“ODIO DILETTA LEOTTA COME TUTTE LE DONNE DELLA MIA ETÀ DI FRONTE ALLE STRAFIGHE…” - ALBA PARIETTI: "INTERESSE SESSUALE? GLI INTELLETTUALI SONO PIU’ PERVERSI, I CALCIATORI SONO BASICI - UN FLIRT CON MOURINHO? NO MA SONO DISPONIBILE A FARE SI' CHE QUESTA FANTASIA DIVENTI REALTÀ… RAI? QUANDO MAURO MAZZA ERA DIRETTORE DI RAIUNO NON POTEVO  METTERE PIEDE IN NESSUN PROGRAMMA. UNA VOLTA FECI SVENIRE ALAIN DELON…”

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Valerio Palmieri per “Chi”

 

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Sono nata sotto i riflettori. Mio padre fu  uno di quei genitori che, con l’arrivo del benessere, comprarono le prime videocamere per avere ricordi dei figli: mi ha fatto vivere subito da protagonista», racconta Alba Parietti, l’unica donna a finire ogni giorno su tutti i media per qualcosa che ha detto.

 

Come funziona?

«Mi chiamano per chiedermi un parere su qualunque argomento e, ogni cavolata che dico, diventa un caso. Forse è per questo che mi chiamano (ride, ndr), in realtà penso di non essere banale e questo grazie alla mia frequentazione con gli intellettuali che perdono tempo volentieri a parlare con me».

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Domanda. È esplosa in un programma di calcio che si chiamava Galagoal: sono più interessanti sessualmente gli intellettuali o i calciatori?

Risposta. «Che domanda, non c’è paragone. Gli intellettuali sono molto più perversi, i calciatori  sono basici. Altrimenti mi sarei fidanzata con un calciatore».

 

D. Le attribuiscono, però, flirt con Vialli e con Mourinho.

R. «Mi fa piacere perché loro sono i più grandi di tutti. Avrei tanto voluto che fosse vero con Mourinho, anzi, sono disponibile a fare in modo che questa fantasia diventi realtà: se torna all’Inter posso vendere l’anima alla sua squadra».

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D. Anche se suo figlio, Francesco, è il numero uno fra i commentatori televisivi juventini?

R. «Le dico solo che, quando tifavo Mourinho e andavo allo stadio a vedere le partite, l’Inter ha vinto nello stesso anno scudetto, Champions League e Coppa Italia. La leggenda narra che io mandi una foto di mia madre che raccoglie margherite alle persone alle quali voglio bene come portafortuna, non posso rivelare i destinatari, ma hanno goduto tutti di ottima sorte».

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D. Marco Maddaloni, vincitore dell’Isola, l’ha ringraziata.

R. «Lui, posso svelarlo, è uno dei possessori di quella foto: l’ho mandata la mattina stessa della finale a sua moglie, Romina, che me l’ha chiesta dopo aver saputo questa storia».

 

D. L’Isola è stata un “inferno” come dice Alda D’Eusanio?

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R. «Ma no, con Alda è questione di giornate, dipende da come si sveglia. Posso testimoniare, però, che i nostri interventi erano centellinati, ho parlato di più a Sanremo con Pippo Baudo che non mi faceva leggere nemmeno il numero verde».

 

D. Lei, però, si prendeva la parola lo stesso.

R. «Cercavo di dire il mio pensiero in tempo reale, ho fatto la stessa cosa anche dopo il video in cui Corona parlava del presunto tradimento subìto da Fogli. Ci siamo resi conto tutti dell’incidente ma, se mi fossi presa la scena e mi fossi alzata per uscire dallo studio, sarei stata disonesta. Non abbandono mai la squadra per la quale gioco».

 

 

CRISTIANO DE ANDRE E ALBA PARIETTI CRISTIANO DE ANDRE E ALBA PARIETTI

D. Era sbagliato riportare a Fogli quel gossip sulla moglie?

R. «Chi sta sull’Isola vive una condizione di stress e di sofferenza e, quindi, appare indifeso. Certo, un messaggio violento come quello in altre trasmissioni è scontato, ci sono programmi che vivono di quello, la differenza è che negli altri casi il destinatario è seduto in salotto e può anche alzarsi e andarsene, lì no».

 

D. Alda è stata ingenerosa?

R. «Ci siamo sentite frustrate. Abbiamo incassato e reagito con il sorriso, lei ha voluto esternare il proprio malcontento, io l’ho fatto direttamente in trasmissione quando qualcuno ha provato a zittirmi. Ma sono sempre grata a chi mi sceglie, al massimo ripenso a una frase di Groucho Marx: “Ho passato una serata meravigliosa, ma non era questa”».

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D. Dice sempre quello che pensa, è per questo che in Rai non ha potuto mettere piede per anni?

R. «Quando Mauro Mazza era direttore di Raiuno si alzò un muro clamoroso, non potevo  mettere piede in nessun programma. Oggi non so cosa faccia Mazza, ma in Rai ci vado spesso e volentieri. I direttori passano, le Parietti restano».

