IN NOMINE RAI: PER L'AD IN POLE C’E’ SALINI (SOSTENUTO DA TRIA E DI MAIO), È BRACCIO DI FERRO M5S-LEGA PER IL TG1 - SALVINI VORREBBE GIORDANO, DI MAIO LA GABANELLI. NELLA ROSA DEI NOMI ANCHE SANGIULIANO E MATANO - IPOTESI SCIARELLI AL TG3

-

Condividi questo articolo


Marco Conti per il Messaggero

Salini-Fabrizio-ok-600x400 Salini-Fabrizio-ok-600x400

 

«Il metodo è quello di parlarsi francamente tra premier, ministro competente e rappresentanti delle forze politiche di maggioranza». Il tono con il quale ieri pomeriggio il premier Conte ha annunciato il meccanismo - non proprio rivoluzionario - per decidere i due membri del cda Rai, conferma il clima teso che c' è nella maggioranza sulle nomine Rai. Una tensione che anche il ministro Tria non nasconde quando a Salvini manda a dire che può incontrare chi vuole dei possibili e futuri ad della Rai, ma che questo «non condiziona il ministro competente».

 

La tensione si è scaricata a palazzo Chigi nel lungo vertice serale finito senza una decisione malgrado le tre ore di discussione. Intorno ad un tavolo - con un certo andirivieni - Conte, i vicepremier Di Maio e Salvini e il ministro dell' Economia Tria al quale spetta proporre al consiglio dei ministri di venerdì i nomi dell' amministratore delegato e del possibile presidente Rai.

MARIO GIORDANO MARIO GIORDANO

 

Alla riunione il ministro Tria si è presentato con tre nomi di possibili amministratori delegati: Andrea Castellari (Viacom), Marcello Ciannamea (responsabile palinsesti Rai), Fabrizio Salini (già Fox e La7). Quest' ultimo resta il favorito per il sostegno non solo di Tria ma anche dello stesso Di Maio. Lo scontro vero si è acceso quando si è passati a discutere dei direttori dei tg e delle reti e di cosa avrebbe dovuto fare Salini, o chi per esso, una volta nominato. Soprattutto, con quale criterio avrebbe scelto i direttori dei Tg e delle reti.

 

milena gabanelli dataroom rai 6 milena gabanelli dataroom rai 6

Nella logica dei due vicepremier il nuovo ad dovrebbe seguire il manuale Cencelli del cambiamento che prevede delle innovazioni ancora non del tutto condivise. Lo schema Di Maio prevede, l' ad in quota M5S e il presidente Rai alla Lega, il Tg1 al M5S (Milena Gabanelli) in quanto primo partito, il Tg2 alla Lega, il Tg3 in quota sinistra non Pd (Federica Sciarelli) e la Tgr alla Lega-cdx (Nicola Rao).

 

Lo schema Salvini riconosce ai grillini il diritto di scegliere l' ad, è pronto a prendersi la presidenza (anche se non con entusiasmo) ma rivendica invece il Tg1 alla Lega (Mario Giordano), proprio perchè il M5S avrebbe l' amministratore delegato. A seguire, sempre secondo Salvini, il Tg2 al M5S e il Tg3 all' opposizione con un nome un po' Pd, un po' cdx e un po' M5S (Alberto Matano).

 

alberto matano (1) alberto matano (1)

Ovviamente sono cominciati a girare anche altri nomi specie dopo che in serata la riunione si è allargata a Stefano Buffagni e Giancarlo Giorgetti. Gennaro Sangiuliano, Luciano Ghelfi Alberto Matano gli altri nomi entrati nel confronto, ma sui due schemi lo scontro è stato durissimo con Salvini molto deciso a portare a casa la poltrona della rete ammiraglia e Di Maio altrettanto deciso a sbarrargli la strada.

 

IL BUCO Sempre nella logica del questo a me e questo a te, la poltrona di presidente della Rai dovrebbe andare -come già detto - alla Lega, proprio perchè i grillini avrebbero l' ad. Nei giorni scorsi sembrava fatta per Giovanna Bianchi Clerici, ex parlamentare del Carroccio e per sette anni nel cda Rai. Ieri Salvini ha proposto il suo nome, ma Di Maio ha frenato ricordando all' alleato non solo il problema giudiziario della Bianchi Clerici che ebbe proprio come componente del cda, ma anche che il presidente deve essere votato dalla Commissione di Vigilanza. Particolare, questo, che ieri Daniela Santanchè e Federico Mollicone - componenti della Vigilanza per FdI - hanno sottolineato chiedendo che la scelta del «presidente di garanzia» venga condivisa.

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

Di piani industriali, riorganizzazione, possibili accorpamenti o eventuali vendite di reti, nemmeno l' ombra. Almeno nella riunione conclusa a tarda a notte e che per tensione e scontri ha sicuramente battuto i summit che, sempre i quattro hanno avuto per decidere i vertici di Cassa Depositi e Prestiti.

GENNARO SANGIULIANO GENNARO SANGIULIANO salvini salvini sciarelli sciarelli

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)