1. LA MERKEL CHE CACCIA IL CAPO DELLE SPIE AMERICANE IN GERMANIA È TUTTO MENO CHE IL SOLITO, COMODO FILMETTO SU BERLINO E LA GUERRA FREDDA, IL MURO E SCAMBI DI SPIE 2. QUI ABBIAMO LA GERMANIA SPIATA DA UN PAESE AMICO CHE DOPO L’11 SETTEMBRE, CON LE SUE NUOVE LEGGI, RITIENE TUTTI LECITO: ANCHE SPIARE GLI ALLEATI. E ABBIAMO UN CAPO DI STATO, LA MERKEL, IL CUI TELEFONINO È STATO TENUTO SOTTO CONTROLLO DALL'NSA 3. MA I TEDESCHI NON ERANO I SOLI AD ESSERE SPIATI DA WASHINGTON, COME RACCONTA LO SCANDALO SNOWDEN. DOVESSE CAPITARE DI AVERE IN MANO CERTE PROVE, HOLLANDE E RENZI (E NAPOLITANO) AVREBBERO LE STESSE PALLE DI BERLINO NEL REAGIRE? L’EUROPA FARÀ UN FIATO? ANCHE COSÌ SI VEDE CHI È STATO E CHI NO. IERI LA GERMANIA DI FRAU MERKEL HA DIMOSTRATO UNA VOLTA DI PIÙ CHE SA TUTELARE LA PROPRIA SOVRANITÀ NAZIONALE

Condividi questo articolo


Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1.SPIONAGGIO USA, LA CANCELLIERA HA LE PALLE. E GLI ALTRI?

10 Obama Sarkozy e la Merkel 10 Obama Sarkozy e la Merkel

La Merkel che caccia il capo delle spie americane in Gernania, dopo aver già beccato due cittadini tedeschi che spiano per Washington e hanno tradito il loro paese, è tutto meno che il solito, comodo filmetto su Berlino e la Guerra fredda. Rievocazioni dei tempi di Breznev, del Muro, degli scambi di spie sui ponti della ferrovia sono fuorvianti e pericolose. A Berlino ci si è sempre spiati, ok. Ma che c’entra?

 

Qui abbiamo la Germania spiata da un paese amico che dopo l’11 settembre, con le sue nuove leggi, ritiene tutti lecito: anche spiare gli alleati. E abbiamo un capo di Stato, la Merkel, il cui telefonino è stato tenuto sotto controllo per non si sa quanti mesi dall’Nsa, l’agenzia per la sicurezza americana. Oggi arriva la reazione, durissima e sprezzante, dei tedeschi. E naturalmente la faccenda fa discutere e crea mille imbarazzi.

 

NSA MERKEL OBAMA VIGNETTA NSA MERKEL OBAMA VIGNETTA

Ma i tedeschi non erano i soli ad essere spiati da Washington, come racconta lo scandalo Snowden. Dovesse capitare di avere in mano certe prove, Parigi e Roma avrebbero le stesse palle di Berlino nel reagire? L’Europa farà un fiato? Noi forse faremmo all’italiana: prima negheremmo, poi faremmo scappare gli agenti della Cia, quindi li processeremmo in contumacia tra mille colpi bassi e un nugolo di strani avvocati, e alla fine arriverebbe la grazia del Capo dello Stato.

 

Anche così si vede chi è Stato e chi no. Ieri la Germania ha dimostrato una volta di più che sa tutelare la propria sovranità nazionale.   

 

2. ALLEATI DE CHE?

Repubblica è il meno amerikano tra i giornaloni italiani e tiene alta la notizia: “Germania-Usa, guerra di spie. La Merkel espelle il capo della Cia a Berlino. ‘Minata la fiducia tra noi’. Lo scandalo degli agenti a soldo degli Stati Uniti infiltrati nell’intelligence tedesca. ‘E’ inaccettabile controllare gli alleati’. Washington: ‘La collaborazione continui’. Anche Schaeuble all’attacco: ‘Vengono le lacrime di fronte a tanta stupidità’. In passato un Chief of Station non sarebbe mai stato espulso, al massimo silenziosamente richiamato” (pp. 14-15).

snowden supercontrollato a mosca snowden supercontrollato a mosca

 

