DURANTE GLI ANNI DEL TERZO REICH, I NAZISTI RAPIRONO MIGLIAIA DI BAMBINI NELL’EUROPA DELL’EST PER IL PROGETTO “LEBENSBORN” - L’OBIETTIVO? CREARE UNA RAZZA ARIANA PURA - INGRID VON OELHAFEN FU RAPITA NEL 1942 E SOLO A 58 ANNI HA SCOPERTO LA SUA VERA STORIA - IL SUO RACCONTO NEL LIBRO “I BAMBINI DIMENTICATI DI HITLER”

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Dagotraduzione da www.dailymail.co.uk

 

progetto lebensborn progetto lebensborn

Una donna dell’Est ha raccontato di essere stata strappata alla sua famiglia di origine dai Nazisti per essere “trasformata” in un’Ariana: Ingrid Von Oelhafen fu rapita nel 1942 quando era in Jugoslavia, a Sauerbrunn, per entrare a far parte del progetto Lebensborn; le fu dato un nuovo nome e fu adottata da una famiglia tedesca.

 

Lebensborn, che significa la Fontana della Vita, era un progetto che lo Stato tedesco aveva messo in piedi per costruire una vera e propria razza ariana nel segno del Terzo Reich di Adolf Hitler. Sebbene all’origine con il nome Lebensborn si indicassero le donne che partorivano in anonimato, ad un certo punto fu assegnato al progetto che le SS misero in piedi per rapire i bambini dell’Est Europa e dare vita a una razza pura.

 

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Una volta portati via dalle loro famiglie di origine, i bambini venivano classificati e poi dati in adozione. Fu creata anche una casa famiglia a Monaco, in Baviera, nel 1935 e presto ne vennero fondate altre in tutti i paesi europei durante la Seconda guerra mondiale.

 

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Ingrid ha così deciso di scrivere un libro sulla sua esperienza da bambina del progetto Lebensborn e il co-autore Tim Tate ha raccontato: “A nove mesi Ingrid Von Oelhafen fu rapita dalle SS per far parte del progetto Lebensborn e per la maggior parte della sua vita è rimasta ignara delle sue origini. Solo all’età di 58 anni ha potuto scoprire la verità,  i retroscena della sua vita e di aver fatto parte di questo progetto di Hitler.

 

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La volontà di Ingrid di far chiarezza sul suo passato ha permesso di scoprire i rapimenti di più di mezzo milione di bambini dall’Est Europa all’epoca sotto la dominazione nazista. Così Ingrid venne a conoscenza del suo vero nome, Erika Makto, e della sua famiglia biologica che viveva in Slovenia. Tate aggiunge: “Il progetto Lebensborn portò Ingrid in una famiglia ariana. Nessuno le disse mai quale fosse il suo vero passato”. Poi scoprì anche che i Nazisti diedero ai suoi genitori un’altra bambina al suo posto che visse tutta la vita con il suo vero nome”.  

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Più di mezzo milioni di bambini furono rapiti nel nome del progetto Lebensborn, portati via dalla Russia, dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia, dall’Estonia, dalla Lituania e dalla Norvegia. Nel 1947 i responsabili del progetto Lebensborn furono condotti a Norimberga ma non furono ritenuti colpevoli per i sequestri di questi bambini.

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Nonostante tutto si sa poco di questo progetto secondo Tate perché molti documenti e materiali a riguardo furono distrutti prima della fine della guerra e perché il governo tedesco fece di tutto affinché cadesse nel dimenticatoio anche aiutando gli stessi sopravvissuti. Ingrid nel tempo ha incontrato altre persone che fecero parte del Lebensborn mentre raccoglieva testimonianze per il suo libro: molti raccontarono le loro esperienze con vergogna e riluttanza. “I bambini dimenticati di Hitler” di Ingird Von Oelhafen e Tim Tate.

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