RATTO CAPITALE - GIGI PROIETTI: “DOBBIAMO SMETTERLA DI CONTINUARE DI DARCI ADDOSSO DA SOLI, A ROMA I TOPI CI SONO SEMPRE STATI, NON DIPENDONO DA QUESTA GIUNTA – POI PARLA DEL NUOVO SPETTACOLO E DEL TEATRO ELISABETTIANO A VILLA BORGHESE: "COSÌ TUTTI I SORCI SI METTONO A SENTIRE L'”AMLETO…” - VIDEO

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Fulvia Caprara per la Stampa

 

gigi proietti gigi proietti

Ai tempi di Skakespeare, sorride Gigi Proietti, di topi ce n’erano un sacco. Pure di più di quelli che oggi assediano la capitale. Il legame tra i due argomenti non è frutto di voli pindarici, ma di una realtà viva e combattuta con cui l’artista si confronta da tempo. Il 22 giugno, con «Troppu traffici ppi nenti», adattamento di Andrea Camilleri e regia di Giuseppe Dipasquale, prende il via la stagione 2017 del «Silvano Toti Globe Theatre», l’unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003, nel cuore verde di Roma, a Villa Borghese. Un incanto di cultura e di bellezza, nella città alle prese con una delle sue fasi più tormentate. 

 

 

Il «Globe» è una sua creatura preziosa. Ed è sempre importante proporre Skakespeare a generazioni vecchie e nuove. Anche se la città affonda nei rifiuti. Perchè?  

«Perchè così tutti i sorci si mettono a sentire l’”Amleto”...scherzo, i sorci non dipendono da questa giunta. Sa che cosa succedeva ai tempi del grande sindaco Ernesto Nathan? Tra le voci di spesa del Comune ce n’era una chiamata “trippa”. Erano i soldi necessari per acquistare la trippa destinata ai gatti che dovevano dare la caccia ai topi, anche se certi gatti davanti alle pantegane scappano. E’ da allora che è nato il famoso detto “non c’è trippa per gatti”». 

PROIETTI PROIETTI

 

Adesso la voce di spesa non c’è più, e i topi abbondano.  

«Non ho una soluzione al problema, ma credo si crei un circolo vizioso, meno “monnezza” e meno topi. Bisogna far convergere i provvedimenti. E poi ora c’è la novità dei gabbiani». 

 

Quelli ai tempi di Nathan non c’erano, giusto?  

«No, però ho notato che si vedono anche in molte altre città. Comunque che Roma non stia messa bene è chiaro». 

 

Secondo lei che cosa bisognerebbe fare prima di tutto?  

«Smetterla di continuare a darci addosso da soli. Ci vuole più partecipazione, più spirito d’iniziativa, e così forse qualcosa potrebbe migliorare. Bisogna anche tenere presenti le dimensioni della capitale». 

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In che senso?  

«Roma ha bisogno di un’organizzazione strutturale diversa, se uno va a Parigi lo capisce subito. Le circoscrizioni hanno un potere reale, ben distribuito. E’ quello che sarebbe utile fare anche qui. Per esempio, Ostia è considerata un quartiere di Roma, ma è popolata come alcune città d’Italia, e così l’Eur e altre zone. E’ logico che, in questo modo, tutto diventi più complicato». 

 

Eppure, anche in questo quadro, il teatro resta importante, giusto?  

«Stavolta abbiamo saputo per tempo che avremmo avuto la possibilità di mettere in scena gli spettacoli, sette in tutto, sempre allo stesso prezzo, nonostante aumentino le spese. Il teatro è un’idrovora, non finisce mai...Però offre anche lavoro. Al Globe, per 4-5 mesi, sono impegnate 110 persone e tra queste ci sono circa 18 tecnici fissi». 

PROIETTI BAGLIONI PROIETTI BAGLIONI

 

Del cartellone fa parte anche un appuntamento di cui è protagonista assoluto.  

«Sì, a grande richiesta, torno in veste di attore con “Edmund Kean” di Raymond FitzSimons. L’assistente alla regia è Loredana Scaramella. In scena c’è un uomo solo, nel suo camerino, che beve, si trucca, e si interroga sulle parole di Skakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. Si chiama Edmund Kean, grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato da pubblico e critica». 

 

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Nel frattempo lei sta anche facendo cinema.  

«Sì, recito nel nuovo film di Alessandro Gassmann, faccio suo padre, un uomo che sta per ricevere un Nobel per la letteratura e che si ritrova in viaggio insieme ai propri figli, con cui non ha mai avuto un rapporto particolarmente affettuoso». 

 

C’è uno spunto autobiografico?  

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«Questo bisogna chiederlo a Gassmann, comunque sì, vagamente forse c’è. E’ una commedia, con venature malinconiche. Un film “on the road”, dobbiamo raggiungere Stoccolma e quindi il percorso è bello lungo. Del cast fanno parte anche Anna Foglietta e Rocco Papaleo. Lavoriamo molto bene, anche se, naturalmente, è un impegno faticoso. E poi fa un freddo...Per proteggermi, sul set, mi sono messo di tutto, pure l’ovatta». 

 

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