1. IL NUOVO PATTO DEL NAZARENO STRETTO LA SERA DI MARTEDÌ LUCA LOTTI E DENIS VERDINI A PALAZZO CHIGI: SI APPROVA L’ITALICUM AL SENATO PRIMA DELLE ELEZIONI DEL NUOVO CAPO DELLO STATO, MA SI SCRIVE CHE NON SI VA A VOTARE PRIMA DEL SETTEMBRE 2016 2. PER QUELLA DATA BERLUSCONI SPERA DI ESSERE NUOVAMENTE CANDIDABILE E CHE SALVINI SI SIA UN PO’ SGONFIATO. SULL’ALTRO FRONTE, RENZI HA IL PROBLEMA DI NON AFFRONTARE IL VOTO SUL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CON UN PARLAMENTO DILANIATO 3. VENDETTA DEL QUIRINALE. PER LA PROCURA DI PALERMO IL CSM SCEGLIE FRANCESCO LO VOI 4. INTERVISTONA PER JAMES HOGAN, IL CAPO DI ETIHAD, PARLA DI “CDA DI GRANDE QUALITÀ”, MA SI DIMENTICA DI CITARE LUCHINO DI MONTEPARIOLO. CHE CI SARÀ RIMASTO ASSAI MALE

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

Il nuovo patto del Nazareno l’avrebbero stretto la sera di martedì Luca Lotti e Denis Verdini a Palazzo Chigi: si approva l’Italicum al Senato prima delle elezioni del nuovo capo dello Stato, ma nella legge elettorale si scrive chiaro e tondo che non si va a votare prima del settembre 2016. Per quella data Silvio Berlusconi spera di essere nuovamente candidabile e che il fenomeno Salvini si sia un po’ sgonfiato. Sull’altro fronte, Renzie ha il problema di non affrontare il voto sul presidente della Repubblica con un Parlamento dilaniato dallo scontro sulle riforme.

 

Ancora una volta, dunque, il patto del Nazareno regge e sembra figlio delle rispettive debolezze dei contraenti. E’ questa la sua forza, il suo motore. Berlusconi e Renzi sono destinati a reggersi l’uno con l’altro ancora per lungo tempo, perché quello che conta non sono i sondaggi sul Parlamento di domani, ma le truppe parlamentari di oggi, con Forza Italia che può contare ancora su un bel drappello di deputati e Renzie che non controlla pienamente i suoi gruppi parlamentari. Se poi Renzie e Berlusconi riusciranno a eleggere insieme il successore di Re Giorgio sarà l’apoteosi del Patto del Nazareno, dato per morto troppo presto.

renzi e berlusconi 2 2 renzi e berlusconi 2 2

2. IL MIRACOLO IN VITA DI BERGOGLIO 
Riprende il dialogo tra Cuba e Stati Uniti ed è una pagina di storia davvero imprevista. Il Corriere titola in prima: “Crolla l’ultimo muro grazie al Papa” e dentro racconta “Telefonate e lettere, la tela di Francesco. Il Papa che viene “quasi dalla fine del mondo” raccoglie l’eredità di Wojtyla e Ratzinger. La mediazione tra Obama e Raul Castro, l’incontro segreto tra delegazioni in Vaticano a ottobre” (p. 6). A questo punto possibile un viaggio di Obama a Cuba nei prossimi mesi (p. 2). Repubblica dà conto dell’”ira dei repubblicani” e spiega che “le lettere ai due leader sono state la mossa segreta del Papa che porta alla svolta” (p. 3). Lo scrittore Frederick Forsyth dice: “La guerra fredda è finita davvero, ora posso smettere di scrivere” (p. 7). 

Dopo i discorsi sulla riconciliazione ecco la prima azione tra obama raul castro e dilma rousseff Dopo i discorsi sulla riconciliazione ecco la prima azione tra obama raul castro e dilma rousseff

Il Sole 24 Ore definisce Papa Francesco “broker della pace” (p. 12), mentre la Stampa titola a tutta prima: “Cade il muro fra Usa e Cuba. L’annuncio dei due presidenti: ‘Merito della mediazione di Papa Francesco”. “Bergoglio da mesi in prima linea per tessere la tela del dialogo. Il Pontefice ha mediato e scritto lettere ai due presidenti” (p. 2). Il Giornale scrive: “Pace Stati Uniti-Cuba: è la fine del Novecento”. Il Messaggero la mette sul commerciale: “Svolta Usa-Cuba: via l’embargo” (p. 1).

