L’IRAN SCIITA E L’ARABIA SAUDITA SUNNITA LITIGANO PER IL FILM “MAOMETTO”, USCITO LA SCORSA SETTIMANA A TEHERAN - IL GRAN MUFTÌ SAUDITA LO HA BOLLATO COME “ATTO OSTILE” E “DISTORSIONE” DELL’ISLAM PERCHÉ NELLA PELLICOLA VIENE PARZIALMENTE RAFFIGURATA LA FIGURA DEL PROFETA

Il duro attacco del gran muftì è dovuto al fatto che nella pellicola viene parzialmente raffigurata la figura del profeta, cosa assolutamente proibita nell' islam sunnita, mentre tra gli sciiti l' iconoclastia è maggiormente tollerata: “È una parodia del profeta e un' umiliazione del suo status”…

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Simona Verrazzo per “Libero Quotidiano”

 

majid majidi majid majidi

Il braccio di ferro fra le due potenze dell' islam, quella sunnita dell' Arabia Saudita e quella sciita dell' Iran, passa anche per il cinema. Motivo del contendere è il colossal iraniano dal titolo "Maometto", uscito la scorsa settimana a Tehran e in testa al box office del Paese, che ha scatenato l' ira del gran muftì saudita, Abdel-Aziz al-Sheikh, la massima autorità religiosa del regno. Il film, focalizzato sulla vita del profeta da bambino fino all' età di 13 anni, è un «atto ostile» e una «distorsione» dell' islam, ha dichiarato in un' intervista al quotidiano panarabo Al-Hayat, pubblicato a Londra.

 

Il duro attacco del gran muftì è dovuto al fatto che nella pellicola viene parzialmente raffigurata la figura del profeta, cosa assolutamente proibita nell' islam sunnita, mentre tra gli sciiti l' iconoclastia è maggiormente tollerata.

 

il film su maometto di majid majidi il film su maometto di majid majidi

«È una parodia del profeta e un' umiliazione del suo status», ha rincarato Abdel-Aziz al-Sheikh, anche se Maometto non viene mai mostrato in volto ed è lasciato agli altri personaggi il compito di raccontarne la trama. Il colossal - distribuito in 143 sale, lungo quasi tre ore - è costato circa 36 milioni di euro e risulta essere il film più caro nella storia della Repubblica islamica, primo capitolo di una trilogia.

 

il film su maometto di majid majidi 4 il film su maometto di majid majidi 4

La pellicola è stata in parte finanziata dallo Stato e ci sono voluti sette anni per completare le riprese a sud di Teheran. Il regista Majid Majidi ha spiegato che l' obiettivo del suo lavoro, che ha voluto la ricostruzione della Mecca di 1400 anni fa, è restituire una corretta immagine dell' islam, distorta dagli estremisti, e il riferimento è chiaramente al wahhabismo, versione ultraconservatrice dell' islam sunnita applicata in Arabia Saudita, e all' Isis (anche loro sunniti). Il film è pensato anche per il mercato estero, volendo allontanare un' immagine violenta dell' islam e "riabilitarlo" soprattutto agli occhi degli occidentali.

 

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Non a caso è caccia a distributori europei. «In quanto artista musulmano - dice il regista - credo che venga data una lettura sbagliata e deformata dell' islam. Il mio intento è cambiare questa idea, mostrare un islam che non c' entra nulla con il terrorismo islamico e la violenza».

 

E a chi lo accusa di iconoclastia, Majidi replica che «tutto il mondo è curioso di vedere Maometto, ma noi non ne mostriamo mai il volto. Mostriamo il suo corpo di spalle, il profilo». Questo per l' ortodossia sunnita, però, non è abbastanza. Prima del gran muftì saudita contro la pellicola si era scagliata anche l' università-moschea di Al Azhar del Cairo, in assoluto la più importante istituzione sunnita del mondo, che ha chiesto di non proiettarlo.

il film su maometto di majid majidi il film su maometto di majid majidi

 

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Il lancio della pellicola arriva a poche settimane dall' inizio dell' hajj, il grande pellegrinaggio alla Mecca, uno dei cinque pilastri dell' islam, sia per i sunniti sia per gli sciiti, al via il 21 settembre. Già ad aprile Tehran aveva sospeso il piccolo pellegrinaggio, noto come umra, come ritorsione verso Riad, accusata di non aver protetto i suoi cittadini all' aeroporto di Jeddah, che nella città avrebbero subito "abusi sessuali".

 

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