Sul Corriere, le reazioni da Washington: “Così l’intelligence spiazza la Casa Bianca. Furente lo staff di Obama, L’ambasciatore John Emerson: ‘Stavo riparando i danni del caso Snowden, distrutto tutto il mio lavoro” (p. 2). Anche La Stampa di Detroit, che imita il Corriere nelle rievocazioni della “città dove è nata la Guerra Fredda”, riporta il verbo a stelle e strisce: “Washington smorza le polemiche: ‘Berlino decisiva per la sicurezza’. Ma la Casa Bianca è irritata per non essere stata avvertita in anticipo” (p. 11). Angela, che maleducazione!

 

3. PADRI (RI)COSTITUENTI

Ancora un giorno di festa per Repubblica. La “Pravda” renziana titola: “Via libera al nuovo Senato. Renzi: ‘Basta tabù, si cambia. Io autoritario? Mi fate ridere. I frenatori non vinceranno’. Tiene il patto tra Pd e Forza Italia” (p. 2). Poi, la dietrologia giudiiziaria sulle mosse del Banana: “Il fantasma del processo Riuby: “Silvio condannato e salta tutto’.

OBAMA SPIA OBAMA SPIA

 

La tesi è che bisogna chiudere prima del 28, quando arriverà la sentenza di appello per Ruby (sette anni in primo grado) e all’ex Cavaliere potrebbe venire a mancare un genuino spirito costituente. In gran spolvero anche il Giornale: “Prima vittoria. Il Senato sbaracca. Isolati i dissidenti di Pd e Forza Italia. Berlusconi: chi non ci sta è fuori” (p. 1)

 

Ma il fronte bananifero è un po’ in tensione: “I dubbi di Berlusconi: mantenere i patti o prepararsi alle urne. L’ex premier e l’ipotesi della grazia. I suoi: ‘Certo ci spera, vuole crederci” (Corriere, p. 10)

 

obama spia obama spia

Problemi anche con i partiti minori, come osserva la Stampa: “Ma è già scattata l’offensiva dei partitini per cambiare l’Italicum. Ncd e Lega: sbarramenti più bassi. Sfida a Berlusconi. Padani e centristi hanno mostrato ieri cosa succederebbe senza i loro voti. Schifani promette: ‘Vedrete, svolgeremo un ruolo attivo di mediazione anche sulla legge elettorale…” (p. 5)

 

4. ULTIMO FANGO A VENEZIA

La prossimo puntata del film sul Mose si gira a Roma, martedì prossimo. E influirà sul clima politico delle famose riforme. “Galan, primo sì all’arresto. ‘Non c’è fumus persecutionis’. Fi: in aula sarà un’altra partita. Scandalo Mose, la Giunta delle autorizzazioni approva la richiesta del gip di Venezia. Il partito dell’ex ministro vuol far valere la norma anti-carcere per pene fino a 3 anni (Repubblica, p. 6).

 

MATTEO RENZI MATTEO RENZI

Sul Messaggero, si osserva che sarà chiesto lo scrutinio segreto per il voto di martedì, e queste sono le parole di Galan: “La decisione della Giunta era annunciata, ne prendo atto ma sono innocente” (p. 7). Il centrodestra potrebbe chiedere un rinvio alla Boldrini in quanto l’arresto sarebbe contrario alle norme dello svuota-carceri. Il Giornale è già in trincea, dopo il caso Errani: “Per Galan niente garantismo: la Camera lo vuole in manette” (p. 4).

 

Intanto a Napoli, dopo l’assoluzione dell’imprenditore Romeo, si fanno altri conti: “Veleni, arresti, un suicida. E l’inchiesta finisce in nulla. La Cassazione assolve Romeo e gli altri imputati per l’appalto Global Service dopo cinque anni e mezzo” (Giornale, p. 4).

RUBY RUBY

 

5. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Attenzione al risveglio dei mercati con una ripresa così “fragile”, come direbbe il ministro Padoan. “Borse torna la tensione. Risale lo spread, Milano cede l’1,29%. La Bce: ci sono rischi geopolitici. L’interesse a tempo per l’Italia, i nuovi timori degli investimenti esteri” (Corriere, p. 5).

