DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - COME CAMBIERÀ IL MONDO DEL GIOCO CON L’ARRIVO DI “PLAYSTATION NOW”? - COSA PUO’ ACCADERE ALLA VITA DEI RAGAZZI ORA CHE UNA PIATTAFORMA DI GIOCO IN STREAMING OFFRE LA POSSIBILITA’ DI SMANETTARE A CENTINAIA DI TITOLI 24 ORE AL GIORNO? - LUCI E OMBRE DI UN (POSSIBILE) FUTURO VIDEOLUDICO - L'ANALISI 

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Federico Ercole per Dagospia

 

Quando si apre per la prima volta il menù del servizio videoludico in streaming di Playstation si resta sbalorditi e un poco confusi, considerata la quantità travolgente di titoli giocabili, più di cinquecento mondi possibili nei quali perdersi e ritrovarsi, tra i quali ci sono capolavori che hanno fatto la storia del videogame.

PLAYSTATION NOW PLAYSTATION NOW

 

Persino chi da anni vive con intensità e frequenza il suo videogiocoso amore è inevitabile che trovi tra le tante opere proposte proprio quella che gli era sfuggita, oppure che non ha più nella propria collezione perchè prestata a qualche smemorato che se l’è tenuta per sempre.

 

Così si fanno scorrere i titoli e finalmente si decide di cominciare qualcosa. E’ come essere in una biblioteca civica, così tante possibilità di lettura da restare storditi, salvo che dalle biblioteche possiamo portarci a casa un numero limitato di testi mentre con Playstation Now tutto è possibile. Ma...

 

OMBRE

Per fare funzionare Playstation Now è necessaria una connessione  “a banda larga veloce almeno 5Mbps”, quella di chi scrive oscilla tra i 10 e i 20Mbps. Può essere che malgrado tutto il mio collegamento con internet non sia un granchè o il modem sia obsoleto, tuttavia la mia prima esperienza con God of War 3 Remastered è stata catastrofica. Rallentamenti mostruosi sia audio che video lo hanno reso ingiocabile.

 

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Le cose vanno meglio se si collega un cavo Lan alla console (per fortuna ne ho uno lungo più di 10 metri, considerata la distanza tra modem e tv) ed è vero, le cose vanno meglio con la terza avventura di Kratos, ma si verifica ugualmente un “imput lag” (il ritardo tra la pressione di un tasto e il suo risultato sullo schermo) che trasforma in poco godibile l’esperienza, soprattutto mortifera, perchè ci precipita spesso nel game over. Lo stesso succede con Devil May Cry 4.

 

Nessun problema con giochi bidimensionali e poco pesanti come Guacamelee, ma qui ho sperimentato il disagio (tollerabile ma noioso) dell “coda”: dieci minuti in ua fila virtuale prima di potere cominciare a giocare. insomma prima di sottoscrivere l’abbonamento, tutt’altro che esoso per un tale quantità di esperienze possibili, verificate di avere davvero una valida connessione che non penalizzi fino all’ingiocabilità le vostre sessioni; inoltre è importante che non ci siano altri dispositivi connessi alla rete (cosa difficile se si vive in una famiglia o in un casa condivisa con altri studenti, ad esempio).

 

Quella di Playstation Now è senza dubbio una tecnologia d’avanguardia,  il suo andamento migliorerà pari passo con l’avvento di nuove metodologie di connessione -il 5G è alle porte- tuttavia lo “streaming” solleva altre questioni critiche che non sono solo legate allo stato attuale di internet in Italia.

 

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Possiamo giocare a PS Now anche su PC, ma siamo sicuri che questa strategia infine premierà Sony, o almeno la sua prossima console? E’ vero che le esclusive più contemporanee non sono incluse nel catalogo ma le cose potrebbero cambiare, e perchè quindi dovremmo comprare un nuovo hardware se possiamo invece risparmiare con un comodo e più economico abbonamento? Qualcuno desidera la fine delle console per una tanto vagheggiata piattaforma unica, oppure l’estinzione del supporto fisico su disco dei videogame. Ma ricordiamoci che così se nega il diritto di possesso di un gioco, ci si limita ad affittarlo, con la possibilità che questo possa u giorno scomparire. Non potremo più prestare le nostre copie, collezionarle amorevolmente oppure rivenderle.

 

Può essere infine inquietante che giocando in tal modo abbiamo l’obbligo di stare sempre “connessi” e una delle cose belle del videogiocare è proprio la possibilità di “sconnettersi” sia dalla realtà che dalla rete (anche se ormai è sinistramente quasi la stessa cosa).

Un panorama di videogame tanto vasto messo a disposizione contemporaneamente  può creare confusione nei meno informati e nei più piccoli (è vero PS Now è per i maggiori di 18, ma in molte case questo divieto sarebbe naturalmente ignorato) senza una cultura videoludica.

