nel megafono del renzismo federico sarica ha trasformato rivista studio nel megafono del renzismo

 

E prende spunto da lì per dire la sua sul ruolo della televisione pubblica: «Deve stare sul mercato o no? Perché adesso ci sta. Allora se deve starci, deve starci per competere. Per questo allo stato attuale l’ipocrisia di mettere pali, paletti, tetti, è una cosa ridicola. Che per estensione, per come la penso io, può diventare pericolosissima. Trovo infatti pericoloso il concetto che, specie in un’economia di mercato, tutto ciò che è pubblico non debba costare. Quando sento dire che i politici devono essere pagati poco, io tremo. Vorrei che fossero retribuiti il giusto e che si assumessero delle responsabilità. Io penso che tutto quello che è Stato, e in questo sono molto francese, debba essere l’eccellenza. Il primario di un ospedale pubblico deve guadagnare tre volte quello di una clinica privata, non viceversa».

 

federico sarica editorialista di democratica federico sarica editorialista di democratica

Discutendo il rapporto tra cultura e televisione, Fazio si definisce «uno che fa intrattenimento, con tutti. E credo che la mia forza stia lì: un minuto prima chiacchiero con Roberto Calasso e un minuto dopo faccio la spalla a Luciana». Respinge l’idea che il suo sia un programma “pedagogico”, ma ne difende il valore culturale, e di conseguenza la sua valenza educativa: «Io non credo che la televisione possa avere volontariamente una missione pedagogica. La cultura non è una cosa, è un modo di fare le cose».

 

E poi spiega: «Quindi l’aspetto educativo deriva banalmente dal fatto che quando decidi che usi una fotografia ad esempio, lei nel suo giornale o io nella mia scenografia, invece di prenderne una a caso, la scegli. E probabilmente se quella foto è bella, chi la vede percepirà quello che percepivo io quando da ragazzino guardavo Canzonissima: non è che sapevo che mentre la Carrà ballava sullo sfondo stavano disegnando le linee di Mondrian. Vedevo una che si arrampicava sui pali, ma era Mondrian».

federico sarica maria elena boschi federico sarica maria elena boschi

 

«Carlo Freccero disse che Che tempo che fa era il più bel programma di Rai Uno che c’era in giro. Pur andando in onda su Rai Tre. Quindi ripartiamo da una formula di successo», scherza il presentatore. Che poi spiega: «Il programma avrà una domenica molto pop e un lunedì in cui proveremo a fare discorsi di senso compiuto e un po’ più complicati, tenendo sempre conto che siamo a mezzanotte».

 

In questa edizione, Studio esce con doppia copertina: una è dedicata, appunto, a Fazio; l’altra allo scrittore americano Bret Easton Ellis.

matteo renzi fabio fazio matteo renzi fabio fazio

 

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