 

MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI SUL PALCO MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI SUL PALCO

“Calo a sorpresa della produzione industriale: a maggio -1,2%”. “Rischio manovra bis: Renzi: escluso. Il premier smentisce misure correttive, ma se il trend negativo continuerà , serviranno interventi per almeno 7 miliardi”, scrive il Messaggero (p. 8). Tira le conclusioni anche il Sole 24 Ore, che suggerisce a Renzie di concentrarsi sulle faccende di casa (“Il coraggio della verità”, p. 1) e suggerisce a Padoan di rifare i conti: “Ora il target del Pil 2014 è un miraggio. La crescita dello 0,8% stimata dal Governo nel Def appare irraggiungibile: problemi per i conti” (p. 8). Per Libero, “L’Italia non riparte, manovra sicura” (p. 8)

 

Intanto arriva una supposta del passato grazie alla famosa truffona nazionale delle quote latte: “Stretta europea sulle multe. ‘Italia, mancano ancora altri 1,39 miliardi’. Le somme dovute da circa 2000 produttori riguardano il periodo dal 1995 al 2009. Nuovo richiamo da Bruxelles, si rischia il ricorso alla Corte di Giustizia. Coldiretti: accumulati errori per la sottovalutazione delle politiche comunitarie” (Corriere, p. 39). Nessuno ha truffato nessuno? Abbiamo per caso solo sottovalutato la possibilità di non farla franca?

EX MINISTRO GIANCARLO GALAN EX MINISTRO GIANCARLO GALAN

 

6. EXPO O NON EXPO? INTANTO IL VECCHIO FRIGERIO ACCENDE LA MEMORIA

Libero pubblica l’istruttivo “Memoriale Frigerio”: “Vi spiego io gli affari della sinistra in Expo’. In esclusiva il memoriale dal carcere di Frigerio da cui emergono i legami attuali del compagno G con ex Pci, notabili Pd e ministri dell’esecutivo Renzi: ‘Ha relazioni con Fassina, Barca e il guardasigilli Orlando’.

 

Il risultato delle gere “semplificate dai governi Letta e Renzi? Il trionfo delle coop rosse”. E poi, su Pisapia e dintorni: “Tutta l’élite politica milanese, a cominciare dal sindaco, era favorevole a collocare la Città della Salute sull’area del Cerba favorendo anche Mediobanca” (p. 3). Se l’ex democristiano Frigerio inizia davvero a cantare, ci sarà da divertirsi.  

VASCO ERRANI VASCO ERRANI

 

7. ALI-TAGLIA, STRAZIO SENZA FINE

Negoziato ancora in salita per salvare l’Alitalia dei Capitani coraggiosi: “Alitalia, il governo scende in campo: esuberi o chiusura, non c’è alternativa. Renzi: ‘Non si può aver paura di dire le come come stanno’. Il negoziato iniziato in mattinata e sospeso è ripreso in serata. Del Torchio: continuiamo a lavorare, ci sono tante cose da fare” (Messaggero, p. 17).

 

Il Sole racconta: “Altro credito dalle banche. Il piano di Etihad richiede che gli istituti finanzino la nuova compagnia con 300 milioni di euro. Le perdite del 2013 hanno determinato “una situazione di tensione finanziaria”. In pegno alle banche Unicredit, Intesa Sanpaolo e MPs il 100% del capitale della società che gestisce il programma Mille Miglia” (p. 22).

ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

Il Cetriolo quotidiano la butta in politica e attacca: “Alitalia e statali, Renzi provoca ancora i sindacati. Tagllio ai permessi sindacali e accordo sulla compagnia, ‘oppure si chiude’” (p. 6)

 

8. C’ERAVAMO TANTO ODIATI

Il Fatto scava un po’ sul matrimonio internettiano tra il Banana e il Sor-genio De Benedetti: “Pubblicità sul web, a rischio l’inciucio tra De Benedetti & B. Il Gruppo Espresso smentisce l’alleanza con Mediaset (più Banzai e Rcs) per cercare di arginare lo strapotere di Google e Facebook nel mercato delle inserzioni online” (p. 9). Brucia ancora la figuraccia dell’estate 2005, quando un’alleanza con Arcore fu fermata da resistenze interne al gruppo Espresso.

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...