LA RASSEGNA DEL (CALTA)FURBETTO! - INDOVINA-INDOVINELLO: QUAL È L’UNICO GIORNALE CHE NON HA MESSO IN PRIMA PAGINA LE CONDANNE UNIPOL/BNL? TROPPO FACILE: IL “MESSAGGERO” DI CALTAGIRONE! - ANCHE IL "CORRIERE" E IL “SOLE” SONO MISERICORDIOSI: NIENTE CITAZIONE IN PRIMA - ANCHE LA BERSANIANA “UNITÀ” DIRETTA DALL’EX “MESSAGGERO” CLAUDIO SARDO BRILLA PER L'ASSENZA (MA BAFFINO E' COLLABORATORE D’ORO DEL CALTA-GIORNALE) - MA LA VERA NOTIZIA E' LA CONDANNA DEL VICE PRESIDENTE DI GENERALI E DI MPS…

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1- DAGOREPORT - LE CONDANNE UNIPOL/BNL? SCOMPAIONO DALLA PRIMA DEL MESSAGGERO
Per capire come va il mondo dei poteri (a)vari e avariati di questa Italia in bancarotta, è utile stendere uno sguardo su come i giornali di oggi affrontano la vicenda della condanna dei furbetti per la scalata Unipol/Bnl. E subito si parte con un indovinello: quale sarà quell'unico grande quotidiano, per giunta romano come la Bnl, a non aver dedicato neanche una riga in prima pagina al pronunciamento dei giudici di Milano?

PIERFERDINANDO CASINI CON FRANCESCO GAETANO E AZZURRA CALTAGIRONE E LUISA FARINON - copyright PizziPIERFERDINANDO CASINI CON FRANCESCO GAETANO E AZZURRA CALTAGIRONE E LUISA FARINON - copyright PizziPIERFERDINANDO CASINI FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONEPIERFERDINANDO CASINI FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Troppo facile: "Il Messaggero" di Pier-Calta Caltagirone, condannato a 3 anni e sei mesi con autosospensione dalla carica di vicepresidente del Monte dei Paschi di Siena. A differenza di tutti gli altri, "Il Messaggero" di Mario Orfeo non ritiene le condanne una notizia da prima. Per saperne qualcosa bisogna arrivare a pagina 13: un pezzo di spalla, dove Caltariccone compare solo nell'ultimo paragrafetto mentre le fotine a corredo dell'articolo sono solo di Fazio e Consorte.

Sorte ben diversa viene riservata all'imprenditore più liquido d'Italia negli altri quotidiani. "Repubblica", "La Stampa" e "Il Fatto" sparano il nome di Caltagirone in prima, insieme a Fazio e Consorte, e all'interno gli articoli sono accompagnati anche dalle foto dell'editore del "Messaggero".

Il "Corriere" di Flebuccio De Bortoli è più misericordioso: in prima pagina, pur riservando alla vicenda il titolo più appariscente tra i grandi quotidiani (un taglio medio), non fa nessun riferimento a Calta, mentre c'è spazio per ricordare addirittura l'assoluzione al capo della Vigilanza in Bankitalia Frasca. All'interno, però, si riscatta: la paginata dedicata alla vicenda contiene anche una fotina dell'imprenditore romano, la cui condanna finisce nel sommario dell'articolo principale.

PIERFERDINANDO CASINI CON FRANCESCO GAETANO E AZZURRA CALTAGIRONE - copyright PizziPIERFERDINANDO CASINI CON FRANCESCO GAETANO E AZZURRA CALTAGIRONE - copyright Pizzi j fazio fiorani GENTEj fazio fiorani GENTE

Il "Giornale" e "Libero" puntano ovviamente, nei titoli di prima, sugli "amichetti di D'Alema" e Consorte che fa "tremare" gli ex ds", ma mentre il giornale di Sallusti non lesina citazioni per Calta sia in prima che nei titoli all'interno, sul quotidiano di Belpietro (e dell'imprenditore romano Angelucci) per Calta nessun richiamo in prima, niente foto all'interno e una semplice righetta nella quarta colonna dell'articolo.

Ma se il "Messaggero" fa storia a sé essendo di proprietà del Pier-suocero, altri due quotidiani gravitano nell'orbita caltagironiana: il "Sole 24 Ore" diretto da Roberto Napoletano (ex direttore del "Messaggero") e "L'Unità" diretta dal dalemiano Claudio Sardo (ex cronista politico del "Messaggero"). Entrambi glissano sul nome di Calta in prima pagina, dove pure la notizia è richiamata con citazione per Fazio e Consorte.

