Sara Gandolfi per il Corriere della Sera

 

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E tu vai da Rubí? È stato il tormentone del mese, anzi dell' anno. Una domanda diventata virale su tutti i social network del pianeta. Tanto quanto l' invito lanciato in rete, sbadatamente, dal papà della suddetta Rubí.

 

Nel video postato su Facebook il 30 novembre scorso, e subito rilanciato da YouTube, il ranchero messicano Crescencio Ibarra - affiancato dalla figlia adolescente con tanto di tiara in testa e dalla moglie attonita in scialle rosa - elencava con voce rotta dall' emozione e dovizia di particolari le attrazioni per la Quinceañera di Rubí: quattro gruppi musicali, una corsa dei cavalli con tanto di premio credo di 10.000 pesos per il primo posto, per festeggiare i quindici anni della sua figliola. E poi la frase bomba: Quedan todos cordialmente invitados, gracias, siete tutti invitati.

 

Compiere quindici anni in America Latina non è cosa da poco, soprattutto negli ambienti rurali del Messico. È il rito di passaggio dalla fanciullezza all' età adulta, dall' epoca dei giochi a quella in cui le ragazze devono cominciare a guardarsi intorno e cercar marito. La cerimonia deve lasciare il segno nella vita di una giovane. Così vuole la tradizione, così sognava Crescencio. Lui voleva fare meglio dei suoi compaesani, che al massimo l' invito lo pubblicano sui giornali locali, come l' Ogarrio.

 

Lui si sentiva più moderno, per questo ha scelto il video online. Non sapeva a cosa stava andando incontro. La convocazione partita dalla piccola comunità contadina di La Joya, duecento abitanti nella provincia di San Luis de Potosí, ha raccolto in pochi giorni un milione e trecentomila adesioni.

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Travolto dal tamtam digitale, papà Crescencio ha cancellato il profilo Facebook e specificato che l' invito era rivolto solo alle persone conosciute. Troppo tardi. In rete sono spuntate decine di copie, pagine Facebook ad hoc, meme e parodie virali, con protagonisti Trump dietro un muro (Posso passare?), papa Francesco (entusiasta di poter officiare la messa nel XV di Rubí) e perfino il narcos El Chapo (in posa con gli Ibarra anche se in realtà si trova in carcere).

Cantanti e attori più o meno famosi hanno fatto a gara per esserci o per cavalcare l' evento dell' anno, mentre Uber creava un coupon promozionale dedicato a Rubí e la compagnia aerea Interjet offriva sconti per volare ad assistere all' evento.

 

Alla fine sul terreno di svariati ettari messo a disposizione dal comune di La Joya si sono presentati solo in dodicimila. Comunque un po' di più degli 800 invitati messi in preventivo inizialmente da papà Crescencio.

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Una folla allegra e vociante che si spintonava per potersi fare un selfie con la festeggiata o almeno per riuscire a toccarla, quasi fosse un santino. Per poi lanciarsi sui piatti (gratis) di enchiladas de mole e di arrosto di maiale. C' è scappato pure il morto, il sessantenne proprietario di uno dei cavalli impegnato nella gara della chiva che, forse ubriaco, si è messo a correre in mezzo alla pista.

 

Rubí era lì, nel centro del caos, con il trucco pesante e gli occhioni sgranati, i lunghi capelli neri sotto la tiara, il vestito floreale rosso-arancio-fucsia con coda di voile sintetico, e l' apparecchio ai denti. Il volto triste e preoccupato, la quindicenne ha finto che tutto fosse normale. Ha già ricevuto migliaia di richieste di interviste, centinaia di proposte di nozze (chissà quanto reali) e decine di inviti a provini per telenovelas molto in voga in Messico.

 

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Ma la notorietà non sempre è sinonimo di gioia. Rubí non ha quasi mai sorriso alla sua festa e alla fine anche papà Crescencio ha dovuto ammettere di aver perso il controllo. Potere del web, o della società dell' assurdo.

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