1. ROCCO SIFFREDI SVELA A “VANITY FAIR” IL LATO OSCURO DELL’ESSERE UN PORNODIVO
2. “SUL SET STO CON CINQUE DONNE, E' IL MIO LAVORO. TORNO A CASA E SENTO CHE QUALCOSA DI SBAGLIATO NEI CONFRONTI DI MIA MOGLIE L’HO FATTO. OGNI VOLTA CHE RIENTRO DOPO AVER GIRATO UNA SCENA, ROSZA CERCA I MIEI OCCHI E MI SFORZO DI CAPIRE SE MI HA PERDONATO”
3. “MIO PADRE NON AVEVA NESSUNA AMBIZIONE A PARTE LA FIGA. MIA MADRE STAVA PER ENTRARE IN COMA, E LUI FLIRTAVA CON LA SIGNORA DEL LETTO VICINO. MENTRE ERO ALL’”ISOLA DEI FAMOSI” HO DETTO: “BASTA, SMETTO”. MA HO AVUTO UNA RICADUTA. AVEVO UNA VOGLIA TERRIBILE DI TRASGREDIRE. QUANDO QUALCOSA TI MANCA, LA TUA MENTE VA FUORI CONTROLLO E TI IMMAGINI ANCHE QUELLO CHE NON FARESTI MAI, DALLA BISESSUALITÀ ALL’OMOSESSUALITÀ" 4. "A VOLTE MI SVEGLIO DI NOTTE IN UN BAGNO DI SUDORE. CREDO SIA QUELLO CHE PROVA UN TOSSICO QUANDO GLI TOGLI LA DROGA. LA PORNOGRAFIA E' UN MESTIERE MALEDETTO"

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Enrica Brocardo per “Vanity Fair”

 

A Budapest, sebbene sia estate, è una giornata autunnale. Le fotografie al bordo della piscina che Rocco Siffredi ha fatto costruire di fronte ai nuovi studi sono state scattate sotto la pioggia, quasi al tramonto. È tardi, sono quasi le 11 di sera, quando iniziamo l’intervista. Alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori, verrà presentato Rocco, un documentario sulla sua vita, dalla carriera di pornostar alla famiglia, la moglie Rosza e i figli Lorenzo, 20 anni, e Leonardo, 16.

 

ROCCO SIFFREDI ROCCO SIFFREDI

Si apre con una scena del suo rientro dall’Isola dei famosi (la decima edizione, nel 2015) ma, in realtà, era stato girato un anno prima. «Hanno dovuto rimandare l’uscita proprio per via del reality». Siamo a casa sua, una bella villa nel verde. L’ufficio accanto alla palestra è pieno di gadget bizzarri. «Dentro sono rimasto un ragazzino. Ho 52 anni ma mi devo concentrare per ricordarmene. Nel fisico, però, li sento. Il mio corpo non sta più al passo con la testa. L’attività fisica mi aiuta anche contro una sorta di depressione. Non sono mai stato da un medico, non ho mai preso psicofarmaci. Da buon abruzzese, testa dura, mi sono sempre detto: “Ce la devi fare da solo”.

ROCCO SIFFREDI ROCCO SIFFREDI

 

Tutto è cominciato con la nascita del mio primo figlio, Lorenzo. Di notte mi svegliavo, avevo paura che soffocasse nel sonno: “È il regalo più bello che hai avuto dalla vita, non puoi perderlo così”». La confessione «Il sesso mi ha “preso” fin da bambino, e non mi ha più mollato. Quando è morta mia madre, venticinque anni fa, sono andato a trovare la sua amica. Mi abbraccia, io piango. Mi stringe, io piango. Ha un abito nero un po’ scollato.

Leonardo Siffredi Leonardo Siffredi

 

All’improvviso il mio corpo è partito. È durato tutto pochi secondi, seguiti da un senso di vergogna enorme. Quando la scopri troppo, la sessualità diventa difficile da gestire. Molte persone la vivono intensamente solo in certe fasi, fino a che la loro vita diventa molto complicata e allora dimenticano, reprimono. Del sesso abbiamo così tanto bisogno per sentirci bene che sentiamo di dovercene disfare il più presto possibile. Ci infastidisce. A Ortona, dove sono nato, alla terza ragazza con cui andavi eri già un poco di buono, uno da evitare.

 

E da lì che parto e arrivo al porno: “Al diavolo tutti. Mi scopo il mondo”. Hai un’energia sessuale che vuole esplodere ogni due minuti ma la tua natura non la puoi cambiare: sei un bravo ragazzo, pieno di valori. La mia vita è stato il tentativo costante di mettere insieme quello che mi hanno insegnato, quello che dentro di me penso sia giusto o sbagliato, e quello che ho deciso di fare nella vita.