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All'interno il "Sole", in un sommarietto alla camomilla, ricorda: "Pena ridotta rispetto alla richiesta. Caltagirone (3 anni e 6 mesi) si autosospende da Mps". E' l'unico quotidiano a sottolineare la riduzione della pena (di soli 7 mesi). Per l'autosospensione, tra l'altro, la lettera deve ancora partire. "L'Unità" all'interno mette Calta nell'occhiello insieme agli altri furbetti.

2- LA VERA NOTIZIA DELLE CONDANNE? LA PRESENZA DI CALTA, L'UOMO PIU' LIQUIDO D'ITALIA...
A spiegare perché la condanna a Calta rappresenta la vera notizia della giornata ci pensa Francesco Spini nella sua analisi sulla "Stampa": "Gli unici due protagonisti rimasti della battaglia sulla Bnl che si consumò in un aggrovigliato gioco dell'Opa per inabissarsi tra le carte giudiziarie sono Carlo Cimbri e Francesco Gaetano Caltagirone. Ma se il ruolo del primo è circoscritto a Unipol di cui ai tempi era direttore generale e oggi resta amministratore delegato (nessun passo indietro: attende gli ulteriori gradi di giudizio), per Caltagirone il discorso è diverso.

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Il costruttore romano - il componente più illustre del contropatto di Bnl che dapprima ingaggiò una battaglia di potere nella banca, per sostenere infine Unipol conferendo le azioni di Bnl - è al centro del sistema del potere economico finanziario del Paese. Forte di una possente liquidità (si dice arrivi a lambire i 3 miliardi di euro) ha conquistato passo passo oltre il 2% delle Generali, di cui è vicepresidente. La stessa carica l'ingegnere la riveste in Monte dei Paschi. Ma qui le più stringenti norme bancarie sui requisiti di onorabilità richiedono un passo indietro dalla carica, seppure temporaneo".

3- CONDANNA PER LA SCALATA BNL, I POTENTI E LE PILLOLE DEL GIORNO DOPO
Bankomat per Dagospia


Molti giornali di stamattina riprendono con vario taglio e qualche artificio la notizia di ieri sulla condanna di Fazio, Consorte, Caltagirone ed altri per l'affaire della scalata BNL .
Come volevasi dimostrare, se leggiamo bene nessuno spiega esattamente di cosa si è trattato, nel senso che si narrano i fatti con evidenza, ma fateci caso, come fossero normali vicende d'affari o poco più. Magari più avvincenti di altre, ma tutto sommato sempre e solo vicende d'affari. Si sottolinea che è roba vecchia, i fantasmi del 2005 riesce a dire qualche primario quotidiano milanese. Dopo Halloween, forse credevano di essere spiritosi.

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Quindi si serve il tutto agli italiani, ancora una volta, senza nessuna rilevanza o sottolineatura per la lettura storica e critica della qualità della nostra classe dirigente. Che qualcuno come ‘'MF'' apertamente difende. Onore alla chiarezza, in questo caso. Altri ce lo fanno pensare senza dichiararlo apertamente.

Nessuno che spieghi al pubblico in cosa sono consistiti i reati addebitati, in concreto. Perché sia ritenuto grave dalla Legge e dal tribunale fare affari in quel modo, cioè sottobanco, aggirando la Consob e ostacolando la Banca d'Italia, avendo copertura dal capo stesso di Banca d'Italia.

Nessuno che dica al pubblico dei lettori perché quei pignoli al Tribunale di Milano - perché la figura dei pignoli fuori dal tempo a questo punto la fanno - vi hanno ravvisato dei gravi reati, condannandoli. Anche se l'eterna attesa della Cassazione permette sempre a tutti di dire che fino ad allora, in fondo, non si saprà come siano andate davvero le cose; e poi arriverà santa prescrizione....

D'Alema e Consorte sullo sfondo a Porta a PortaD'Alema e Consorte sullo sfondo a Porta a Porta

Il Corriere riesce a non mettere in prima pagina il nome di Caltagirone: notevole. Considerano Consorte più importante di Caltagirone. Il Fatto Quotidiano perlomeno evidenzia nel titolo che tutti costoro hanno operato violando le regole.
La Stampa riprende in maniera evidente la chiave di lettura di Dagobankomat, circa la rilevanza della sentenza per i pochi tuttora in auge ed in carica, come Francesco Gaetano Caltgirone e Carlo Cimbri di Unipol. E dà in proposito ampio conto delle annunciate dimissioni di Caltagirone dalla vice presidenza Montepaschi.

