PARLA NUNZIANTE, IL REGISTA DI ZALONE CHE IL PRODUTTORE VALSECCHI E ALDO GRASSO SOGNANO DI RISPEDIRE A TELENORBA - LA NOSTRA È UNA COMICITÀ CATTOLICA. NEL SENSO CHE TI DEVI PRENDERE ADDOSSO TUTTE LE IPOCRISIE DEGLI ALTRI PER ARRIVARE A MORIRE DI RISATE, E QUESTO SENZA MAI GIUDICARE...

‘’Il pubblico deve riconoscersi, Luca è capace di evitare le sovrastrutture culturali, dà accesso a tutti, nel segno della fratellanza, lontano dall'ipocrisia - Utilizziamo un linguaggio iperrealista, evitiamo di fare scopa con la realtà, proprio per rendere il racconto più metaforico”…

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Aldo Grasso, su “Oggi”: “Se solo avesse una regia cinematografica capace di sostenerlo, Zalone potrebbe aspirare alla gloria imperitura”

 

 

GENNARO NUNZIANTE E CHECCO ZALONE GENNARO NUNZIANTE E CHECCO ZALONE

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

Il primo incontro risale a dieci anni fa, all' epoca in cui Gennaro Nunziante era autore televisivo e Luca Medici (in arte Checco Zalone) faceva i suoi primi passi nel mondo del cabaret: «Ci siamo conosciuti a Telenorba, Luca si presentò per un provino in cui doveva interpretare un cantante neo-melodico, da allora abbiamo iniziato a frequentarci».

 

Nato 52 anni fa a Bari, quartiere Libertà, Gennaro Nunziante è il regista che, dall' esordio con «Cado dalle nubi», forte delle felicissime esperienze nella tv barese, ai tempi delle esilaranti sit-com che la resero famosa, da «Filomena coza depurada» a «Teledurazzo» e a «Televiscion», dirige i film fenomeno di Checco Zalone, dopo averli scritti insieme al protagonista.

checco zalone da fazio checco zalone da fazio

 

Dai legami di vita e di lavoro di due eterni ragazzi del Sud, vengono fuori gag, battute, intuizioni e, alla fine, sceneggiature, copioni affidati al produttore Pietro Valsecchi, il primo che aveva creduto nel duo, anno 2009, al termine di una memorabile passeggiata nel gelo di Cortina d' Ampezzo: «Dopo l' esperienza di "Canta e vinci" su Italia 1 - racconta Nunziante -, ci era venuta voglia di girare un film insieme, ma non trovavamo nessuno disposto a produrlo...».

"quo vado?", zalone 4 "quo vado?", zalone 4


E allora? «Un giorno Luca mi chiama e mi dice che lo aveva cercato Pietro Valsecchi perchè il figlio lo aveva visto in tv e glielo aveva segnalato. Siamo andati a Cortina, dove non eravamo mai stati, con le nostre giacchette leggere...faceva meno 14 gradi, non ce lo saremmo mai aspettati, Valsecchi continuava a chiacchierare camminando per strada, noi lo seguivamo assiderati... però abbiamo capito presto che è un uomo concreto, i contratti arrivarono poco dopo e "Cado dalle nubi" ha incassato 14 milioni, così ho sempre pensato che quei 14 gradi sottozero ci avevano portato fortuna».

"quo vado?", zalone renzi lt "quo vado?", zalone renzi lt


Come nascono i vostri film? «Da un lavoro lento, molto distante dalla frenesia produttiva, da una specie di letargo, che poi è la parte più intensa del nostro impegno. E' un po' come in quella frase di Conrad "come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?"...».

Cioè, in pratica, che cosa fate?
«Viviamo tutti e due a Bari, poco distanti dal mare, io più vicino alla città vecchia, lui a quella nuova. Le nostre mogli si conoscono, io ho tre figli, quindi sono più impegnato con la famiglia, Luca ha una bambina e adesso capisce meglio anche lui quanto è difficile conciliare le cose. Giriamo per strada, per me è importante andare a fare la spesa, entrare nei supermercati e stare ad ascoltare...Così, a poco a poco, vengono fuori le idee, un soggetto che si modella, si riduce, prende forma».

E dopo?
«Cominciamo a scrivere a casa mia, poi, per gli ultimi 15 giorni di scrittura andiamo via da Bari. Da bravi meridionali ci facciamo venire un sacco di dubbi, alla fine arriva la telefonata di Valsecchi che ci chiede a che punto siamo e allora siamo obbligati a prendere una decisione e ad andargli a raccontare quello che vogliamo fare».

SONIA BERGAMASCO QUO VADO SONIA BERGAMASCO QUO VADO


Ridete spesso? «Moltissimo...quando, per "Quo vado?", abbiamo scritto della pugnetta all' orso polare non riuscivamo più a smettere, siamo abituati a interpretare le battute fin dal momento in cui ci vengono in mente».

CHECCO ZALONE OSPITE ALLUNIVERSITA CATTOLICA DI MILANO CHECCO ZALONE OSPITE ALLUNIVERSITA CATTOLICA DI MILANO "quo vado?", zalone 8 "quo vado?", zalone 8


Vi ispirate alla realtà, ma la superate sempre con l' iperbole.
«Utilizziamo un linguaggio iperrealista, evitiamo di fare scopa con la realtà, proprio per rendere il racconto più metaforico».

Rispetto agli altri film, «Quo vado?» rappresenta un salto di qualità, qual è il segreto per andare avanti migliorando?
«Il montatore mi chiama "Edward mani di forbice", man mano che realizziamo il film, tutti e due siamo sempre d' accordo a tagliare, evitando di affezionarci a quello che abbiamo fatto. L' importante è l' equilibrio tra la commedia e la performance dell' attore, per mantenerlo, bisogna saper rinunciare».

Se dovesse definire il vostro stile?
«Dico sempre che la nostra è una comicità cattolica. Nel senso che ti devi prendere addosso tutte le ipocrisie degli altri per arrivare a morire di risate, e questo senza mai giudicare...Il pubblico deve riconoscersi, Luca è capace di evitare le sovrastrutture culturali, dà accesso a tutti, nel segno della fratellanza, lontano dall' ipocrisia».

CHECCO ZALONE OSPITE ALLUNIVERSITA CATTOLICA DI MILANO CHECCO ZALONE OSPITE ALLUNIVERSITA CATTOLICA DI MILANO


Il premier Renzi è andato a vedere il film.
«Tifo per lui, sono convinto che i ragazzi di 40 anni ce la possano fare, e credo che il Paese abbia bisogno soprattutto di riconciliazione, basta contrapposizioni. I Cinquestelle mi piacciono, ma li vorrei più miti».

Ha parlato di «comicità cattolica», lei è credente?
«Sì, sono credente, e sono felice di avere un Papa come Francesco, perchè è l' uomo della gioia...quando vado in chiesa e vedo preti e fedeli tristi non mi capacito, penso "e questo è perchè abbiamo la fede, pensa come stavamo se non ce l' avevamo..."».

 

 

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