INSTAGRAM C'ERA GIA' NEL SETTECENTO -  IL MUSEO GETTY DI LOS ANGELES ESPONE LE VEDUTE DI CANALETTO, PANINI E BELLOTTO COME FOSSERO IMMAGINI PROTO-SOCIAL: TURISTI E DIPLOMATICI SI FACEVANO IMMORTALARE SU TELA, IN LUOGHI ESOTICI O AGLI EVENTI IMPORTANTI, PER MIGLIORARE LA REPUTAZIONE ED ISPIRARE INVIDIA

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Kimberly Chrisman-Campbell per “The Atlantic

 

la venezia del canaletto la venezia del canaletto

Il mantra di Instagram ‘Foto, oppure non è mai successo’ in realtà risale all’era predigitale. Lo racconta bene la mostra ‘Eyewitness Views: Making History in 18th-Century Europe’ al Museo J. Paul Getty Museum di Los Angeles, che si occupa del fenomeno illuministico della ‘veduta’, panorama dettagliato di Venezia, Parigi o Roma che diventava souvenir di lusso, una specie di cartolina da portare a casa ed esibire con gli amici.  

 

la demolizione di kreuzkirche 1765 bernardo bellotto la demolizione di kreuzkirche 1765 bernardo bellotto

Ma soprattutto serviva come prova di aver personalmente visitato le meraviglie della civiltà occidentale, come un proto-Instagram. Molte vedute includevano ritratti dei turisti o dei diplomatici che le avevano commissionate. Altre ritraevano eventi che il viaggiatore aveva testimoniato, tipo eruzioni di vulcani o nozze reali.

il rialto di marieschi il rialto di marieschi

 

Le figure, per quanto minori rispetto al panorama, avevano dettagli identificabili ed erano strategicamente illuminate. La veduta doveva dare l’illusione dell’autenticità, talvolta coinvolgere lo spettatore, come fece il Canaletto, che lo mette al centro dell’azione usando la prospettiva di chi sta sulla barca al centro del canale.

 

teatro argentina per giovanni paolo panini teatro argentina per giovanni paolo panini

L’artista romano Giovanni Paolo Panini nelle vedute infilava i suoi autoritratti, dei selfie diciamo. Gli ambasciatori stranieri in Italia furono i primi e sfruttare il potenziale delle vedute: organizzavano cerimonie ed entrate gloriose in città, su carrozze o gondole, e si facevano immortalare sulle tele, per consolidare la reputazione in patria e fuori.

 

il palio di zocchi 1739 il palio di zocchi 1739

Il genere consegnò all’arte la vita urbana di fine Settecento, tra festival, concorsi e divertimenti effimeri. E proprio come la fotografia digitale scatenò un circolo vizioso di competizione. Nei quadri si vedono palloni colorati, fontane che danno vino, archi trionfali, regate imperiali. Allora come oggi, l’obiettivo era ispirare più invidia possibile.

 

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