 

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C’è il rischio di una bulimia che ci trasformerà in giocatori superficiali, che difficilmente porteranno a conclusione un gioco e lo proveranno invece senza passione, per buttarsi subito su un altro e un altro ancora. E’ inoltre inquietante pensare che l’industria videoludica si possa adeguare a questo sistema di distribuzione, sviluppando “prodotti” sempre più orientati ad una consumazione rapida, per favorire un continuo ingresso di mediocri e dimenticabili novità.

 

Oppure videogiochi intesi a puntate -per ora un tendenza ancora così rara da risultare persino affascinante- da consumare periodicamente come puntate di una serie, non una prassi sgradevole ma pericolosa, se intesa come omologazione, perchè minerebbe la struttura ludica alla base di tanti videogame di valore.

 

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Se inoltre quello dello streaming sarà davvero il futuro del videogioco, e ahimé lo sarà quasi certamente, dobbiamo considerare che non ci sarà solo un abbonamento da pagare per giocare ma ogni multinazionale del videogioco proporrà il suo: quello di Ubisoft, quello di Electonic Arts, quello di Square-Enix e così via.

 

E’ anche importante aggiungere che lo stremaing non dovrà mai penalizzare chi conserva le edizioni originali dei videogame. Già oggi è triste che questi dischi per le precedenti console di Sony non possano essere utilizzati sulla Playstation 4 ed è giusto pensare una nuova macchina che sia totalmente retro-compatibile con i “vecchi” giochi, anzichè riproporci un affitto di qualcosa che già possediamo.

 

LUCI

Sarebbe ottuso negare a priori i pregi e le promesse di un servizio come Playstation Now basandosi solo sul suo presente e sui timori di uno dei tanti possibili futuri, malgrado questi siano comunque da tenere in considerazione e possano spaventare e allontanare. Innanzitutto, una volta risolti i problemi di connessione, PS Now potrebbe diventare davvero un’utile biblioteca per studiarvi la storia del videogioco e preservarne in maniera accessibile a tutti i tanti capolavori magari adesso introvabili.

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Tuttavia come in una biblioteca non si entra senza almeno le fondamenta di una cultura letteraria, perchè altrimenti non sapremmo cosa leggere, per i videogiochi vale lo stesso. Ci vorrebbe una formazione di base, un’educazione anche minima che fornisca al pubblico la facoltà di una scelta consapevole e critica. Considerando il pregiudizio diffuso sul videogioco e che in Italia non si studi neanche più la storia della musica alle superiori, è arduo pensare ad una futura propedeutica videoludica nelle scuole, sebbene qualcosa stia cambiando.

 

Non solo online, PS Now offre la possibilità di scaricare alcuni videogame e giocarci offline nella migliore risoluzione possibile. Bisogna connettersi almeno una volta a settimana, prima di avviare il gioco, ma è sufficiente una connessione momentanea. Questa prassi ci permette quindi di vivere il gioco senza le bizze della rete e con l’originale qualità, compressa invece in streaming.

 

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La possibilità di giocare sul proprio PC rende inoltre PS Now utile a chi non possiede o non ha mai posseduto le console di Sony, previo acquisto di un controller, e diventa utile per universalizzare molti capolavori restati finora esclusivi.

 

Quando tutto funziona e giocahiamo davvero, con passione, allora dimentichiamo di essere in streaming e ciò che importa è solo il Videogioco, non il fatto che sia solo un segnale. E’ vero, non abbiamo una scatola da esporre nella nostra collezione, ma è così significante quando l’esperienza risulta immutata? Un viaggio è sempre un viaggio, anche senza souvenir.

 

5 VIDEOGAME DA VIVERE ASSOLUTAMENTE

Ci sono tanti, troppi, giochi noti e già giocati da molti e meglio disponibili su PS Now, tuttavia ecco qualche perla non troppo scontata da recuperare assolutamente.

 

Asura’s Wrath: miti buddisti e induisti miscelati con una fantascienza che ricorda la magniloquenza di Hyperion di Dan Simmons. Gioco che va oltre lo spettacolare, “anime” interattivo che ci fa combattere terribili divinità più grandi di pianeti. Rimane tuttora un’esperienza potentissima.

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Tearaway Unfolded: uscì  in origine per PS Vita, la piccola, abbandonata meraviglia portatile di Sony e quella è ancora la sua sede ideale.  Ma il gioco di Media Molecule, un meraviglioso mondo di carta, va giocato per la profondità delle sue speculazioni sull’ io oltre che per l’arte della sua rappresentazione.

 

Abzu: breve ma meravigliante esperienza subacquea con implicazioni ecologiche e naturaliste. Nuotare con uno squalo bianco, ascoltare il canto delle balene, scoprire le bellezze di un altro mondo acquatico e le decine di animali che lo abitano. 

 

Puppeteer : uno dei giochi di piattaforme, qui tra le quinte di un teatro, più immaginifici mai realizzati. Nei legnosi panni di un bimbo trasformato in burattino in una lotta tra luce e tenebra. Attenti a non perdere la testa. Torment Tides of Numenera: gioco di ruolo fantascientifico dove poco si combatte ma tanto si legge e si riflette. Una narrazzione eccellente, da meditare a fondo, come una grande romanzo illustrato con arte.

 

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