IL RISVEGLIO (AMARO) DI DZEKO - NEANCHE IL TEMPO DI FESTEGGIARE LA DOPPIETTA AL SASSUOLO CHE I LADRI GLI SVALIGIANO LA VILLA: RUBATI SOLDI E BORSE - 10 GOL IN 10 PARTITE: IN EUROPA NESSUNO SEGNA COME IL BOMBER BOSNIACO - -

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1. L' ORO DI DZEKO

Guglielmo Buccheri per “la Stampa”

 

Di Edin Dzeko si sono dette molte cose e, molte, si sono rivelate sbagliate. Primo affondo: non ha la forza per tradurre in cattiveria agonistica il peso di un fisico da attaccante così come l' enciclopedia del pallone racconta. Secondo: se unisse la qualità nel tocco e nella partecipazione alla manovra alla mira sotto porta sarebbe fra i numeri uno al mondo, ma non lo fa.

 

Tutto vero. Fino al risveglio. Oggi, Dzeko va a segno come quel Re Leone Batistuta che guidò la Roma alla vittoria dell' ultimo scudetto giallorosso quindici anni fa: dieci centri in campionato dopo 10 sfide e tetto (momentaneo) nella classifica dei marcatori. Roma ha abbandonato le prese in giro perché sta cominciando a credere alla storia di un trentenne bosniaco che, mai, ha fallito al secondo assalto. In crescita Wolfsburg e, poi, Manchester.

dzeko gol foto mezzelani gmt017 dzeko gol foto mezzelani gmt017

 

In Bundesliga se lo ricordano - stagione 2008/09 - in coppia con il brasiliano Grafite: mai la Germania aveva avuto un tandem tanto prolifico, mai il Wolfsburg aveva vinto il campionato nella sua storia.

 

Dzeko, 26 reti in 32 partite in quella cavalcata magica con la maglia verde addosso, solo l' anno prima era il gigante anemico e spaesato per stampa e tifosi tedeschi (solo 8 gol in 28 presenze). Dal Wolfsburg al City, primi sei mesi di sole critiche alla luce dei due sigilli su ventuno gare in Premier League, secondo tentativo finito in gloria (il titolo nell' altra metà di Manchester mancava da 44 anni) con una gioia personale ogni 180 minuti. «È vero, le cose facili non mi piacciono...», ripete Dzeko.

 

E lo ripeteva, a se stesso e alla società giallorossa, anche la scorsa estate, nelle ore in cui a Trigoria bussavano club cinesi, ma anche gli stessi inglesi offrendogli più dei 4,5 milioni di euro che Edin guadagna alla Roma. «Voglio rimanere e far ricredere i tifosi. Voglio respirare di nuovo l' aria del mio sbarco a Fiumicino: tremila in festa per il mio arrivo qua...», era il suo ritornello.

 

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Il ricordo dei fischi Di Dzeko si sono dette molte cose e, molte, sembravano esatte almeno nel momento in cui venivano dette. Difficile era credere ai propri occhi quando, ad esempio, il bosniaco che amava Shevchenko si divorava reti a porta vuota come nella sfida all' Olimpico contro il Palermo un anno fa: dalle tribune venivano giù fischi in serie e la serie A cominciava ad interrogarsi sul valore di un giocatore capace di realizzare solo 8 gol al termine della sua prima stagione.

 

Dzeko ha chiesto alla Roma di rifiutare ogni forma di offerta (sorte capitata anche ad uno dei suoi mentori ai tempi del City, quel Mancini che lo avrebbe voluto all' Inter) perché, lui, il ragazzo che ha vissuto sotto le bombe parte dell' infanzia nei Balcani, ce l' avrebbe fatta. Il resto lo ha creato Spalletti, il tecnico di un gruppo che guarda a Dzeko con la convinzione che il limite non è raggiunto.

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Oggi, in Europa, nessuno segna come il lungo attaccante bosniaco. Non Messi e Suarez, fermi a quota 7 così come il bomber di Conte al Chelsea Diego Costa, non Cavani a 9 centri in Ligue 1. Edin rispetta le regole, lo ha sempre fatto: attorno a lui c' è una piazza che non smette di leggerne la carriera e le tappe d' oro. Tutte al secondo tentativo, Bundesliga o Premier.