ROCCO SIFFREDI ROCCO SIFFREDI

 

Sul set sto con cinque donne, è il mio lavoro, torno a casa e sento che qualcosa di sbagliato nei confronti di mia moglie l’ho fatto. Conosco persone che fanno sesso fuori dal matrimonio e non hanno sensi di colpa. Io sono in perenne conflitto con me stesso. Ogni volta che rientro dopo aver girato una scena, Rosza cerca i miei occhi. E ogni volta mi sforzo di capire, nel suo sguardo, se mi ha perdonato o no. Come se mi confessassi. Come da bambino, quando hai bisogno che tua madre ti guardi e ti dica: “È tutto a posto”».

 

DAL VIVO È UN’ALTRA COSA

«Eravamo cinque fratelli e una sorella. Io ero il penultimo. Siamo rimasti in cinque. Mio fratello è morto a 12 anni, soffocato, soffriva di crisi epilettiche. Avevo sei anni, insieme al più piccolo, di tre, eravamo gli unici ancora a casa, gli altri già lavoravano. Mia madre era sempre stata il vero pilastro della famiglia, verso di lei ho sempre provato un amore sfrenato. Ho subito la sua follia perché, da quel giorno, non si è più ripresa. Mio padre era un uomo buono, gentile, ma inesistente.

ROCCO SIFFREDI ROCCO SIFFREDI

 

Non aveva nessuna ambizione a parte la figa. Faceva il cantoniere e il suo capo lo rimproverava spesso perché s’infilava in ogni casa con la scusa del bicchiere d’acqua, del caffè, sperando di trovare una donna sola. Mia madre era gelosa e ne ha sofferto fino all’ultimo. È morta di cirrosi per un’epatite mai diagnosticata. Stava per entrare in coma, e lui flirtava con la signora del letto vicino. Mi disse: “Caccialo fuori, non ce la faccio più”.

 

rocco siffredi matteo montanari pour m le magazine du monde rocco siffredi matteo montanari pour m le magazine du monde

È l’ultima immagine che ho di loro insieme. Nel 1993, mio padre venne a Cannes per gli Hot d’Or, gli Oscar del porno. Arriva che stiamo girando un film, io sono dietro la macchina da presa, entra, vede questa donna nuda con tre uomini, non mi saluta neppure, si butta nel mezzo, “piacere Gennaro”, poi viene da me e mi dice, in dialetto: “Certo che dal vivo è proprio un’altra cosa”. Di sesso a casa nostra non si era mai parlato ma, a un certo punto, cominciò a raccontarmi le sue avventure con una disinvoltura che metteva me in soggezione.

rocco siffredi con la moglie rosza a cannes rocco siffredi con la moglie rosza a cannes

 

Mi considerava un esperto. Mi spiegava delle anziane con cui ci aveva provato ai giardinetti, di quella che si era portato in stanza. Tutto, nei dettagli. “Ma perché me lo racconti? Sono pur sempre tuo figlio”. È morto cinque anni fa e, ancora oggi, mi auguro di non fare la stessa fine. Mia mamma se n’era andata da un giorno e lui era già alla ricerca di una donna. Andava a trovare le vedove dei suoi amici che ancora stavano piangendo il defunto. Percepivano la sua disperazione e lo respingevano. È vissuto da solo gli ultimi vent’anni. È morto solo».

 

rocco siffredi con la moglie rosza a cannes rocco siffredi con la moglie rosza a cannes

MESTIERE MALEDETTO

«Molti pensano che il porno sia tutto figa e belle donne che fanno tutto ciò che vuoi. Non è proprio così. A volte ti chiedono di fare delle cose che non ti piacciono. In tanti non ce la fanno, parecchi si sono ammazzati. Ero sul set quando è successo: tre volte, ma accade molto più spesso. La pornografia è un mestiere maledetto. Io ho una mia etica, sui miei set non trovi persone obbligate a fare nulla, però con altri succede.

 

C’è chi ti chiama per proporti un lavoro soft, arrivi e ti trovi davanti tutt’altro. O ti va bene o ti buttano fuori e non ti pagano. Come si fanno a girare certe scene estreme? Ti fanno un’epidurale, non senti dolore, niente, poi arrivi a casa e sei lacerata. Non riesci ad avere un’erezione per ore? Tre iniezioni di Caverject e il problema è risolto. E Internet ha peggiorato la situazione, c’è una richiesta enorme di cose assurde, un sesso che nessuno farebbe, ma che però molti vogliono vedere».

siffredi late night 9 siffredi late night 9

 

UN BAGNO DI SUDORE

«Alla fine del documentario si vedono le scelte di un film di John Stagliano, l’ultimo che ho girato da attore, due anni fa. Da tempo avevo nella testa l’idea di smettere. La prima volta l’ho deciso a quarant’anni. Non volevo rinnegare il passato, però desideravo che i miei figli crescessero sapendo che il loro papà era stato un attore porno ma non lo era più. Ho ricominciato perché andavo a mignotte tutto il tempo: donne, trans, vecchie. Mi sono capitate un sacco di situazioni assurde, qualcuna che mi riconosceva, altre che mi dicevano: “Con un cazzo del genere dovresti fare l’attore porno”. Gente che aveva presente il mio nome ma non la mia faccia e faceva battute tipo: “Potresti fare concorrenza a Siffredi”.

