1. TUTTO QUELLO CHE NON AVRESTE MAI VOLUTO MAI SAPERE SUL SESSO TELEFONICO 2. DALL’ALTRA PARTE NON RISPONDONO LE BELLISSIME DONNE SEMINUDE CHE MILLANTA LA PUBBLICITÀ, LE OPERATRICI, VESTITE E CON LE CUFFIE, SONO DONNE MATURE E GRASSE CHE SI FANNO LECCARE LO STILETTO MENTRE INDOSSANO COMODE CIABATTE 3. CONFESSIONE DI UNA SEX OPERATOR: ‘’PER INVENTARE NUOVE STORIE, ALL’INTERNO DEL CALL CENTER ESISTE UNA LIBRERIA DEL PORNO. SE TI CHIEDONO IL SADOMASO E NON LO HAI MAI FATTO, DEVI PURE DOCUMENTARTI. SI TRATTA DI VECCHIE RIVISTE E DI VHS, MATERIALE CHE SPAZIA DAL SOFT ALL’OLTRAGGIOSO, E CHE PUOI PORTARTI A CASA PER STUDIARE’’ 4. MOLTE DI LORO ODIANO IL PROPRIO ASPETTO FISICO E DIVENTARE LA FANTASIA DI UN CLIENTE EQUIVALE A SODDISFARE LE PROPRIE FANTASIE. SI SENTONO DESIDERABILI E DESIDERATE 5. UN CLIENTE ERA FISSATO CON L’ALLUCE DI UNA ATTRICE CHE ANDAVA INFILATO IN QUALSIASI ORIFIZIO, UN ALTRO SOGNA DI ESSERE SCARICATO DALLO SCIACQUONE DI UNA TOILETTE

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da www.cracked.com

 

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Ci sono centinaia di ragazze in lingerie che la sera ti aspettano per fare sesso al telefono, al costo di 4 dollari al minuto. Un utente esperto dovrebbe quantomeno avere il sentore che dall’altra parte non rispondono le bellissime donne seminude che millanta la pubblicità, ma la realtà è ancora più strana e meno sexy di quanto egli pensi.

 

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Le operatrici telefoniche lavorano, vestite e con le cuffie, in un cubicolo del call center. Appena entri in ufficio, vieni salutata da gemiti provenienti da ogni postazione. Il difficile è gemere piano, perché il cliente della collega accanto, potrebbe sentire che stai raccontando la sua stessa storia a un altro. Se se ne accorge, la risposta da dare è: «Oh sì, sono le mie coinquiline, qui siamo tutte incandescenti». Oggi molte operatrici lavorano da casa e non hanno questo problema.

 

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Non sarete sorpresi di scoprire che una operatrice di sesso somiglia più a una persona che cerca la maionese al supermercato che a Theresa Randle in “Girl 6”. Molte di loro odiano il proprio aspetto fisico e diventare la fantasia di un cliente equivale a soddisfare le proprie fantasie. Si sentono desiderabili e desiderate. Tutte vogliono sentirsi così, soprattutto le più anziane.

 

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E’ per questo che la sala ristoro del call center è molto simile a una sala Bingo. La mia collega era contenta che qualcuno la visualizzasse come una giovane magra e bionda, quando era invece una donna di mezza età con una brutta pelle e occhiali bifocali. Un’altra si divertiva a creare elaborati scenari per i suoi clienti al telefono, intricati e espliciti. Era chiaro che si trattasse di personali fantasie, mai realizzate.  

 

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I clienti ci tempestavano di richieste. Volevano incontrarci di persona, se proprio non era possibile, volevano che mandassimo loro la biancheria intima in memoria del nostro incontro. Uno addirittura chiese le mutandine con macchie di ciclo mestruale. Nessuna di noi è così stupida da incontrare un cliente, però alcune mie colleghe mandavano biancheria intima.

 

Il problema è che se sei una donna asiatica di cento chili, non puoi inviare un reggiseno o una mutandina di taglia seconda. La soluzione? Si va a fare shopping. Le mie colleghe vanno a comprare l’intimo a seconda del personaggio che hanno creato per quello specifico cliente, poi ci spruzzano su un po’ di profumo per non farlo sembrare del tutto nuovo. 

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Per inventare nuove storie, all’interno del call center esiste una libreria del porno. Se ti chiedono il sadomaso e non lo hai mai fatto, devi pure documentarti. Si tratta per lo più di vecchie riviste e di VHS, materiale che spazia dal soft all’oltraggioso, e che puoi portarti a casa per studiare. 

 

Qual è il cliente più fastidioso in cui mi sono imbattuta? Un uomo che chiamava una volta al giorno e mi chiedeva di recitare la parte di una bambina. Qualsiasi orrore possiate immaginare, non è così lontano da quello che è uscito dalla sua bocca.

 

Stupisce che non esista un protocollo per gestire una situazione simile. Non sapevo cosa dire. In genere, se non ce la sentiamo, possiamo passare la chiamata a una collega ma dubito che qualcuna mi avrebbe sostituto: «Ehi, c’è nessuno che vuole parlare con un pedofilo che si sta masturbando?».

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Avrei potuto attaccare, ma, alla fine, ho pensato che fosse meglio tenere l’uomo al telefono con me, piuttosto che mandarlo in giro a soddisfare i propri bisogni. Mi spaventa sapere che queste persone vivono nella mia città. Le telefonate sono sempre locali, e quando esci dal lavoro non fai che chiederti se qualcuno che conosci sia un tuo cliente.  

 

Quando il tuo lavoro si basa sulle fantasie sessuali altrui, non puoi né ridere né inorridire. Difficile, considerando che alcuni sognano di essere scaricati dallo sciacquone di una toilette. Un cliente era fissato con l’alluce di una attrice che non specifico e mi chiedeva in continuazione di infilare questo alluce in qualsiasi mio orifizio. Le fantasie fetish sono predominanti. Puoi passare i primi dieci minuti al telefono a farti leccare idealmente gli stiletti di pelle, mentre indossi comodamente le “Crocs”.

 

 

 

 

 

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