 

3. NAZARENO PER SEMPRE

Papa Bergoglio Papa Bergoglio

Repubblica è il giornale che si spinge più avanti su un nuovo accordo tra il Banana e lo spaccone di Palazzo Chigi. “Nuovo patto Renzi-Berlusconi, subito l’ok all’Italicum ma vale da settembre 2016. Tensione Pd-Forza Italia poi il Cavaliere: sì alle riforme. La prospettiva del voto anticipato così slitta al 2017. Con questo accordo si dice addio al Mattarellum come clausola di salvaguardia” (p. 10).

 

Per il Corriere, “Italicum, il blitz per andare in Aula. Sui tempi è scontro con Forza Italia. Il leader pd punta al via libera al Senato prima della scelta del capo dello Stato. Azzurri e Lega puntano a far saltare il numero legale con la scusa delle feste natalizie” (p. 12). “Incontro Lotti-Verdini, parte la trattativa. Berlusconi: no a tecnici dopo Napolitano. ‘Dovrà essere un politico di lungo corso e non di provenienza comunista” (p. 13).

LOTTI E VERDINI LOTTI E VERDINI

 

Per il Messaggero le distanze sono ancora marcate: “Italicum, Renzi corre. Fi: prima il Colle. Il premier suona la carica ai senatori dem: ok alla riforma entro un mese. I suoi: se Silvio si sfila, noi avanti comunque. Tramonta l’ipotesi Mattarellum come clausola di salvaguardia. Tonini: no a subordinate, c’è in campo la nuova legge elettorale”.

 

Poi il quotidiano romano cambia il calendario del voto per il Colle: “Napolitano, spunta l’ipotesi di addio a fine gennaio” (p. 11). Sul Giornale la strategia azzurra: “Berlusconi dà la linea ai suoi: avanti ma senza diktat del Pd. Il Cavaliere conferma l’accordo: ‘La sinistra potrebbe dividersi, il Patto del Nazareno va rispettato ma non accettiamo imposizioni’. E Romani apre: si può chiudere a gennaio” (p. 11).

 

NAPOLITANO NAPOLITANO

 

4. UN, DUE, TRE, GRILLINO

Non si placano le voci di una nuova emorragia grillina. Repubblica: “La paura di Grillo, altri cinque fuoriusciti. Il leader M5S incontra i membri del direttorio dopo il caso Currò” (p. 11). Il Corriere scrive: “Aperture M5S sul Colle. Ma ci sono 40 voti sciolti tra fuoriusciti e dissidenti. Grillo annuncia le quirinarie e si riserva sorprese” (p 15). La Stampa racconta un pezzo della nuova strategia grillina: “Grillo manda il direttorio in Sardegna. Lunedì prima missione a Equitalia per i cinque parlamentari alla guida del partito. Intanto il leader oggi presenta il tour che dovrebbe far nascere l’internazionale grillina” (p. 15).

 

 

5. TOGHE ECCELLENTISSIME

Beppe Grillo sul palco di piazza del popolo Beppe Grillo sul palco di piazza del popolo

Per la procura di Palermo il Csm sceglie il magistrato più lontano dal processo sulla Trattativa. Piccola vendetta del Quirinale. Repubblica: “Palermo, Lo Voi procuratore tra le liti. Il Csm elegge il magistrato che lavorò con Falcone e Borsellino: ‘Ora uniti al lavoro’. Battuti Lari e Lo Forte. Legnini, vicepresidente di Palazzo Marescialli: nessuna ingerenza esterna sulle nostre scelte” (p. 14). Il Corriere parla di “Scossa alla Procura di Palermo, eletto Lo Voi. Le divisioni tra le correnti fanno prevalere il nome della discontinuità. Il nodo delle indagini sulla trattativa” (p. 29). Il Cetriolo Quotidiano ci apre la prima pagina: “La politica commissaria la procura di Palermo. I membri laici di destra e sinistra del Csm, con i togati di MI e i vertici della Cassazione, nominano Lo Voi. Violate tutte le regole per bocciare Lari e Lo Forte, ritenuti troppo vicini ai pm del processo Trattativa”.

