RASSEGNATI STAMPA - A RENZIE RISCHIA DI COSTARE MOLTO CARO IL TENTATIVO DI APPROVARE UNA NORMA “SALVA BERLUSCONI” A POCHI GIORNI DALLE VOTAZIONI PER IL QUIRINALE – CACCIARI: “IL RISCHIO DI UNA GUERRA CIVILE IN EUROPA”

Il premier spaccone ha tentato di chiudere l’imbarazzante faccenda dicendo provocatoriamente che “la manina” è la sua, ma il non aver voluto fare chiarezza sulla dinamica dei fatti ha serrato le fila dei nemici del Patto del Nazareno…

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Il premier spaccone ha tentato di chiudere l’imbarazzante faccenda dicendo provocatoriamente che “la manina” è la sua, ma il non aver voluto fare chiarezza sulla dinamica dei fatti ha serrato le fila dei nemici del Patto del Nazareno.

matteo renzi al quirinale matteo renzi al quirinale

 

Ieri la minoranza del Pd ha chiesto, in Senato, che Renzi riferisca in Parlamento su quanto è successo in Consiglio dei ministri, rifiutando di considerare chiuso l’incidente. E dai banchi di Lega, Sel, Forza Italia e Cinque Stelle salivano gli applausi. Sembravano le prove generali dello scontro sul Quirinale.

 

E nel giorno in cui Bersani ricandida ufficialmente Romano Prodi, che non dispiace neppure ai fittiani, si vede con chiarezza quanto è stato grave l’errore del “salva Berlusconi”. Il ministro Boschi ieri si è affrettato a dire che Renzi non andrà in Senato a spiegare alcunché, ma si tratta di un secondo errore. Il premier è l’unico che può chiudere la faccenda ammettendo un errore, indicandone i colpevoli e togliendo al Patto del Nazareno questa patina di arroganza che rischia di imbastardire ulteriormente la partita per il Colle.  

artisti per charlie hebdo 5 artisti per charlie hebdo 5

 

 

2. SCONTRO DI INCIVILTÀ

Anche oggi i principali quotidiani dedicano decine di pagine alla strage di “Charlie”. Le novità di cronaca sono queste: “Avvistati e braccati da 88 mila agenti. Ma i due fratelli sfuggono ancora. I killer si nasconderebbero nelle campagne della Piccardia, sette parenti in stato di fermo. Si è costituito il diciottenne, ma ha un alibi: era a scuola. Said Kouachi sarebbe stato addestrato dai qaedisti in Yemen” (Corriere, p. 2).

 

Sul fronte delle idee, che è il più delicato vista la sensazione di impotenza e confusione che attraversa l’Occidente, prosegue il confronto tra chi parla di scontro di civiltà e “guerra” e chi invece invita a separare i terroristi dal grosso dell’Islam. Sul Corriere, lo storico americano Eugene Rogan avverte: “Se in Europa vincesse la logica dei deboli, che per difendersi abusano della forza, cadremmo nella trappola dei terroristi di Parigi, i quali vorrebbero estremizzare lo scontro tra Occidente e Islam” (p. 9). Spazio anche al leader della Lega Nord, che ha parole dure: “Salvini critica Farnesina e Papa: ‘Siamo in guerra, no al dialogo. I migranti sono un problema” (p. 13).

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Repubblica usa il termine “guerra” nei titoli (p. 2), ma intervista Massimo Cacciari che avverte: “Vedo un rischio terribile e concreto. Il rischio di una guerra civile in Europa. Dobbiamo tenere presente che nel 2050 la metà della popolazione del nostro continente sarà di origine extracomunitaria, quindi è impensabile ritenerci in guerra, noi europei, contro l’altra parte, con il mondo islamico. Per questo dico che bisogna ragionare alla grande. Il problema è con chi” (p. 15). Spazio anche allo scrittore Daniel Pennac, che ricorda: “La Francia ha esportato il conflitto in paesi come Mali e Afghanistan, credendo che gli estremisti non avrebbero colpito. C’è un solo rimedio: combattere sempre violenza e intolleranza” (p. 16).

