PAPALE PAPALE - BENIGNI SHOW: “FECI RIDERE GIOVANNI PAOLO II, DI WOJTYLACCIO NON SAPEVA NIENTE. DORMIVO IL GIORNO CHE MI CHIAMO’ BERGOGLIO - LA CENA DA OBAMA ALLA CASA BIANCA? COME SE ALL' EPOCA ROMANA TI INVITAVA L' IMPERATORE ADRIANO. MANCAVA SOLO MAMELI. A UN CERTO PUNTO S' È INTRUFOLATO RENZI”

Condividi questo articolo


BENIGNI BENIGNI

Valerio Cappelli per il Corriere della Sera

 

Roberto Benigni irrompe alla Festa del Cinema e la chiude coi suoi modi poetici e frenetici, la furia e la grazia, si asciuga il sudore col solito fazzoletto bianco. Parla di Dio e degli dei del cinema, ancora col jet leg per la cena da Obama alla Casa Bianca: «Come se all' epoca romana ti invitava l' imperatore Adriano. Tutto bianco, verde e rosso, il basilico, il sugo... Mancava solo Mameli. A un certo punto s' è intrufolato Renzi». No, non è il momento della politica.

 

roberto benigni tra i fotografi roberto benigni tra i fotografi

Si rimette il naso di cartone dei clown e con la sua parlantina toscana tutta candore, pienezza di vita e punti esclamativi infila battute, aneddoti, ricordi, tra le clip dei suoi film e le domande di Antonio Monda, citando l' amata moglie che chiama sempre per nome e cognome, Nicoletta Braschi: «Incontrarla è stata una benedizione, prima facevo farse». È da undici anni che non gira film: «Vi tornerò presto con un' allegria sfrenata. Ricambio le parole di Tom Hanks: anch' io voglio recitare con lui».

 

Fellini: «Dal 1980 sono stato il suo protagonista, facevo provini e poi mi diceva: "Ma io ho bisogno di un 70enne". Oppure: "Ma a me serve una donna". Poi mi prese per La voce della luna , una specie di testamento sulla nostra società. La voce suadente, un mago che ti ingabbiava nel suo mistero. Il più grande regista del '900». Antonioni era all' opposto: con lui doveva fare un film (saltato) su San Francesco; con Malick altro progetto abortito, doveva fare il diavolo.

roberto benigni e nicoletta braschi roberto benigni e nicoletta braschi

 

«Antonioni mi venne a vedere in Berlinguer ti voglio bene e si addormentò. Malick, cattolico, religioso, conosce passi di Dante in italiano».

 

È sul sacro che indirizza le parole: «Quando dissi Wojtylaccio in tv, il Vaticano mi processò e persi. Un anno di galera con la condizionale e 1 milione di lire per multa. Anni dopo si proiettò in Vaticano La vita è bella . Quaranta suorine polacche, belle ed eleganti, fecero una ola divina al passaggio del Papa, che aveva le pantofole. Nicoletta Braschi era rimasta malata a Los Angeles, riferii a Wojtyla ciò che le aveva detto il medico: Non può andare nemmeno se lo volesse il Papa.

BENIGNI SHOW CASA BIANCA BENIGNI SHOW CASA BIANCA

 

Gli venne un attacco di riso. Dopo la proiezione mi disse che l' avevo fatto piangere. Se penso agli esercenti che mi fecero guerra perché per loro un comico non può morire in un film. Di Wojtylaccio il Papa non ricordava né sapeva niente. Papa Francesco? Mi ha telefonato a casa alle 8 del mattino e gli hanno risposto che dormivo, se poteva richiamare il giorno dopo. Oh, è andata proprio così. Il mi' babbo contadino ci crederebbe?».

 

Difficile credere anche all' addio prematuro del suo amico Massimo Troisi, il cuore che aveva il ritmo della morte e non della vita, sono legati da Non ci resta che piangere , «film sgangheratissimo e faticosissimo. Non era un corpo comico ma un autore». Il contrario di un altro «re» di Napoli, Totò: «La prima volta che lo vidi, in Totò le Mokò , mi fece paura, aveva un' aria da bambino centenario, un angelo pazzo e dietro il suo sguardo c' era una fila di morti di fame.

 

BENIGNI BERGOGLIO WOJTYLA BENIGNI BERGOGLIO WOJTYLA

Non si riusciva a capire chi avevamo davanti». Sullo schermo, chi gli ha cambiato la vita è stato Chaplin: «Non si parla più, aveva occhi da felino che graffiano, è come Don Chisciotte, fa ridere ed è poetico». In fondo un po' come lui, Benigni, che Fellini chiamava Kim perché rivedeva la bellezza di Kim Novak; e poi amava i clown, la risata che ti invade l' anima.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…