 

D. La sua amica Paola Ferrari ha detto che Diletta Leotta, con i ritocchi che avrebbe fatto per essere più sexy, non è un modello.

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R. «No, guardi, premesso che Paola per me è più di una sorella,  non posso rispondere anche di quello che dice lei. Si diverte a provocare, se lo può permettere».

 

D. Quindi le piace la Leotta?

R. «È ovvio che la odio, come tutte le donne della mia età di fronte alle strafighe, come le viene in mente solo di pensare che possa piacermi? (ride, ndr)».

 

D. Ai suoi tempi bastavano le gambe, fu soprannominata “la coscia lunga della sinistra”.

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R. «Bastavano le gambe e 18 anni di gavetta. La cosa che mi fa più arrabbiare è che la Leotta sa anche palleggiare, quando l’ho vista con il pallone attaccato al piede ho preso il Maalox come Beppe Grillo».

 

D. Torniamo alle gambe.

R. «Il New Yorker e Le Figaro dedicarono una pagina alla mia bellezza, era un periodo in cui non solo facevo girare la testa agli uomini, li facevo proprio svenire, come accadde ad Alain Delon».

 

D. Quando?

R. «Eravamo ospiti di un programma di Maria De Filippi e, prima di andare in scena, abbiamo avuto una conversazione che lo innervosì così tanto che svenne».

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D. Cosa gli disse?

R. «Quello lo scriverò un giorno nella mia autobiografia, se vuole saperlo deve cominciare a prenotarla».

 

D. Con i francesi è peggio di Salvini: Delon, Lambert...

R. «Parliamo di narcisisti ad altissimi livelli, e comunque amo Delon».

 

D. A proposito di narcisisti, ha rilanciato il ruolo dell’opinionista.

R. «L’ho fatto per necessità perché non mi facevano più condurre, ma adesso vorrei di nuovo un programma mio. Ho partecipato a trasmissioni geniali e innovative come Galagoal, Macao, Grimilde, scritto da me e Giovanni Benincasa, che hanno copiato in Francia mentre in Italia è stato accantonato. Ma non dispero, sono come la goccia cinese».

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D. Qual è la sua abilità?

R. «Guglielmi, direttore storico di Raitre, mi ha detto: “Vedi Alba, tu puoi parlare un minuto di politica e un minuto dopo di cazzate, ma così non annoi e non ti annoi”. Tutti abbiamo bisogno di leggerezza, guarda i 30 anni di Blob, bisogna passare dal dramma alla farsa, non fossilizzarsi sullo stesso argomento».

 

D. Non si rischia di diventare tuttologi?

R. «Se sei la Parietti o Sgarbi no».

 

D. Che cosa pensa di Salvini e Di Maio che mostrano le loro conquiste femminili sui rotocalchi?

R. «Sul piano della comunicazione Salvini ha preso il posto di Berlusconi che, bisogna ammetterlo, era geniale perché sapeva mettersi in contatto con tutti, e lo fa ancora. Di Maio temo sia scuola Casalino».

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D. Ha detto che è difficile avere amiche in tv, perché?

R. «Ho poche amiche storiche come Paola Ferrari e Mara Venier, che hanno una vita interessante da raccontare, e vado molto d’accordo con le fidanzate dei miei ex perché mi piace capire: se hai amato una persona ti piace anche chi ha fatto parte della sua vita».

 

D. Ha amicizie trasversali, è vero che una volta propose al  produttore Bibi Ballandi un programma con lei, Morgan, Sgarbi e Cristiano De Andrè?

R. «All’inizio mi disse: “Mi ripeti i nomi? Lo sai che mi piacciono le tue idee”. Poi capì, e aggiunse: “Ah, ma Albina, per questo programma devi rivolgerti direttamente alla Asl, servono i dottori”».

ALBA PARIETTI FESTA CINEMA ROMA 2017 ALBA PARIETTI FESTA CINEMA ROMA 2017

 

D. Ha visto il Gf?

R. «Guglielmi dice che in tv tutto è cultura tranne la cultura. Guardando il Gf capisci le ambizioni di una parte dei ragazzi di oggi, e non sono troppo alte. Il mio sogno è quello di fare un programma che avvicini i giovani e i grandi attraverso la cultura, l’arte, la musica, il dibattito. È un format che si ripete ogni anno il 2 luglio a casa mia, è la mia festa di compleanno».

 

D. In amore segue sempre storie impossibili?

R. «Ho passato una vita a dare la caccia agli psicopatici, mi piace fare la vittima che diventa carnefice. Poi, certo, mi piacciono anche gli uomini come mio padre che sono bravi, perfetti, indistruttibili. Ma mi attira la follia. Julio Cortázar, un intellettuale francese, diceva: “Per parlare d’amore bisogna parlare con i pazzi, che ne sanno di più, perché gli intelligenti amano intelligentemente, che è come non aver amato mai”».

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