 

Sulla Stampa di Torino, il filosofo algerino Hamid Zanaz dice che è impossibile conciliare Corano e democrazia: “L’islam dei libri e l’islam come ideologia sono incompatibili con modernità e democrazia ma i musulmani possono integrarsi a patto di rileggere i testi sacri” (p. 8). Anche la Stampa usa il termine “guerra” nella titolazione (p. 11).

 

lo staff di charlie hebdo lo staff di charlie hebdo

Non va tanto per il sottile il Giornale, che confeziona una prima pagina choc: “I macellai islamici. Li abbiamo in casa. I fanatici che hanno addestrato i terroristi di Parigi frequentavano la moschea di Milano. E tra i musulmani italiani c’è chi giustifica la strage”. Dentro (p. 3) si racconta: “Dietro l’addestramento di Cherif e Said Kouachi una scia che va dall’Italia alla Tunisia. I capi del movimento jihadista che li ha reclutati frequentavano il centro di viale Jenner”. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti prende di mira anche parte della sinistra italiana: “L’unica paura della sinistra? Che vincano gli ‘islamofobi’. Dal Pd agli intellettuali progressisti il grande timore non è per la diffusione del radicalismo islamico, ma per la crescita di consensi della destra” (p. 8). Segue paginone intitolato: “Il Corano insegna a uccidere. Nei versetti istruzioni ai killer” (p. 13).

 

Il Messaggero dà spazio anche alle violenze contro la comunità islamica: “Bombe contro tre moschee, comunità islamica nel mirino. Dalle granate a Le Mans ai colpi di pistola a Montpellier: gli attacchi in meno di 10 ore. Nessun ferito ma sale la preoccupazione” (p. 3).

Daniele luttazzi Daniele luttazzi

 

Sul Cetriolo Quotidiano, Marco Travaglio apre il proverbiale archivio e ricorda il caso di Daniele Luttazzi, ostracizzato da tutte le tv da 13 anni: “Commovente questa appassionata difesa della libertà di satira da parte dei peggiori censori italioti. Gente che per vent’anni ha leccato politici e potenti di ogni colore, praticato e giustificato censure, chiesto e ottenuto la cancellazione di programmi in tv fino alla totale abolizione della satira dalla Rai, si lancia ora come scudo umano a protezione dei corpi ormai esanimi dei giornalisti e dei vignettisti di Charlie Hebdo, quindi a costo e rischio zero, difendendo il diritto-dovere della satira di attaccare chiunque” (p, 1). 

Daniele luttazzi Daniele luttazzi

 

 

3. ROMANZO QUIRINALE

Come detto, le polemiche sul “Salva Berlusconi” si saldano con la battaglia sul Colle. Corriere: “Il blitz della minoranza contro Renzi. E Bersani: sul Colle ripartiamo da Prodi. Mucchetti: ‘salva Berlusconi’, chiarisca. Tensione tra i dem. Legnini (Csm): norma errata” (p. 20). Poi, ecco i primi calcoli con il pallottoliere: “I conti del capo del governo sui franchi tiratori: sono al massimo 150. Dal quarto scrutinio non servirebbero più a nulla agli avversari. Secondo il premier in pochi giorni si abbasserà il polverone sul ‘salva Berlusconi’” (p. 22). Molto dipende anche dalla stampa.

 

Repubblica racconta la strategia di Renzie: “Il premier frena il toto-Colle e bacchetta la minoranza dem. ‘Serve un presidente per le riforme’. L’area dei fedelissimi di Renzi considera una ‘provocazione’ la proposta dell’ex leader” (Prodi, ndr). Ma Sandra Zampa, vicepresidente del Pd ed ex portavoce del Professore, conferma che è pienamente in partita: “Romano dice che non ci sta, ma per molti è un nome possibile” (pp. 18-19).

 

Logo movimento cinque stelle Logo movimento cinque stelle

La Stampa segnala un’ipotesi relativamente nuova: “Quirinale, l’ipotesi primarie riapre i giochi dentro il Pd. Renzi incerto se cavalcarle o scartarle. Il primo a realizzarle fu Moro” (p. 15). Ovviamente sarebbe primarie fra i grandi elettori.

