LE POLTRONE CHE SCOTTANO - LETTA HA FRETTA DI APPROVARE LE NUOVE NORME SULL'INCOMPATIBILITÀ E TREMANO ALMENO UN MIGLIAIO DI PRESIDENTI, DG E CONSIGLIERI NEI CDA DI SOCIETÀ PUBBLICHE

Per chi sarà alla guida degli enti maggiori previste incompatibilità assolute con consulenze e altre attività professionali - Per le istituzioni meno importanti le regole saranno meno stringenti - Nuovi poteri anche all'Autorità Nazionale Anticorruzione sulla trasparenza di redditi e patrimoni...

Condividi questo articolo


Francesco Grignetti per ‘La Stampa'

Sarà un giro di vite che fa tremare almeno un migliaio di presidenti, e direttori generali, e ancor più membri di cda. Tanti sono gli enti pubblici, infatti, che verranno interessati dalle nuove norme sulle incompatibilità che il governo sta per inviare alla firma del Capo dello Stato e su cui sarà chiesta la procedura d'urgenza in Parlamento.

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTAMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

A stretto giro, intanto, forse già con il consiglio dei ministri di domani, si conoscerà il nome del prossimo commissario dell'Inps. «Attendiamo il ritorno del presidente Letta - diceva ieri il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini - perché sono decisioni importanti che non riguardano solo l'Inps».

S'annuncia intanto un disegno di legge snello, che renderà immediatamente operative alcune incompatibilità «assolute» per chi è alla guida degli enti maggiori. Il resto sarà rinviato a regolamenti attuativi che il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D'Alia, emanerà nel giro di 90 giorni.

Si sanerà così, finalmente, sull'onda dell'affaire Mastrapasqua, una clamorosa «falla legislativa», per stare alle parole di Enrico Letta. Non è facilmente comprensibile, infatti, a meno di pensar male, il motivo per cui il presidente di un gigante quale l'Inps, che ha un fatturato di ben 700 miliardi di euro all'anno tra entrate e uscite, non dovesse sottostare alle regole della trasparenza che valgono per ministri, sottosegretari, amministratori di società partecipate.

Ora si cambia, però. Perciò in futuro chi guida un ente pubblico, dal più grande al più piccolo, sarà tenuto a rendere pubblico sul sito internet la sua situazione patrimoniale e finanziaria, la dichiarazione dei redditi, ogni tipo di incarico, consulenze comprese, che possano dare adito a possibili conflitti di interesse.

RENZI E LETTARENZI E LETTA

Oltre a renderla pubblica, la radiografia dei patrimoni, dei redditi e degli incarichi sarà anche sottoposta al vaglio dell'Autorità nazionale anticorruzione. E così anche l'Europa sarà accontentata, dato che appena 24 ore fa Bruxelles ci chiedeva di rafforzare i poteri di quella negletta istituzione.

Enrico Giovannini e Myrta MerlinoEnrico Giovannini e Myrta Merlino

Il punto cruciale della norma in arrivo, però, riguarda le incompatibilità. Che toccheranno presidenti, direttori generali, membri di cda. Ovviamente, però, non avrebbe senso che le stesse regole siano applicate a enti diametralmente diversi. Troppo eterogenea è la lista dei mille enti pubblici, economici e non. La parola d'ordine nel governo è: graduazione.
«Come è naturale - spiega il ministro D'Alia - dovremo applicare dei parametri per stabilire quali enti siano di rilievo nazionale e quali no. Ne discenderanno regole diverse».

Enrico GiovanniniEnrico Giovannini

Da quel che si capisce, se per un presidente o per un direttore generale di un ente di primaria importanza sarà impossibile avere incarichi di qualsivoglia tipo, pubblici o privati, e forse si potrebbe fare una deroga solo per l'insegnamento universitario, è da stabilire quale possibile conflitto di interessi derivi dalla partecipazione di una società.

GIANPIERO D'ALIAGIANPIERO D'ALIA

Il presidente di Inail, Massimo De Felice, ad esempio, ha garantito di avere lasciato ogni altri incarico all'atto di assumere la carica, però è stato chiamato in causa per essere socio di Alef srl, una società di consulenza che assiste le maggiori aziende di assicurazione italiane.

ANTONIO MASTRAPASQUA CON LA MOGLIE MARIA GIOVANNA BASILEANTONIO MASTRAPASQUA CON LA MOGLIE MARIA GIOVANNA BASILE

La legge prevederà un regime di esclusività per enti pubblici nazionali in rapporto alle dimensioni, all'ambito (con particolare attenzione alle problematiche settoriali), alle competenze, al numero dei dipendenti, e infine alle risorse finanziarie gestite. Sarà prevista l'incompatibilità con l'esercizio in contemporanea di attività professionali o di consulenza. Ci sarà un termine perentorio non superiore a 20 giorni per la cessazione dell'incompatibilità. È prevista la decadenza dalla carica in caso di mancata rimozione degli ostacoli nei termini previsti.

Massimo De FeliceMassimo De Felice

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...

DAGOREPORT – BENVENUTI ALLA PROVA DEL “NOVE”! DOPO LA COSTOSA OPERAZIONE SUL ''BRAND AMADEUS'' (UN INVESTIMENTO DI 100 MILIONI DI DOLLARI IN 4 ANNI), A DISCOVERY NON VOGLIONO STRAFARE. E RESTERANNO FERMI, IN ATTESA DI VEDERE COSA SUCCEDERA' NELLA RAI DI ROSSI-MELONI - ''CORE BUSINESS' DEL CANALE NOVE: ASCOLTI E PUBBLICITÀ, QUINDI DENTRO LE SMORFIE E I BACETTI DI BARBARELLA D'URSO E FUORI L’INFORMAZIONE (L’IPOTESI MENTANA NON ESISTE) - LA RESPONSABILE DEI CONTENUTI DI DISCOVERY, LAURA CARAFOLI, PROVO' AD AGGANCIARE FIORELLO GIA' DOPO L'ULTIMO SANREMO, MA L'INCONTRO NON ANDO' A BUON FINE (TROPPE BIZZE DA ARTISTA LUNATICO). ED ALLORA È NATA L’IPOTESI AMADEUS, BRAVO ''ARTIGIANO" DI UNA TV INDUSTRIALE...