rocco siffredi e figli rocco siffredi e figli

 

All’Isola dei famosi, tutte le notti ho guardato in alto, il cielo. Fino ad allora i miei occhi avevano puntato sempre davanti. Mentre ero là ho detto: “Basta, smetto”. Pensavo che quell’esperienza mi avesse purificato e, in un certo senso, è così. Ma è vero anche che ho avuto una ricaduta terribile. Questa volta non sono andato a cercare sesso in giro ma sono stato molto male. Avevo una voglia terribile di trasgredire, di tornare in quel mondo. Che non è per forza la pornografia, o avere l’amante. È tutto insieme. Quando qualcosa ti manca così tanto, la tua mente va fuori controllo e ti immagini anche quello che non faresti mai, dalla bisessualità all’omosessualità al farti massacrare.

 

ROCCO SIFFREDI CON MOANA POZZI ROCCO SIFFREDI CON MOANA POZZI

È come se la sessualità nel suo insieme, anche quella che non fa parte di me, mi prendesse e mi sballottasse e non ci capisco più niente. A volte mi sveglio in piena notte in un bagno di sudore. Credo sia un po’ quello che prova un tossicodipendente quando gli togli la droga. Ho amici cocainomani, dicono sempre: “Smetto quando voglio”.

 

Poi li vedi rovinati. Il sesso è la mia droga. Mi ha aiutato a superare tutti i problemi: il dolore per la perdita di mia madre, una lite a casa, qualunque cosa. Quando giro una scena sto bene. Non lo so se smetto sul serio. La voglia di rimettermi davanti alla macchina da presa, da attore, c’è. Forte. Ne ho già parlato con mia moglie. So di poter contare sulla comprensione sua e dei miei figli».

 

ANGELI & DEMONI

ROCCO SIFFREDI CON LA MOGLIE ROSA E I FIGLI ROCCO SIFFREDI CON LA MOGLIE ROSA E I FIGLI

«Da quando è nato Lorenzo, Rosza non mi ha mai dato motivi per pensare che le dia fastidio quello che faccio, eppure ancora oggi penso che un po’ ci soffra. Su un set non si tratta solo di tirarlo fuori e dire: “Baby, adesso ti faccio divertire”. Devo tranquillizzare l’attrice con la quale lavorerò, e come ci riesco? Facendole capire che sono un essere umano. Ogni tanto ho l’impressione che se abbraccio una donna, se le faccio una carezza, un complimento, a mia moglie dia fastidio. Una volta ha dovuto ammetterlo: “Non puoi evitarlo?”.

ROCCO SIFFREDI CON LA MOGLIE ROSA ROCCO SIFFREDI CON LA MOGLIE ROSA

 

Sa che è lavoro. Mi ha visto fare sesso con attrici con le quali avevo appena litigato, o che non mi piacevano per niente. Tutto questo lo sa. Eppure io lo sento che non è vero che non gliene importa nulla. Non me lo dice anche per aiutare me. La mia famiglia mi dà un equilibrio che altrimenti non avrei, ma è anche all’origine dei miei conflitti. Ho provato a convincere Rosza a fare la pornostar, ad andare a letto con altri uomini. Mi diceva: “Non mi piacciono”. Non è come me, è per questo che mi sono innamorato di lei. Ma non sarei così pieno di sensi di colpa se non fossi sposato, o se mia moglie fosse una che scopa in giro. Ciò che mi rende felice mi tormenta.

 

rocco siffredi e rose avn awards 2016 5 rocco siffredi e rose avn awards 2016 5

Non ho paura che vada con tre uomini, ho paura che non mi guardi più allo stesso modo. E che se deciderà di fare sesso con altri, quello sguardo su di me non sarà più lo stesso, perché se lo ha fatto vuol dire che di me non gliene importa più nulla. Se venisse fuori che mi ha tradito e non me l’ha detto non me la prenderei. Penserei: “Forse ha avuto paura di rompere un equilibrio”. La mia vita è fatta di angeli che mi portano in alto e di demoni che mi risbattono giù, che mi dicono: “Devi soffrire”.

 

Ma mi sono anche chiesto: “Senza quella parte di me che a volte odio e vorrei reprimere, sarei quello che sono? È possibile che ciò che mi fa stare male mi abbia anche dato tutto quello che ho?”. Il mio dolore interiore mi ha reso un attore porno migliore. Sono stato uno dei primi a far vedere il rapporto fra sofferenza e sesso. Positivo e negativo, piacere e dolore. Una matassa che non si può sciogliere. È la mia vita».

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