STREGATI – ECCO LA CINQUINA: IN TESTA C'È SCURATI, IL TOTO CUTUGNO DEL PREMIO (“SONO RECIDIVO, E’ LA TERZA VOLTA CHE ENTRO NELLA CINQUINA”) – MISSIROLI ENTRA PAPA ED ESCE CARDINALE: ORA E’ TERZO DIETRO LA SORPRESA CIBRARIO CON IL SUO ROMANZO STORICO SUL RISORGIMENTO - PER LA BATTAGLIA FINALE, IL 4 LUGLIO AL NINFEO DI VILLA GIULIA, SI PROSPETTA UN DERBY ALL'INTERNO DEL...

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Emilia Costantini per il “Corriere della sera”

 

Non più l' affollata Casa Bellonci, quest' anno in ristrutturazione: la votazione per eleggere i cinque finalisti del Premio Strega 2019 (73ª edizione) è avvenuta ieri sera al Tempio di Adriano, in piazza di Pietra, nel cuore di Roma. In cinquina sono entrati Antonio Scurati con M. Il figlio del secolo (Bompiani), 312 voti; Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori), 203 voti; Marco Missiroli con Fedeltà (Einaudi), 189 voti, che si era già aggiudicato l' altro ieri lo Strega Giovani; Claudia Durastanti con La straniera (La nave di Teseo), 162 voti; Nadia Terranova con Addio fantasmi (Einaudi Stile libero), 159 voti.

 

Per la battaglia finale, il 4 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, si prospetta dunque non tanto la battaglia tra i due libri Einaudi (una sorta di derby Torino-Roma, tra Einaudi ed Einaudi Stile libero), ma soprattutto all' interno dell' intero Gruppo Mondadori, cui appartengono i marchi Einaudi e Mondadori. Bisognerà ora vedere se il voto finale convergerà sul libro, tra i tre, che ha ottenuto più preferenze.

 

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«Sono recidivo, è la terza volta - commenta Scurati - che entro in cinquina. Ad approfondire Mussolini ho lavorato 5 anni, ho iniziato in tempi non sospetti. C' è bisogno di capire fino in fondo il fascismo. All' inizio Mussolini era privo di idee e strategie e aveva un' unica meta: il potere. Questo libro è solo il primo di una trilogia che va da San Sepolcro a piazzale Loreto». Anche il libro di Cibrario è un romanzo storico. «È ambientato nell' Ottocento - spiega - e approfondisce la nascita dell' Italia che siamo oggi. All' epoca nacque la prima classe borghese che si affacciò alla politica. Il Risorgimento ci ha portato a ciò che siamo adesso».

 

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Cibrario si dice anche felice per il risultato delle donne, che già nella dozzina erano sette: «D' altronde - osserva - per scrivere ci vuole pazienza e le donne ne hanno molta». «Per me - dice Missiroli - è la prima volta allo Strega. Questo Premio è un mondo di storia, miti, leggende ma finché non sei dentro non lo capisci. Già dai dodici semifinalisti era emersa un' Italia culturale molto buona». «Ho raccontato la storia della mia famiglia - spiega Durastanti - con due genitori affetti da sordità. Quando l' ha letto mia madre, pittrice, ha detto che era una bella storia inventata; invece era sulla sua vita. I miei genitori mi hanno insegnato l' anarchia. È stato come crescere tra alieni, perciò difendo sempre l' estraneità». «Non pensavo - confessa Terranova - di arrivare qui. Il mio è un libro alla ricerca della sepoltura di un padre. Ho perso il mio a 11 anni, ma il romanzo non è autobiografico». Anche lei nota: «È molto eccitante che ci siano tante donne».

 

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Oltre a Cibrario, Durastanti, Terranova, nella dozzina erano entrate Paola Cereda con Quella metà di noi (Perrone), Eleonora Marangoni con Lux (Neri Pozza), Cristina Marconi con Città irreale (Ponte alle Grazie), Marina Mander con L' età straniera (Marsilio) e, tra gli uomini, Mauro Covacich con Di chi è questo cuore (La nave di Teseo), Valerio Aiolli con Nero ananas (Voland), Pier Paolo Giannubilo con Il risolutore (Rizzoli). L' anno scorso la tendenza a una maggiore presenza femminile era forse stata favorita dal #MeToo. Ma quell' eco è ora più distante e dunque la presenza femminile è apparsa ancora più significativa. Spiegazione? Per Paolo Ambrosini, presidente dell' Associazione librai italiani (Ali), «le donne sono lettrici forti, così come spettatrici di teatro: non c' è da stupirsi se, essendo loro a frequentare maggiormente le librerie, siano soprattutto loro, poi, a cimentarsi nella scrittura».

 

Benedetta Cibrario Benedetta Cibrario

Un aspetto peculiare di questa edizione è stata la doppia presenza in dozzina per Einaudi (confermata anche nella cinquina) e per La nave di Teseo. E abbastanza sorprendente era stata la dichiarazione di Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Bellonci, il giorno dell' annuncio della dozzina, il 17 marzo scorso: «Dei 57 titoli proposti saranno stati una trentina quelli forti. Molti non erano adeguati».

 

Nella dozzina che invece aveva passato il vaglio era emersa da un lato l' attenzione alla storia (confermata dal risultato di Scurati e Cibrario), dall' altro quella per la biografia e l' autobiografia (confermata dal risultato di Durastanti). Il libro di Aiolli, inoltre, si concentra sugli anni di piombo.

 

Romanzo biografico è Il risolutore di Giannubilo (Rizzoli), dedicato a Gian Ruggero Manzoni, scrittore e pittore, pronipote del grande romanziere. Tendente all' autobiografia la proposta di Covacich.

Comunque alla fine deciderà il mercato: la fascetta dello Strega è garanzia di vendita, ma occorre non deludere gli acquirenti.

Giovanni Solimine Giovanni Solimine

 

Rodrigo Dias, presidente della Scuola librai dell' Ali, commenta: «È drasticamente calato il bacino di utenza. Si legge meno non solo per questioni economiche, ma perché il trionfo dei social ha calamitato l' attenzione. Però la nostra Scuola continua ad avere una buona affluenza. Il 4 luglio si terrà alla Treccani la cerimonia di chiusura del tredicesimo anno del corso».

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