COMINCIAMO BENE - MENTANA PRESENTA IL SUO GIORNALE E DÀ DEL ''COGLI*NE'' AL GIORNALISTA CHE OSA CHIEDERGLI SE SARÀ CAIRO A FINANZIARLO. IL TUTTO DOPO UN PIPPONE DA 1H30 SUI GIOVANI CRONISTI CHE DEVONO ''OSARE E ALZARE LA VOCE'' - QUALCUNO DICA A CHICCO CHE OGGI, A 60 ANNI SUONATI E 25 ANNI DI DIREZIONI ALLE SPALLE (12 AL TG5), ANCHE LUI È UN ''POTENTE'' VERSO CUI BISOGNA ALZARE LA VOCE... - LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DELL'AGENZIA ''DIRE'' E LE 4 DOMANDE DI ''WIRED''

-

Condividi questo articolo


 

1. MENTANA PRESENTA IL SUO GIORNALE E DÀ DEL “COGLIONE” AL CRONISTA

Nico Perrone, direttore di www.dire.it

 

urbano cairo enrico mentana urbano cairo enrico mentana

Sono accorsi in tanti e in molti stanno spedendo i loro nomi. Una folla di giovani tutta orecchie, corsa ieri al Campus Party di Milano ad ascoltare Enrico Mentana. Tutti pronti a fare i giornalisti nel nuovo quotidiano annunciato dal direttore de La7 che ha già cominciato le selezioni. Devono essere giovani under 33, e se ci sarà qualcuno che sfora, questo dovrà essere un genio, un ‘Ronaldo’ del nuovo mondo dell’informazione. Così ha detto il direttore in un monologo dinanzi a una platea che non si perdeva una parola, adorante. Per un attimo, questa l’impressione, il giornalista aveva assunto le sembianze di un guru che istruiva i discepoli su come dovrà cambiare l’informazione, il mestiere del cronista.

enrico mentana enrico mentana

 

Che si sia trattato di una sorta di trance collettiva, che non si poteva interrompere, lo si è capito quando il semplice (e giovane) cronista dell’agenzia Dire ha riportato tutti alla banalità del quotidiano chiedendo: il giornale lo finanzierà il suo editore Urbano Cairo? Apriti cielo. Una domanda terra terra che ha fatto uscire dai gangheri il mega-super-direttore inventore della nuova frontiera della comunicazione.

 

enrico mentana enrico mentana

Alla fine Mentana, infastidito, ha dato del coglione al cronista della Dire. Per una risata dei suoi adepti ha messo alla berlina un cronista colpevole di fare il suo mestiere. Un lavoro, che se ben fatto, alla fine punta solo a scoprire la verità. E la verità fa sempre male a qualcuno. In questo caso a Mentana, che non vuol dire chi pagherà la sua nuova impresa. Perché se i suoi giovani giornalisti avranno, come ha detto, tutti un contratto, serviranno milioni di euro.

 

Alla fine, come capita sempre con i potenti di turno, Mentana ha preso a male parole il (vero) giovane cronista solo per non rispondere a una domanda scomoda ma lecita. Una parolaccia per lui, una medaglia per l’agenzia Dire, dove lavorano 62 giovani giornalisti, età media 34 anni, contrattualizzati. Ragazzi e ragazze con un anno in più di quelli che vuole Mentana. Fuori target per lui, forse. Ma che non hanno dimenticato che il vero giornalista fa domande e non si inchina.

ENRICO MENTANA ENRICO MENTANA

 

 

QUI IL RESOCONTO DELLA PRESENTAZIONE DI IERI SERA:

Nicola Mente per www.dire.it

 

 

“Cairo non sarà il mio editore, potrebbe darmi una mano con la pubblicità. Mi piacerebbe che questo progetto spingesse verso nuove nuove assunzioni di giovani. Se ci fosse una seria detassazione per tutti i settori d’impresa non ci sarebbero più alibi”. Questo il succo ‘politico’ del discorso di Enrico Mentana durante la presentazione del nuovo progetto, quel giornale under 33 che ancora non ha una data e un nome ma che tanto fa sperare i giornalisti in erba, un progetto che necessariamente, come accenna l’ex direttore del Tg5, “avrà dei garanti”.

 

enrico mentana enrico mentana

Un Mentana lievemente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, che in un discorso non certo breve (un’ora e mezza abbondante) preferisce viaggiare sui discorsi assoluti (“alzate la voce, fatevi sentire“, ripete spesso come consiglio) rispetto a toccare con nomi e cognomi l’attualità politica, con un pensiero ai tanti giornalisti in Italia “che non scendono dalla torre d’avorio” e ai giornali che preferiscono come tutte le aziende “tamponare e salvare l’esistente” invece di investire, rischiare, osare, “non accodarsi” e di conseguenza valorizzare le nuove generazioni.

ENRICO MENTANA A MAI DIRE GOL ENRICO MENTANA A MAI DIRE GOL

 

Accenni al mondo social, ai suoi limiti, alla sua propensione alla disinformazione e al continuo scontro con chi secondo Mentana “va affrontato”, e se necessario “cacciato dal profilo con conseguente bonifica del pozzo”, perché “se mi dici di non essere d’accordo io con te discuto ma se mi dici ‘taci sei pagato dal Pd’ sono costretto a trattarti per quello che sei”.

 

Un Mentana che inquadra il fallimento della Buona Scuola come causa della caduta di Renzi (“voleva accontentare tutti e alla fine non ha accontentato nessuno”, dice) e che non valuta “di destra o di sinistra” la solidarietà ai migranti, perché “si tratta soltanto di umanità”. Insomma, un (lunghissimo) discorso motivazionale, più che una vera e propria presentazione tecnico-organizzativa del progetto, un incontro che ha voluto promuovere in primo luogo l’innovazione dell’approccio del giovane al mondo del giornalismo e del lavoro in generale, con parziale focus sul futuro (incerto) della stampa cartacea e della stampa tutta, costretta ad interrogarsi e a cambiare. Un futuro atteso e ipotizzato “secondo alcuni nel 2046”, come dice Mentana a margine ai cronisti.

