IL NECROLOGIO DEI GIUSTI: "NON SARÀ FACILE DIMENTICARE IL RUOLO CHE STANLEY DONEN, SCOMPARSO OGGI A 95 ANNI, HA AVUTO NELLA STORIA DEL CINEMA. DIFFICILE GIRARE QUALCOSA DI COSÌ PERFETTO COME LA SCENA DELLA DANZA DI GENE KELLY IN "CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA". O COME I BALLETTI IN "SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI". PER NON PARLARE DEI GIALLI ULTRASOFISTICATI E DELLA PRIMA COMMEDIA GAY COME "QUEI DUE" – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

Difficile girare qualcosa di così perfetto come la scena della danza sotto la pioggia di Gene Kelly in Cantando sotto la pioggia. O come i balletti dei sette fratelli boscaioli in Sette spose per sette fratelli. Per non parlare di gialli ultrasofisticati come Sciarada e Arabesque, di una commedia moderna come Due per la strada, della prima commedia gay come Quei due.

STANLEY DONEN STANLEY DONEN

 

Non sarà facile, insomma, dimenticare il ruolo che Stanley Donen, scomparso oggi a 95 anni, ha avuto nella storia del cinema. Sia nel mondo del grande musical anni ’50 della Metro Goldwyn Mayer, tra un Gene Kelly e un Fred Astaire, tra un Michael Kidd e un Vincente Minnelli, sia nella commedia, sia dopo, quando la grande Hollywood era scomparsa. Ultimo rimasto di tutta una generazione della Golden Age fatta di personalità come Vincente Minnelli o George Cukor, George Sidney o lo stesso Gene Kelly, con un carattere non così facile, Stanley Donen è stato un perfezionista, ma anche un grande innovatore proprio nel musical, il genere per il quale lo ricordiamo con più affetto.

 

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Anche se non è facile per nessuno capire nella coppia prima di coreografi poi di registi che formò con Gene Kelly di chi fosse il contributo maggiore, dobbiamo riconoscere che Cantando sotto la pioggia è un capolavoro, ma lo sono anche Un giorno a New York, il suo esordio nella regia proprio assieme a Gene Kelly, con Ann Miller e Frank Sinatra, scritto da Adolph Green e Betty Comden, ma anche Sette spose per sette fratelliCenerentola a Parigi, dove Fred Astaire, col contributo di Richard Avedon, crea l’immagine di Audrey Hepburn, Indiscreto, con Cary Grant e Ingrid Bergman, un film che non rivediamo da tanto tempo. E sono bellissimi anche certi suoi film meno noti, E’ sempre bel tempo, l’ultimo film che codiresse con Gene Kelly, Tre ragazze di Broadway, con Marge e Gower Champion, L’erba del vicino è sempre più verde, con Cary Grant, Deborah Kerr e Robert Mitchum, il curiosissimo Il mio amico il diavolo, con la coppia di comici inglesi Peter Cook-Dudley Moore e una esplosiva Raquel Welch nei (pochissimi) panni della peccaminosa Regina di Saba.

 

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Stanley Donen, dopo l’esordio clamoroso con Gene Kelly e un altrettanto clamoroso divorzio, passò con sicurezza dal musical alla commedia al giallo, con titoli di grande successo. Dirigendo star del calibro di Cary Grant, Yul Brynner, Audrey Hepburn, Doris Day, Jane Powell. Pronto però sempre a rinnovarsi, a giocare su copioni non così facili per Hollywood, come Pacco a sorpresa tratto da Art Buchwald, con Yul Brynner, Mitzi Gaynor e Noel Coward, il già menzionato Quei due con Rex Harrison e Richard Burton.

 

Diresse anche una versione musical de Il piccolo principe con Richard Kiley e Gene Wilder, una sorta di commedia omaggio agli anni passati, In tre sul Lucky Lady, con Gene Hackman, Burt Reynolds e Liza Minnelli, figlia del suo amico Vincente, un tardo film a episodi, Il boxeur e la ballerina, con George C. Scott e Red Buttons. Provò di tutto, anche la fantascienza con Saturn 3, in realtò lo finì dopo il disastro del regista che era stata contrattualizzato, con un trio di protagonisti davvero mal assortito, Kirk Douglas, Farrah Fawcett e Harvey Keitel. Per poi toccare i videoclip con Lionel Richie, le serie sofisticate con Moonlighting, titolo celebre con Cybille Sheperd e Bruce Willis protagonisti. Da coreografo, assieme a Gene Kelly, nella Hollywood degli anni ’40, lo troviamo alle rpese con film e sequenze eccezionali.

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Pensiamo solo al balletto in Ancor Aweigh che vede Gene Kelly assieme al topo animato Jerry, una scena che sembra abbia studiato alla perfezione. O al successo delle coreografie di Take Me Out To The Ball Game, con Gene Kelly e Frank Sinatra, che venne firmato da Busby Berkeley, e che permise a lui e a Kelly di esordire con Un giorno a New York. In sette anni di contratto alla MGM, negli anni d’oro della MGM, anzi, vide e sopportò di tutto. Venne cacciato dal set da Esther Williams, completò segretamenete un film di Vincente Minnelli, Kismet, diresse una commedia con Larry Parks e Elizabeth Taylor, Love Is Better Than Ever, che venne censurata quando si scoprì, in piena caccia alle streghe, era comunista. Qualcosa dell’attività sua e di Gene Kelly a Hollywood da intellettuali marxisti si capisce nel curioso film dei Coen, Hail Caesar! Provò anche a progettare numerosi ritorni al cinema, un Dottor Jekyll con Michael Jackson che gli scandali sessuali del cantante non permisero di portare a termine, commedie con la sua ultima compagna, l’adorabile Elaine May.

 

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Donen ha avuto comunque una vita lunga e di grande successo, iniziata a Broadway nei musical di George Abbott e proseguita a Hollywood, ben cinque mogli, più o meno tutte legate al mondo del cinema. Jeanne Coyne (1948-1951), che poi si sposò Gene Kelly, Marion Marshall (1952-1959), Adele O’Connor Beatty (1960-1971), Yvette Mimieux (1972-1985), Pamela Braden (1990-1994), senza contare Elaine May, che rimase con lui dal 1995 fino alla fine. Tre figli.

 

Non vinse mai un Oscar coi suoi film, ma gliene dettero uno onorario nel 1998, oltre a un Leone d’Oro alla carriera nel 2004. Glielo consegnò, in una cerimonia particolarmente concitata al Teatro La Fenice, una Sophia Loren molto divertita, che lui aveva diretta in Arabesque nei tardi anni ’60. Colto, scontroso, sprezzante, Stanley Donen da tanti anni faceva parte di un mondo che non esiste proprio più e che rappresentava praticamente da solo.  

 

 

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