GUIDO CERONETTI, INTELLETTUALE CHE PIU’ SUBLIME NON SI PUO’, È MORTO ALL’ETÀ DI 91 ANNI – COLTISSIMO, È STATO SCRITTORE E GIORNALISTA, MA ANCHE FILOSOFO, POETA, DRAMMATURGO, TRADUTTORE E ATTORE, DOTATO DI UNO STILE DI SCRITTURA ESAlTANTE – LO RICORDIAMO CON UN ARTICOLO DEL 2014 SULLA VECCHIAIA SENZA EROTISMO: ''IL SESSO È L'UNICO CONTATTO DELLA NOSTRA CARNE E DEL NOSTRO SANGUE CON L'ALDILÀ''

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La Stampa.it

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È morto all’età di 91 anni lo scrittore e poeta torinese Guido Ceronetti. L’artista si è spento nella sua casa di Cetona, nel senese, dove era rientrato dopo un ricovero per un’ischemia. Da una trentina d’anni aveva scelto di ritirarsi in Toscana per dedicarsi soprattutto alla scrittura.

 

L’ultimo libro, «Messia», scritto a Cetona, era stato pubblicato nel 2017. Ceronetti è stato scrittore e giornalista, ma anche filosofo, poeta, drammaturgo, traduttore e attore. Nel 1970 diede vita al Teatro dei Sensibili allestendo insieme alla moglie Erica Tedeschi spettacoli di marionette. Nel corso degli anni vi assisterono personalità quali Eugenio Montale, Guido Piovene, Natalia Ginzburg, Luis Bunuel, Federico Fellini. A partire dal 1985, con la rappresentazione de «La iena di San Giorgio», il Teatro dei Sensibili è diventato pubblico e itinerante.

 

GUIDO CERONETTI LANCIA UNA MODESTA PROPOSTA EROTICA CHE FAREBBE FELICE IL SULTANO DI HARDCORE

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Guido Ceronetti per il "Fatto quotidiano" –articolo del 1 aprile 2014

 

Si può mettere in questo "desolato stillicidio" una goccia di miele che cambi qualcosa? Il sesso, forse, l'Eros che pareggia e trascende la forza della morte? A patto, prima, di aprire gli occhi. Vassilij Rozanov dice che il sesso è l'unica immagine dell'altro mondo ad apparirci in questo; nel citarlo, parlando dei ministri egiziani, Dmitrij Merÿkovskij precisa così: "Il sesso è l'unico contatto della nostra carne e del nostro sangue con l'Aldilà".

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Ci hanno prolungato in mille modi la durata della vita, negando scelleratamente, vigliaccamente, ferocemente, che in tutto questo durare il sesso, la passione, il desiderio sessuale possano, debbano legittimamente avere una parte, senza doversene vergognare.

 

Ma inevitabilmente la negazione del sesso, al limite temporale dell'esistenza, è legato alla negazione assoluta, perfino rabbiosa, isterica, di ogni possibile oltrepassamento della morte, razionale o visionario, perché "morte di Dio" e amputazione psicologica del pene sono la stessa privazione di essere.

 

I VOLGARI COMPRANO LE CAREZZE, I NOBILI LE MENDICANO

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Dunque l'età vera, non retorica, dell'amore è la vecchiaia, quando ci colpiscono di più i mali fisici e "la cavalletta non salta più", come Qohélet 12 dice. Nell'orgasmo senile non c'è sfogo sessuale o voglia di procreare: prevale il volo della visione, l'incantesimo dell'oltrepassamento della morte a cui si è più vicini. È amore allo stato puro, la carne, pur logorata e malconcia, scopre, in una sequenza d'attimo, di non essersi nutrita con tanto triviale sforzo esclusivamente per lucrare un supplemento d'anni a una vita bestiale e priva di scopo. (I figli non sono uno scopo: guardatevi dai cecchini d'ideale, sono dappertutto).