CARLO CIMBRICARLO CIMBRI

Vari giornali, ben informati e per tempo, sottolineano comunque che l'Ing.Caltagirone ha già deciso di autosospendersi dalla vice presidenza della banca senese, senza peraltro permettersi di rilasciare a nostro danno le spassose interviste o far trapelare i penosi commenti che altri VIP hanno ritenuto di fare.

Chapeau. L'avevamo scritto ieri sera, ce lo auguravamo e forse lo aspettavamo, adesso vedremo i fatti in concreto. Certo, sono solo sfumature di stile, abilità di pubbliche relazioni che non cancellano per ora i gravi fatti di reato sentenziati a Milano in primo grado. Ma non tutti lo fanno, va riconosciuto.

MF e il Sole danno molto spazio alle tesi difensive di Fazio. Osvaldo de Paolini in particolare su MF dedica alla vicenda un appassionato corsivo che parla di sentenza appiattita sulle tesi dei PM. La tesi interessante e un po' divertente di De Paolini è che l'aggiotaggio in fondo è un reato tecnico molto opinabile per sua natura, e sin qui non ha tutti i torti; ma poi prosegue ricordando che per cose simili a Torino hanno assolto Exor. Appunto, verrebbe da dire... Se per difendere Fazio invochiamo il rigore comportamentale sui mercati degli Agnelli, forse è meglio cercare altri appoggi dialettici.

NEWS dalema consorte coverNEWS dalema consorte coverANTONIO FAZIOANTONIO FAZIO

Anche la tesi per cui sarebbe assurdo assolvere Francesco Frasca - già assolto per le vicende Antonveneta, dove Antonio Fazio invece è già stato condannato - e condannare di nuovo l'ex Governatore, è una tesi strana. Hanno lo stesso Avvocato in questo processo, Fazio e Frasca, ed anche questo è interessante.

Nessuno ancora ha letto le motivazioni della sentenza, forse però al Governatore si imputano telefonate e comportamenti meno rigorosi e pesantemente "ausiliari" alle manovre dei finanzieri condannati. Al punto da esserne un regista. Mentre del capo della Vigilanza di allora evidentemente al Tribunale non risulta provato un altrettanto darsi da fare a favore della Lodi, di Unipol e compagnia varia.

A chi operava nel mondo bancario di allora - chieda MF ad Angelo De Mattia, già braccio destro di Antonio Fazio - risulta per contro che fin dai tempi di Vincenzo Desario il rigore della Vigilanza non era esattamente quello di Antonio Fazio, che coltivava purtroppo rapporti diretti, spesso opachi, con vari banchieri non esattamente al di sopra di ogni sospetto, mandando spesso a vuoto i tentativi di Desario di essere davvero rigorosi ed imparziali.

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Antonio Fazio, si capisce da tutti i quotidiani, fa capire che non capisce (l'avevamo capito). Cerchi di capire: San Tommaso noi che abbiamo fatto il liceo classico e non ragioneria l'abbiamo letto e studiato ma non ci siamo mai premurati di farlo sapere agli italiani né ritenuti per questo degli intellettuali cattolici. Si dia anche lui una regolata di umiltà.

Giovanni Consorte, altro grande protagonista di quella stagione, ieri invece ha subito lanciato sibillini segnali di fumo da Radio 24 e ovunque, come Dago riportato già ieri sera .

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Il Sole 24 Ore stamattina scrive invece che Giovanni Consorte è sereno. Qualcuno per cortesia può dirgli che all'italiano medio di lui Consorte, dei suoi affari, del suo stile di lavoro e dei suoi segnali di fumo agli alleati di allora e di oggi che ritiene ingiustamente ancora coperti non gliene frega nulla? Stia a casa e cambi modo di gestire gli affari.

Questa è l'unica lezione che gli suggeriamo di prendersi dalla sentenza di ieri. Attendiamo anche le pronte dimissioni di Cimbri da Amministratore delegato Unipol. Bersani ci dica, conosce il mondo delle cooperative? Ne ha un'opinione?

La Repubblica osserva che i Giudici non hanno confiscato il provento dei reati, osservazione intelligente. Eppure sono centinaia i milioni guadagnati rivendendo bene a banche amiche le azioni BNL.
Arrivederci fra un mesetto, motivazioni della sentenza alla mano.

 

 

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