PLATINETTE NO LIMITS: "NON SONO COSI’ PORCA COME MI PIACE DIPINGERMI MA A LETTO SONO MOLTO BRAVA – CHE ORRORE I GAY POLITICAMENTI CORRETTI, SOLO QUANDO VIDI PANNELLA CERCARE L’INTESA CON BERLUSCONI EBBI UN ORGASMO -SELVAGGIA LUCARELLI? IN TV DIVENTA UNA MILF DELLA SERIE 'CE L’HO SOLO IO'" – E POI STILETTATE AL “NERD” PIZZAROTTI, A MANUEL AGNELLI E A LEVANTE...

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Antonello Piroso per la Verità

platinette platinette

 

Mauro Coruzzi, più noto alle cronache come Platinette, è da vent' anni la più celebre drag queen italiana. La sua fama è arrivata perfino in Giappone, dove è stata invitata in tv dalla sua omologa collega Matsuko Deluxe, una specie di lottatore di sumo en travesti. Mi piace perché non è un sepolcro imbiancato, maestro nell' arte della simulazione e della dissimulazione.

 

Con Jacques Prevert potrebbe ripetere: «Je suis comme je suis», io sono come sono, e tanto vi basti.

Con te talvolta non si capisce dove finisce la persona e inizi il personaggio.

 

«Io non sono un prodotto mediatico, creato in laboratorio ad uso e consumo del pubblico. La prima volta che venni da te, a Niente di personale in tv su La7, mi raccontai come Mauro, con gli occhiali e le bretelle, un' aria vagamente da intellò engagé, da maestrino di sinistra.

 

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La seconda mi dissi che volevo presentarmi da porca, e venni come Platinette. Ma sono sempre io, senza infingimenti e un' ipocrita doppia faccia, felicemente risolto con i miei 62 anni, avendo capito chi fossi già nella metà degli anni '70, a vent' anni, quando -con il nome di battaglia di Oscar Selvaggia - con altre sciamannate come me costituimmo il primo collettivo italiano di teatro omosessuale, le "Pumitrozzole"».

 

Prego?

«Puttane-mignotte-troie-zoccole. All' epoca si parlava di trasformisti, travestiti suonava male.

Venivamo dal Movimento, perché o si era del Movimento o non si era, si frequentava il Dams di Bologna, e ci s' infiltrava nelle manifestazioni, che so, dei metalmeccanici».

Per solidarietà con le loro lotte sindacali?

«Ma non ce ne poteva fregare di meno. Ci infilavamo nei cortei come cozze in un' impepata, e si rimediava sempre qualcosa, perché erano gli anni del libero amore, si finiva dietro un portone e via, cotta e mangiata. Del resto, erano gli anni pre-Aids, al limite ti ritrovavi con qualche piattola, niente di drammatico».

Negli anni hai sempre rimarcato una certa qual distanza dal mondo omosessuale «politicamente corretto».

PLATINETTE ELETTRA LAMBORGHINI PLATINETTE ELETTRA LAMBORGHINI

«Mai voluto aderire all' Arci Gay, se è questo che intendi. Un' associazione che difende al contempo i cacciatori e le finocchie? Ma per carità. Invece quando ho visto Marco Pannella cercare l' intesa con Silvio Berlusconi, lì sì ebbi un orgasmo, e mi dissi: "Oh, finalmente la lotta per i diritti civili si può sposare con la difesa del capitale d' impresa", si poteva essere finalmente gay e di destra.

 

Invece sembra che non si possa prescindere dal conformistico unanimismo che ci deve far dire che la legge Cirinnà sulle unioni civili è una conquista di civiltà. Ma quando mai? Io respingo questo desiderio di essere come loro, gli eterosessuali, con le loro convenzioni farisaiche, a cominciare dal matrimonio che altro non è che un contratto. L' emulazione della famiglia etero, quella brama di normalizzazione: quelle horreur! Non per citare il solito Pier Paolo Pasolini e la sua analisi dell' omologazione, mi rifiuto di inchinarmi a questa logica per cui poi si arriva alla corsa per un figlio di Elton John e Nichi Vendola, che altro non è che il soddisfacimento di un desiderio egoistico».

 

Perché hai fatto outing su Tiziano Ferro, dichiarandone pubblicamente l' omosessualità da lui taciuta, com' era suo diritto?

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«Lo sapevano tutti, nell' ambiente. Ormai aveva i paparazzi alle calcagna che gli facevano la posta aspettandolo fuori dai locali gay, sono arrivati a offrire soldi perfino a me per tirargli una specie di trappola, puoi immaginare dove io li abbia mandati. A quel punto ho pensato che era meglio squarciare il velo del non detto, accelerando il processo di liberazione. È una tentazione che mi prende ogni volta che vedo sbandierare da certi personaggi in modo menzognero il machismo da copertina, come quello di un conduttore tv che si fa fotografare sovente in una girandola di "fidanzate"».

 

A proposito di voci, ne girava una che ti voleva schierato in politica, nella tua Parma.

«Ci avevo fatto un pensierino per le amministrative, in precedenza mi ero scontrato con Federico Pizzarotti, un onesto nerd che si vanta di aver rimesso in ordine i conti con il prosciutto e i formaggi, che vanno bene, non dico di no, ma io mi domando: e la cultura? Pensa solo alla dinasty dei Bertolucci, Attilio, Bernardo, Giuseppe, o ad Alberto Bevilacqua. Oppure alla moda con le sorelle Fontana. Invece ci siamo vantati di aver ingaggiato il regista Peter Greenway, con quell' esterofilia tipica dei provinciali nel senso deteriore del termine, o Giorgio Moroder per il capodanno in piazza, cachet di 100.000 euro, con il sindaco che si è difeso dichiarando che era stato pagato dagli sponsor».