 

FRANCESCO LO VOI FRANCESCO LO VOI

 

6. MARCIO SU ROMA

Continua lo sforzo degli inquirenti per ricostruire tutte le tangenti versate alla politica dalla coop di Salvatore Buzzi. “Roma, ecco il libro nero delle mazzette. Mafia Capitale, la contabilità segreta della banda di Carminati: ‘Con questi soldi ci compriamo tutto il consiglio comunale’. Gli inquirenti: ‘Sotto la giunta Alemanno la coop di Buzzi ha triplicato il valore degli appalti’. La sua difesa: ‘Nessun reato’” (Repubblica, p. 22).

 

Sul Corriere il filone che riguarda la Regione: “Ci facciamo 14 milioni, un botto’. Mazzette del clan anche in Regione. L’accordo: ‘Noi paghiamo 300 persone presenti ma nel campo nomadi ce ne sono 150” (p. 27). Messaggero: “Mafia capitale, Buzzi nega tutto. Lite Marino-Bindi sul boss delle coop. La presidente della commissione Antimafia pressa il sindaco sui rapporti tra Comune e clan. Confindustria e Ama parte civile” (p. 14). 

 

 

7. ULTIME DA UN PAESE ALLO SBANDO

Repubblica intervista Mauro Lusetti, capo della Legacoop, che sulla corruzione dice: “Sinceramente, osservo queste vicende e vedo uno squallore incredibile. Ricordo Tangentopoli, con personaggi enormi. Oggi c’è l’immagine di un Paese e di persone che si vendono, con una corruzione ancora peggiore. Una cosa deprimente, ecco” (p. 15).

SALVATORE BUZZI SALVATORE BUZZI

 

E arriva uno studio impietoso del centro studi Confindustria, riportato dal Sole 24 Ore: “La corruzione costa lo 0,8% di Pil l’anno. Se con Mani Pulite l’Italia avesse ridotto l’illegalità ai livelli francesi si sarebbe prodotta più ricchezza per 300 miliardi” (p. 5).

 

 

8. I FURBETTI DELLA POLIZZA

A Milano spunta un’inchiesta-monstre sull’evasione fiscale. Lo racconta il Corriere (p. 27): “Capitali riciclati all’estero, la lista dei mille italiani. I pm: frode tramite le polizze assicurative, sottratti al Fisco 8 miliardi di euro” (mezza Finanziaria). L’inchiesta è partita da un accertamento negli uffici milanesi di “Credit Suisse life & pension”, che è una branca dell’omonimo istituto elvetico. Chissà in quanti tremano nei salotti buoni di Milano.

 

 

9. LA PATRIA ALZA LA VOCE (UN PO’ IN RITARDO)

Rosy Bindi ed Enrico Letta Rosy Bindi ed Enrico Letta

Non si dica che non ci facciamo rispettare nell’incredibile pasticcio dei marò. “L’Italia richiama l’ambasciatore in India. Caso marò, il governo si avvia a chiedere l’arbitrato internazionale. E coinvolge le opposizioni” (Corriere, p. 17). Ma non poteva pensarci prima?

 

La Stampa fa un punto della situazione impietoso: “Dallo sbarco al mancato rientro. Ecco tutti gli errori sui fucilieri. Il governo si è illuso di poter trattare con Modi” (p. 7). Ironico il titolo del Cetriolo Quotidiano: “Dopo lo smacco sui marò Roma chiede aiuto al mondo” (p. 11). Anche il Giornale attacca: “Il governo abbaia ma non morde. Quasi tre anni di parole a cui non sono mai seguiti fatti. E adesso l’ultimo bluff che l’India deride. Ambasciatore richiamato ma è un film già visto. Latorre però resta in Italia” (p. 13).

 

 

10. SILENZIO, PARLA MISTER HOGAN

IGNAZIO MARINO IGNAZIO MARINO

Intervistona su Repubblica per James Hogan, il capo di Etihad, che promette: “Linate e Malpensa saranno potenziati. Nella mia Alitalia alta qualità e più voli” (p. 17). Loda “l’eccellente team” di Silvano Cassano, ad della compagnia, e parla di “cda di grande qualità”, ma si dimentica di citare Luchino di Montepariolo. Che ci sarà rimasto assai male.

 

 

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