 

 

“Gran parte dei giornali internazionali già sono su altri supporti che non sono la carta stretta- aggiunge- infatti il problema di fondo sarà capire come sarà l’evoluzione e in effetti nessuno lo sa capire, ma soprattutto nessuno sa capire come remunerare il lavoro giornalistico”.

 

 

2. QUALCHE DOMANDA SUL PROGETTO EDITORIALE DI ENRICO MENTANA

Estratto dall'articolo di Gaia Berruto per www.wired.it

 

enrico mentana enrico mentana

È un bel segnale e si intravede anche un’evoluzione interessante del pensiero di Mentana, che già dieci anni fa, facendo una lezione a un master di giornalismo, davanti ai trenta aspiranti colleghi fece un’analisi ancora più grigia del settore per poi concludere amaramente: “ragazzi, qua state perdendo tempo, non troverete mai lavoro”. Ora, se non altro, concluderebbe dicendo: “però alcuni di voi li assumo io, dai“.

C’è qualcosa che manca, però, nel discorso di Enrico Mentana. Proviamo ad analizzare il progetto secondo la regola delle 5 Wche i vecchi baroni del giornalismo continuano a insegnare nelle scuole:

 

Who? Chi?

Questo in parte è chiaro: i protagonisti sono Enrico Mentana e giornalisti under 33 (più o meno) che verranno assunti con contratto giornalistico. Certo, l’annuncio per la selezione, pur contenendo quasi tutti gli elementi che qualunque giornalista web deve avere, è un po’ fumoso e non aiuterà Mentana quando si troverà a dover aprire la casella di posta (“avere adeguato background” non è come dire “aver lavorato o collaborato per una testate web per X anni”) e dimostrano una non totale padronanza della materia (“conoscere l’impaginazione tecnica, la grafica del web” significa saper usare WordPress, Photoshop e conoscere l’html? O ci sono altre esigenze?, “trasmettere in diretta” significa che basta saper usare uno smartphone in orizzontale o è richiesta la conoscenza di software di streaming?). Non si parla mai di conoscenza di strategie social, ma immaginiamo che Mentana le dia per scontate.

MENTANA CASAPOUND MENTANA CASAPOUND

 

Un giornale però non è composto solo dai giornalisti. Anzi, c’è un aspetto tecnico che non si può sottovalutare. E poi c’è chi lavora alla raccolta pubblicitaria, chi deve occuparsi del marketing, della strategia social, della grafica: sulle assunzioni di queste figure o sull’impianto che Mentana vorrà dare al progetto non si sa ancora nulla. In un post su Facebook, Mentana ha aperto in modo sibillino a eventuali finanziatori: “Se per motivi loro ci saranno aziende o mecenati in grado di aiutare senza nulla pretendere saranno benvenuti. Per la raccolta pubblicitaria sarà scelto chi farà l’offerta migliore”.

enrico mentana enrico mentana

 

What? Che cosa?

Questo è il punto, incredibilmente, meno chiaro. Una cosa è certa: sarà un giornale online. Durante il suo intervento pubblico, Mentana ha parlato di un giornale pensato per lo smartphone, che però nel 2018 è un po’ lapalissiano (ormai il traffico è perlopiù mobile per tutti i siti e quindi la leggibilità da telefonino è data per scontata, se vuoi avere lettori). Non si sa il nome, non si sa l’obiettivo del progetto editoriale. Ci si immagina si occuperà di tutto, come un quotidiano, ma non sappiamo se avrà un taglio particolare, a parte conoscere il target: i giovani. Ma a cosa ambisce esattamente? A essere un concorrente più piccolo del Corriere, una specie di Vice o un nuovo Post? Cosa avrà di diverso da altri siti online già esistenti in Italia e pensati per quel target?

 

When? Quando?

A settembre si dovrebbe sapere tutto.

 

enrico mentana con silvio berlusconi al-tg-la7 enrico mentana con silvio berlusconi al-tg-la7

Where? Dove?

Non si sa. In un mondo globalizzato, non dovrebbe essere un problema avere redattori sparsi per il globo, ma è anche vero che per funzionare al meglio è utile avere almeno un nucleo di persone nella stessa stanza. Per ora non si sa se ci sarà questa stanza e in quale città.

 

Why? Perché?

Questo è il punto più chiaro di tutto il discorso di Mentana e non serve rispiegarlo.

Si potrebbe aggiungere anche il Come, su cui anche Mentana si sta interrogando pubblicamente. In un post ha chiesto ai suoi follower: “Secondo voi sarebbe giusto un abbonamento del costo di 10 euro l’anno per il nuovo quotidiano online di cui stiamo parlando? E sareste disposti a pagarlo?“. In un altro ha scritto: “La vera forte alternativa sarebbe il crowdfunding“.

 

RENZI MENTANA 4 RENZI MENTANA 4

Quello che è chiaro è che Mentana ha nutrito le aspettative di centinaia di giovani giornalisti senza avere ancora il quadro certo di quello che vuole creare. E di come vuole crearlo: con quali risorse, quali strumenti. Forse anche nella speranza di ricevere aiuti nella costruzione del progetto. Speriamo che l’estate porti consiglio e soprattutto che Mentana abbia la capacità di trovare collaboratori che abbiamo una buona conoscenza del digitale. Purtroppo oggigiorno non basta essere star di Facebook e ottimi giornalisti della tv per creare un sito che stia in piedi.

 

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…