 

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Un aforisma del Filosofo Ignoto fa questa distinzione: I volgari comprano le carezze, i nobili le mendicano. Tutti, con poche eccezioni, vorrebbero essere nobili, almeno nella ricerca di carezze. Allora, vecchioni in cui la speranza non è estinta, scendiamo in strada e mendichiamole... Allunghiamo la mano e il piattino: vuoi scommettere che non ci cadrà una sola moneta? Che tornerai a casa verso sera perfettamente digiuno? Che invece di una goccia di mele la tua nobile richiesta riceverà un metaforico sputo?

 

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L'Egitto, nell'apologia di Merezÿkovskij, ha compreso che il fine dell'amore non è la propagazione della vita, ma la resurrezione dei morti. E che cosa siamo, noi vecchi maschi superstiti di dissolti branchi, moltitudine superflua di schiene deformate, di vertebre dolenti, pelago di deambulanti con attrezzi e assistenti, se non morti da far risorgere, poveri mendicanti di carezze, rifiutate perché troppo rigeneratrici?

 

Tutti questi corpi contro cui si è accanita la vita, in misure diverse, sono costretti a nascondere e a reprimere il bisogno di sesso, e a mendicare silenziosamente carezze per soddisfarlo, non per trabocchi di libido ma perché la prossimità della morte li ha resi bisognosi di scorgere, attraverso orgasmi impalliditi e calore penetrante di creatura giovane, la verità ultima dell'Anàstasis, della morte oltrepassata. Veramente, dentro ogni vecchio, c'è un Urlo di Munch che non cessa mai, eppure niente ne trapela, se non vedono l'Oltre, se non vengono aiutati a intravederlo.

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Tra i frantumi di Luce dispersa, le donne chiamate a comprendere la sessualità della resurrezione si contano come le Pleiadi, e analogamente si contano i mendicanti di carezze così fortunati da incontrarne una. Eppure la loro esistenza è incontestabile! Le incontrano i grandi disabili, le incontrano i grandi assassini. Ti ricordi un film giapponese dei Sessanta, dove una donna si sforza, con dedizione sconfinata, di ridare a un amante reso impotente dalle radiazioni di Hiroshima lo spasimo dell'erezione? E ci riesce, alla fine, semplicemente per aver risuscitato, con l'assiduo contratto, l'anima in catalessi dell'uomo?

 

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Apprendo, approvando, da "La Lettura" del Corriere di domenica 23 giugno, che in paesi nordici come Germania, Olanda, Scandinavia un servizio sociale erotico (nulla a che fare con i centri di prostituzione) provvede a dare sollievo alle pene di astinenza dei disabili - assistiti sì, ma di una carezza intima - lasciati orfani. L'opinione canagliesca corrente è che tali "bisogni" non riguardano la loro condizione!

 

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Non è comprare né mendicare... Immagino si tratti di una forma di volontariato, in cui questi benemeriti vengono chiamati toccatori, toccatrici, presumendo che un contatto (berührung) possa bastare. Nulla certo può tamponare il vuoto di amore-amore, di cui il rimedio resta affidato al miracolo, ma è sperabile che il servizio non escluda i moti di simpatia e il dono creativo dall'amicizia, e la sua pratica sia senza peccati di professionalità, che agghiaccia.

 

VENGONO CHIAMATI "TOCCATORI" O "TOCCATRICI"

Pensarci non costa nulla, ma la sessuofobia cattolica italiana, madre d'infelicità senza nome, mi pare qui da noi insormontabile, qualora si trattasse d'istituire qualcosa di simile, con l'estensione del servizio sessuale all'intera popolazione maschile del paese, tra i sessantacinque e i cent'anni.

 

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E bisognerebbe estendere l'accesso all'Eros sociale alla coppia monogamica, dove la regola è l'intolleranza fisica affettuosamente condivisa dei propri corpi oppressi dal "desolato stillicidio della vecchiaia che avanza" ben presentito da Kerouac, morto giovane, e riconoscere costituzionalmente il sesso come un diritto, senza escludere altri che asceti e refrattari, perché è un crimine negare un salvagente ai naufraghi più naufraghi della vita, un crimine di una civiltà che da qualche millennio ha sbagliato strade su strade.

 

 

 

 

 

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