GOMORRA, GO-HOME! I SINDACI DEL NAPOLETANO (TRANNE QUELLO DI PORTICI) VIETANO LE RIPRESE DELLA FICTION: “RISCHIO EMULAZIONE”. POI LA GUARDANO TUTTI

Da Giugliano ad Acerra a Afragola, niente autorizzazione per le riprese di “Gomorra2”. C’è chi spiega il “no” con la difesa dell’immagine della città. A Portici invece il sindaco-magistrato acconsente: “La libertà di espressione è tutelata dalla Costituzione…”

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Dario del Porto per “la Repubblica

gomorra la serie stagione due gomorra la serie stagione due

 

“Non girate quella fiction”. Il sindaco di Giugliano ha negato l’autorizzazione, lo stesso ha fatto quello di Afragola. Il sindaco di Acerra ha detto no prima ancora che gli venisse chiesta. A Portici, dove invece il Comune ha dato l’ok, i Verdi sono scesi in piazza per protestare.

 

Perché tutti vogliono spegnere le telecamere di Gomorra-La Serie 2? Non per «omertà», assicurano gli amministratori, ma per difendere l’immagine delle città e scongiurare «effetti emulativi» sui più giovani.

 

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Il sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, eletto con il centrosinistra, premette di nutrire «stima per Roberto Saviano, il suo libro mi è piaciuto. Ero a Casal di Principe quando fu minacciato dalla camorra. Ma non farei vedere la fiction a mio figlio, perché esalta i personaggi negativi. Sappiamo che qui c’è la camorra, per contrastarla ho chiamato in giunta un ex capo della Dia. Ma ci sono anche tante persone perbene che meritano rispetto. La mia città non può essere accomunata a Gomorra, come accaduto nella prima serie», conclude Poziello.

 

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Sulla stessa linea il sindaco di Afragola Domenico Tuccillo, del Pd: «Le decisioni possono essere discusse, ma vanno rispettate. Se si presuppone la malafede, ci vuole poco poi a parlare di omertà e collusione. Non ho autorizzato le riprese della fiction perché è mio dovere proteggere la comunità, e in particolare un quartiere, quello delle Salicelle, per il quale la mia amministrazione sta lavorando intensamente e che un attimo dopo sarebbe stato identificato con Gomorra. Difendo la libertà di espressione, ma trovo eccessivo pretendere per il plauso per un’opera che rischia di legittimare modelli negativi».

 

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Il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, è esplicito: «La camorra fa schifo e mi fa schifo. Noi la contrastiamo con i nostri atti, che rendono l’amministrazione impermeabile ai condizionamenti. Però le nostre realtà vengono già percepite in maniera fortemente negativa e queste fiction non aiutano. A questo punto, invito Saviano a fare l’assessore nella mia giunta, così potrà misurarsi con il nostro lavoro. Se vuole, può anche far parte delle nostre commissioni di concorso».

 

Non è d’accordo con i colleghi il sindaco di Portici, Nicola Marrone, magistrato eletto con il centrosinistra: «La libertà di espressione è tutelata dalla Costituzione. Autorizzare le riprese non significa sposare la tesi del programma. La fiction è separata dalla realtà. A Portici la realtà racconta che un bene confiscato alla camorra è stato assegnato alle associazioni impegnate sul territorio nel promuovere la cultura della legalità». Nella sua città, le riprese sono già iniziate. Per protesta però, un gruppo di attivisti dei Verdi ha indetto un sit in.

gomorra 2 giugliano gomorra 2 giugliano

 

Nel frattempo, a Castel Volturno, in provincia di Caserta, veniva arrestato per droga un nigeriano che, nel film Gomorra , interpretava in due scene proprio uno spacciatore.

 

«Anch’io mi sono posto il dubbio del rischio emulazione — ammette il sindaco di Portici — ma nell’arte, cinematografica e televisiva, oltre che nel genere letterario, gli eroi negativi hanno sempre avuto una fascinazione».

 

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Quindi rileva: «Se i politici dedicassero un po’ più di energia a risolvere i problemi, lasciando perdere analisi di tipo sociologico, forse la camorra sarebbe più debole».

 

Riccardo Tozzi, fondatore della casa di produzione Cattleya, è più stupito che amareggiato dalle polemiche: «Le autorizzazioni possono essere negate solo per ragioni di ordine pubblico. I divieti basati sul contenuto di un’opera violano le norme sulla libertà di espressione e si traducono in una censura preventiva. Se volessimo, potremmo fare causa a questi sindaci. Non lo faremo, naturalmente, perché il rapporto di affetto e vicinanza che ci lega a questo territorio è molto forte. Però resto sbalordito dal fatto che i sindaci non se ne siano resi conto».

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«Questi comportamenti — aggiunge Tozzi — danno ragione a Rosy Bindi e fanno pensare che esista realmente una volontà di rimuovere certi problemi. E poi, certi discorsi si sentono solo in Italia: negli Stati Uniti va in onda una fiction dove un presidente dem ne combina di tutti i colori e Obama dice di non vedere l’ora di assistere alla seconda serie».

 

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