COSA BOLLORÈ IN PENTOLA – DOPO LE CESSIONI NELLE TLC, I FRANCESI DI VIVENDI CERCANO DI CRESCERE NEI CONTENUTI – COMPRATA DAILYMOTION, RIVALE DI YOUTUBE, SI GUARDA A SKY E A MEDIASET – IN CASSA CI SONO 10 MILIARDI DA SPENDERE IN ACQUISIZIONI

I manager della società di Vincent Bollorè hanno smentito un interessamento per le tv di Murdoch ma i rumours continuano. In Italia Vivendi si è trovata azionista di Telecom e guarda a Mediaset. Voci anche su un interessamento per il gruppo Lagardère… -

Condividi questo articolo


Stefano Montefiori per il “Corriere Economia - Corriere della Sera

 

I tempi delle pure operazioni finanziarie, anche spregiudicate, sembrano lontani. Vincent Bolloré sta investendo quattro miliardi e mezzo e molte idee per dare vita a un progetto industriale coerente, per la nascita di un colosso europeo dei media.

 

TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA

Il modello è Bertelsmann, il gigante tedesco nato nel 1835 a Gütersloh, che ha saputo superare la bolla della new economy (fase Thomas Middelhoff) per riconcentrarsi nei media e nei contenuti. Come Bertelsmann, anche l’impero di Bolloré ha vecchie origini famigliari, nella cartiera fondata nel 1822 vicino a Quimper, e il finanziere bretone sta ricostruendo Vivendi — dopo i fasti e il crollo di Jean-Marie Messier — puntando sui due pilastri Universal (musica) e Canal Plus (audiovisivi), ai quali in questi giorni si aggiunge la piattaforma di condivisione video Dailymotion .

 

BOLLORE HAVAS BOLLORE HAVAS

Ma siamo solo agli inizi, Bolloré sta prendendo il controllo di Vivendi per ridisegnarla e farne la protagonista di un riassetto delle media company a livello europeo. Intanto, le dismissioni: negli ultimi mesi Vivendi ha ceduto le sue importanti società di telecomunicazioni, in primo luogo SFR che è il secondo operatore francese di telefonia mobile, poi Maroc Telecom e la brasiliana GVT. Bolloré si è liberato anche di Activision-Blizzard , uno dei marchi storici dei videogiochi: la visione di fondo — uscire dalle telecomunicazioni, concentrarsi sui contenuti — ammette delle eccezioni (si veda la partecipazione in Telecom Italia).

 

PIÙ MAGRO

Con queste cessioni, in tre anni Vivendi ha ridotto le sue dimensioni a un terzo, è passata da 30 miliardi di ricavi a 10. Un processo di riduzione e semplificazione, di attaccamento al nuovo core business, per cominciare molto presto una fase di espansione. Bolloré si ritrova in cassa un mucchio di soldi, tanto che il fondo americano PSAM (padrone dello 0,8 per cento di Vivendi) ha protestato chiedendo di dividere il «tesoro di guerra». In effetti, negli ultimi 18 mesi le cessioni di SFR, GVT, Maroc Telecom e Activision hanno portato nelle casse di Vivendi circa 15 miliardi, e solo 5 sono stati redistribuiti agli azionisti. Ma Bolloré è già riuscito a superare l’intoppo, raggiungendo un accordo con il fondo PSAM per redistribuire 2,7 miliardi in più.

Vincent Bollorè Vincent Bollorè

 

Vincent Bolloré sembra tenersi pronto per una campagna di acquisizioni che potrebbe essere lanciata dopo il 17 aprile, giorno dell’assemblea annuale convocata all’Olympia, la storica sala da concerti parigina.

 

Bolloré farà valere il «voto doppio» stabilito dalla legge Florange, che permette di attribuire due diritti di voto per ogni azione detenuta da almeno due anni. Il senso di questa riforma è penalizzare gli investimenti speculativi, e premiare invece gli azionisti che scelgono di impegnarsi in un progetto a lungo termine. Un legge che va a genio al «nuovo» Bolloré. Superata l’opposizione del fondo PSAM, è probabile che il finanziere bretone riuscirà a prendere il controllo totale di Vivendi e potrà disporre a piacimento dei miliardi in cassa.

 

NUOVA STRADA

bollore article bollore article

Per farne che cosa? Intanto, c’è da perfezionare l’acquisto di Dailymotion, una società negli ultimi anni al centro di molti interessi e diventata simbolo dell’intervento dello Stato francese nell’economia. Il sito fa — timidamente — concorrenza a YouTube nei video: 128 milioni di utenti unici al mese contro il miliardo del gigante americano. Ma è comunque una società che ha una sua nicchia di mercato e potrebbe crescere molto in Asia, dove YouTube ha lasciato qualche spazio di manovra.

 

Proprietario di Dailymotion era l’operatore telefonico Orange, a sua volta controllato dallo Stato, primo azionista con quasi il 25%, che nella primavera 2013 provò a vendere Dailymotion a Yahoo!. L’allora ministro per il Rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, si oppose perché non voleva che una startup francese finisse nelle mani di un colosso americano, e non se ne fece nulla.

 

Più di recente, la compagnia di Hong Kong PCCW si è fatta avanti, ma stavolta è toccato al ministro dell’Economia Emmanuel Macron dire no: Dailymotion doveva restare francese o europea. Ecco quindi l’offerta perfetta di Bolloré, pronto a versare 217 milioni perché Vivendi compri l’80% di Dailymotion.

 

Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse

L’acquisizione di Dailymotion conferma la strategia di fondo della nuova Vivendi, alla quale sono state attribuite mire anche su Sky, la pay tv di Rupert Murdoch presente in molti Paesi europei. Le voci riportate da Reuters sono state però smentite da Arnaud de Puyfontaine, chief executive di Vivendi, che al Financial Times ha parlato di «nessun interesse», aggiungendo che anche la rete britannica ITV di cui pure si era parlato non rientra nei piani di Vivendi perché troppo costosa.

 

«Cercheremo acquisizioni con valore intrinseco» che possa essere sbloccato dalle altre società del gruppo Vivendi, dice Puyfontaine. «Non concluderemo affari solo perché siamo in grado di farlo — aggiunge — cercheremo occasioni che creino valore per gli azionisti».

 

VIVENDI TV VIVENDI TV

Bolloré potrebbe essere tentato di agire in Italia, dove si è trovato socio in Telecom Italia, magari guardando a Mediaset. Altrimenti, in Francia, si parla di un interesse per il gruppo Lagardère, che somma marchi importanti nella stampa (da Paris Match a Elle ), nella radio con Europe 1, e nell’editoria con Hachette Livre.

rupert murdoch al party fo rupert murdoch al party fo

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...