 

Sul Cetriolo Quotidiano si tengono le Quirinarie online, che vedono Stefano Rodotà saldamente in testa con 7.571 voti, seguito da Ferdinando Imposimato con 3.688 consensi. In classifica compare anche Marco Travaglio, quindicesimo con 135 voti e l’asterisco “I giornalisti del Fatto Quotidiano non possono candidarsi al Quirinale” (p. 12).

 

 

4. ULTIME DA UN PARTITO UN PO’ “STANCHINO”

Sempre attivo l’ufficio espulsioni del Movimento Cinque Stelle: “Casaleggio fulmina la linea soft sui dissidenti, fuori i due senatori salvati. Il gruppo aveva congelato, a sorpresa, l’espulsione di Simeoni e Vacciano. Ieri il contrordine. Probabile lo stesso trattamento per il deputato Iannuzzi. E’ l’ennesimo caso in cui il vertice del movimento sconfessa la scelta di un organismo assembleare. Altri tre eletti di Palazzo Madama dati in uscita: sarebbero Montevecchi, Fucksia e Molinari” (Repubblica, p. 20).

 

 

rosalba piccinni silvio berlusconi 6 rosalba piccinni silvio berlusconi 6

5. IL RITORNO DEL CAINANO

Il Messaggero semina il panico: “Berlusconi: mi ricandido a Palazzo Chigi. L’ex Cavaliere vuole bruciare i tempi confidando nel contestato decreto fiscale che lo renderebbe di nuovo eleggibile: ‘Renzi lo farà’. ‘Il patto del Nazareno è in super salute’, garantisce il capo di Forza Italia: ‘Con me in campo si vincono anche le regionali” (p. 13).

 

 

6. AFFARI DI FAMIGLIA

Il Cetriolo Quotidiano non molla l’osso sul paparino del premier e racconta: “Lo Stato paga i debiti ma Chil di papà Renzi non aveva i requisiti. L’azienda non comunicò il trasferimento di sede a Genova per non perdere la copertura di Fidi Toscana” (p. 14).

 

 

7. DROGA MONETARIA

Mario Draghi Mario Draghi

A Super Mario Draghi basta semplicemente aprire bocca e ripetere quello che tutti sanno per galvanizzare le borse. “Bce pronta ad agire, Milano su del 3,7%. Draghi: tra le misure c’è l’acquisto dei titoli di Stato. Prime aperture di Berlino sul debito greco. Francoforte: sì ai prestiti per Atene ma serve l’accordo. L’euro scende sotto quota 1,18 sul dollaro. Il differenziale tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è tornato a scendere a 133 punti” (Corriere, p. 18).

 

Repubblica, con un pezzo di servizio, spiega “chi vince e chi perde con la deflazione”. “Prezzi in caduta e mutui più pesanti. La tendenza è rinviare gli acquisti alimentando un pericoloso circolo vizioso. Gli unici a guadagnare sono i creditori o chi ha in banca una forte liquidità” (p. 31).

 

SANTANDER SANTANDER

 

8. SALVATORE SPAGNOLO PER IL MONTE DEI PACCHI?

Dopo averlo affossato rifilandogli Antonveneta, sarà il Santander a salvare il povero Monte dei Paschi? La Borsa ci conta. Corriere: “L’aumento Santander mette le ali a Mps. Operazione da 7,5 miliardi. Siena guadagna il 12%. La banca spagnola: non ci interessa. L’istituto iberico punterebbe al Novo Banco nato sulle ceneri di Espirito Santu” (p. 42).

 

 

9. ADDIO ALLA CONSOB

“Terremoto al vertice della Consob. Lascia Caputi, direttore generale voluto da Vegas. ‘Ragioni personali’. E il governo accelera sul riassetto della Commissione” (Stampa, p. 22). Per la nomina di Caputi e per altre nomine effettuate in Consob, il presidente Vegas è indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Roma.

 

 

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