 

PLATINETTE PLATINETTE

Platinette l' autarchica.

«È una cosa seria, anche sul fronte dell' accoglienza e dell' integrazione. Ma ti pare che in nome di un malinteso spirito solidaristico io debba vedere sparire le mercerie e moltiplicarsi i kebabari, e il quartiere africano allargarsi a macchia d' olio, abdicando alla nostra identità e alle nostre tradizioni? Non desidero certo un sindaco sceriffo come quello di Treviso, Giancarlo Gentilini, ma non voglio neppure infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi (per la cronaca, l' intervista è stata realizzata prima della carneficina di Barcellona, ndr)».

 

Hai sempre fatto tanta radio, passando a un certo punto da Deejay a Rtl 102.5, e moltissima tv, dalle ospitate alla conduzione. Oltre a bazzicarla, la guardi?

«Senza appassionarmi. Perché non c' è sorpresa, non c' è spiazzamento. Il che non significa che non mi diverta a guardare, che so, Temptation Island, prodotto dal genio di Maria De Filippi, che delle due l' una: o s' identifica totalmente con il suo pubblico o è la più grande esegeta del costume italico contemporaneo. In ogni caso, chapeau.

 

Detto questo, è un teatrino un po' stucchevole in cui impera il déjà vu. Aggiungi che non ci sono figure di spicco neanche tra le giovani leve dei conduttori dei talent, tipo Alessandro Cattelan o Federico Russo, due bravi figli cui manca il pregresso, il background, per età, per formazione, per carattere, e il quadro è completo».

 

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Non sarà che non ti sono simpatici perché si sono affermati con The voice of Italy e X Factor dove non ti hanno mai considerato come presentatore o giudice?

«Sai che perdita. Intanto The Voice l' hanno chiuso, e X Factor si nutre di personalità del calibro di Manuel Agnelli e di Levante: del primo non si sa quanti dischi abbia venduto in carriera, dell' altra non si ricorda altro che il ritornello di una sua canzone: «Tu sei un pezzo di me». Più che altro, io direi che è il brano a essere un pezzo di mer...».

 

E dai, Mauro!Ricordati che ormai sei nazionalpopolare, sdoganato per il grande pubblico di Rai 1. Potresti essere nel cast del prossimo Tale&Quale condotto da Carlo Conti, mi pare di capire leggendoti su Twitter.

«La svolta c' è stata con la partecipazione al Festival di Sanremo del 2015 in coppia con Grazia Di Michele cantando Io sono una finestra. Da lì poi è arrivata la partecipazione a Ballando con le stelle, dove ero la solita Platinette chiamata a sparigliare con la sua prorompente personalità. Che non poteva non scontrarsi con quella di Selvaggia Lucarelli, che trovo una penna strabiliante quando scrive, ma che davanti alla luce rossa della telecamera si trasforma in una milf della serie "ce l' ho solo io", con un inutile dispiego di cattiverie viziate anche da motivazioni personali, penso alle valutazioni su Asia Argento».

 

Sei noto per non risparmiarti nelle polemiche. Ne ricordo una furibonda in video con Fabrizio Corona.

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«Intervenni perché stava infierendo su una povera figurante, ripetendogli: "Lei non conosce la mia storia", manco lui fosse, che so, Soren Kierkegaard. Allora gli ho dovuto ricordare che la sua storia io la conoscevo benissimo, a cominciare dai milioni di euro che aveva fatto spendere al povero Lele Mora, in quell' intreccio che neanche Pedro Almodovar sarebbe riuscito a immaginare tra loro due, Nina Moric e poi Belen Rodriguez. Fabrizio è diventato famoso per mancanza di indizi. Ora su quello stesso terreno, in questa gara tra morti di fama, è stato sorpassato da Gianluca Vacchi».

 

A Tale&Quale che farai?

«Per ora sono stato solo provinato - in senso canoro, sia chiaro, non vorrei sorgessero equivoci - e ho eseguito brani tipo Una lunga storia d' amore di Gino Paoli, ma lì non andrei a esibirmi come un travestito al circo. Poi rifarò per La5 La mia grossa grassa cucina, un programma di ricette alla portata di tutti senza quegli insopportabili paraculi degli chef star. E poi mi piacerebbe portare in tv il primo talent per drag queen.

 

Ho girato l' Italia vera, di provincia, ho fatto 200 provini con la mia società di produzione scoprendo personaggi e storie incredibili, il padre di famiglia barbuto che si esibisce come Lorella Cuccarini alla recita scolastica delle figlie, con il nome di Ines Rodriguez.Oppure il marito che si fa cucire gli abiti di scena dalla moglie».

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Conduci in radio e in tv, produci, scrivi libri, fai il critico tv per un paio di giornali. Una vita piena di lavoro. E i trastulli?

«La verità è che io ho il problema della noia di me stesso. Allora devo riempirmi di cose da fare. Quanto alla tua domanda maliziosa, non preoccuparti, tempo e modo si trovano sempre. Nella realtà non sono così porca come mi piace dipingermi, anche se ti assicuro che sono molto brava a letto».

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