 

 

DZEKO: PRIMA IL GOL, POI I LADRI

Mirko Polisano per “Il Messaggero - Roma”

 

IL CASO Svaligiata la casa del calciatore della Roma Edin Deko. I ladri hanno fatto irruzione nella sua villa di Casal Palocco alle prime luci di ieri mattina. Il giocatore giallorosso non ha avuto neanche il tempo di esultare per la doppietta segnata ai danni del Sassuolo che il dopo-trasferta in Emilia Romagna si è trasformato nel giro di poche ore in un incubo. «Ho visto delle ombre, sembravano degli uomini incappucciati», ha raccontato la compagna del bosniaco ai carabinieri di Ostia che ora nel massimo riserbo conducono le indagini.

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LA RICOSTRUZIONE Secondo una prima ricostruzione fatta dai militari, i malviventi si sono introdotti nell' abitazione dopo aver scavalcato il muro di cinta e attraversato una porta finestra. Erano le quattro e trenta di mattina. La donna era sola in casa a quell' ora. Il raid è durato solo pochi minuti. Il tempo di rubare i soldi in contanti e due borse griffate appartenenti alla fidanzata del calciatore. Gli sconosciuti hanno arraffato ciò che hanno trovato nella immediata disponibilità. Stando agli elementi in mano agli inquirenti, sarebbe stata la presenza di lady Deko a mettere in fuga i ladri.

 

Al vaglio degli investigatori, però, ci sono alcuni particolari che tingono di giallo i contorni della vicenda. A partire dal mancato funzionamento del sistema d' allarme. La donna infatti avrebbe raccontato ai carabinieri di averlo azionato prima di andare a dormire ma in realtà l' antifurto non è mai scattato.

 

Gli uomini del 112 non escludono che possa esserci stato anche un sabotaggio all' impianto. Circostanza che farebbe ipotizzare che ad agire sia stata una gang specializzata in furti in villa e non principianti improvvisati.

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L' IDENTIKIT Qualcuno spiava le abitudini del calciatore e della sua fidanzata?

A questo interrogativo stanno cercando di rispondere adesso i carabinieri. Nella serata di mercoledì non era certo un segreto che il giocatore giallorosso fosse impegnato con la squadra nella partita di campionato contro il Sassuolo e forse per questo i ladri hanno aspettato il momento giusto per poter colpire.

 

Hanno approfittato dell' assenza di Deko e hanno scelto di fare irruzione quando in casa c' era solo la giovane. I carabinieri sono partiti dalla testimonianza della compagna del calciatore e da una bozza di identikit con poche caratteristiche. I due uomini raffigurati, infatti, indossavano un berretto per coprire gli occhi e il volto.

 

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L'unico indizio utile riguarda i tratti somatici molto marcati in uno dei due. Molto probabilmente potrebbe trattarsi di persone dell' est-Europa che dopo aver acciuffato il bottino si sono date alla fuga, perdendosi tra il dedalo di strade che fa di Casal Palocco quasi un labirinto. I malviventi non hanno neanche cercato la cassaforte nè hanno effettuato effrazioni. Ad infittire il mistero, c' è poi anche il caso delle telecamere della videosorveglianza. Da quanto trapela dalle indagini, il circuito non sembra aver ripreso nulla. Come se ci fosse stato un black-out.

 

LE INDAGINI I rilievi scientifici non hanno dato al momento alcun riscontro. Sono state isolate delle impronte che dovranno essere incrociate con quelle presenti nei database delle forze dell' ordine. Non ci sono stati segni di manomissione della serratura, né vetri danneggiati.

 

Con tutta probabilità, i malviventi sono entrati attraverso la porta-finestra, ricorrendo all' uso di un frammento di radiografia o a una tessera di plastica. Non è la prima volta che a Casal Palocco vengono prese di mira case vip da parte dei ladri.

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Tra i casi più recenti il colpo nella villa Nainggolan lo scorso aprile e, ancora prima, i furti in casa di Gervinho a Natale del 2014 e in quella di Doumbia a Nuova Palocco a giugno dello scorso anno.

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