IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - IL CINEMA BIS PERDE UNO DEI SUOI VOLTI PIÙ PAUROSI: JOHN KARLSEN, 97 ANNI, ATTORE NEOZELANDESE TRAPIANTATO IN ITALIA DAI PRIMI ANNI ’50 AL 2000 - VECCHIO MALIGNO OSSUTO E CON SGUARDO DA RAPACE ANCHE NEI SUOI PRIMI RUOLI, SI SPEGNE DOPO UNA VITA PASSATA A FARCI PAURA QUASI IN OGNI RUOLO NEL CINEMA ITALIANO SOPRATTUTTO DI GENERE

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Marco Giusti per Dagospia

 

JOHN KARLSEN JOHN KARLSEN

Anche i cattivi degli horror muoiono. Il cinema bis perde uno dei suoi volti più paurosi. John Karlsen, 97 anni, attore neozelandese trapiantato in Italia dai primi anni ’50 al 2000, vecchio maligno ossuto e con sguardo da rapace anche nei suoi primi ruoli, si spegne a Auckland in Nuova Zelanda, dopo una vita passata a farci paura quasi in ogni ruolo nel cinema italiano soprattutto di genere.

 

E’ stato vampiro, inquisitore, demonio, medico e frate malvagio, perfino De Sade in Il Marchese De Sade e i suoi vizi e Caifa ne Il Messia di Rossellini. E’ passato dall’horror all’eurospy, dal comico al thriller con grande disinvoltura. Con un fisico impossibile da non notare, lo troviamo nei film più diversi, La maja desnuda di Henry Koster, forse il suo primo film, in Lycanthropus di Paolo Heusch, Il lago di sangue di Michael Reeves, La cripta e l’incubo di Camillo Mastrocinque, Fenomenal e il tesoro di Tutankamen di Ruggero Deodato ma anche in molti film di Fellini, 8 ½, Casanova, Amarcord, nel Galileo di Liliana Cavani e ne Il boom di Vittorio De Sica, dove è l’oculista che toglie l’occhio a Alberto Sordi.

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Negli anni del boom della Hollywood sul Tevere, è uno dei pochi attori in grado di poter parlare fluentemente inglese a Roma, sia nei film di coproduzione sia nei film americani e inglesi girati a Cinecittà. Eccolo in Cleopatra di Joseph L. Mankiezicz, in Modesty Blaise di Joseph Losey, in Francesco D’Assisi di Michael Curtiz, ma anche in Maciste all’inferno e ne Le sette spade del vendicatore di Riccardo Freda, nell’episodio diretto da Louis Malle in Tre passi nel delirio.

 

Passa con indifferenza dai ruoli minuscoli nei primi anni ’60 a un unico ruolo da protagonista nel curioso thriller L’oro di Londra, firmato da Billy Moore, cioè Guglielmo Morandi, in mezzo a un cast composto quasi interamente da attori anglofoni che abitavano a Roma. Ma spesso non ha nemmeno la gloria del nome sui titoli di testa o di coda. Recita con Franco e Ciccio in 2 mafiosi contro Goldginger e con Totò e Peppino in Totò e Peppino divisi a Berlino, perfino con Carlo Verdone in Stasera a casa di Alice. Alberto Sordi, come Fellini, lo vuole con sé in vari film.

 

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Ma è nel gotico e nell’horror che ha i ruoli maggiori. Un percorso che lo porterà dai classici dell’italian gothic anni ’60 a ruoli in Frankenstein Unbound di Roger Corman nel 1990, a La Chiesa di Michele Soavi, ai recentissimi La sorella di Satana e a La setta dei dannati, girato nel 2003 in Nuova Zelanda con Heat Ledger.

 

Per la versione tv de I promessi sposi del 1993, diretta da Salvatore Nocita, divide con Dario Fo il ruolo dell’Azzeccagarbugli. Fo è destinato alla sola versione italiana, Karlsen a quella internazionale. Poco si sa della sua vita privata. Sembra che l’amicizia con la celebre casting Shaila Rabin gli abbia spalancato molti set. Ma con quella faccia paurosa da uccello spennacchiato sarebbe stato comunque difficile non notarlo.

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