LA CANNES DEI GIUSTI - DOPO L’ATTENTATO DI MANCHESTER IL FESTIVAL DIVENTA SOTTO SCORTA E AD ALTA SORVEGLIANZA. E ARRIVANO DUE FILM ITALIANI CHE PROPRIO DALLO STATO DI GUERRA PARTONO: ‘L’INTRUSA’ DI LEONARDO DI COSTANZO, ACCOLTO BENISSIMO, E ‘DOPO LA GUERRA’ DI ANNARITA ZAMBRANO, INTERESSANTE MA CUPO - DIMOSTRANO CHE LE POCHE VIE PRATICABILI PER IL NOSTRO CINEMA…

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Marco Giusti per Dagospia

 

leonardo di costanzo leonardo di costanzo

Cannes settimo giorno. Tempo di guerra per il cinema italiano a Cannes. Mentre, dopo l'attentato di Manchester, si sono ulteriormente inaspriti i gia' pesanti controlli, e quello che si vive e' un festival sotto scorta a alta sorveglianza, il cinema italiano si presenta con due film che proprio dallo stato di guerra partono. L'intrusa, accolto benissimo alla Quinzaine, opera seconda di Leonardo Di Costanzo, ci parla del disastro della popolazione civile coinvolta nella guerra di camorra e degli angeli, delle associazioni di volontariato che cercano di portare aiuto agli innocenti.

 

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Dopo la guerra, a Un Certain Regard, opera prima di Annarita Zambrano, si occupa invece dei figli dei terroristi italiani emigrati in Francia negli anni 80.I film italiani sono stati accolti molto bene a Cannes e dimostrano che le poche vie praticabili per il nostro cinema passano attraverso un rinnovamento capace di dribblare i soliti meccanismi produttivi, e quindi autoprodursi o passare per l'estero, e capace di riorganizzare le proprie idee da progetti fortemente legati allo studio attento della realta'.

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I casi di A ciambra di Jonas Carpignano o di Cuori puri, ma anche di Jeeg Robot o Veloce come il vento sono piuttosto esemplari. Se vuoi far qualcosa non puoi improvvisare e devi partire da uno studio accurato di quello che vuoi fare e di come lo vuoi fare. E del territorio che vuoi raccontare.  E' il caso anche di L'intrusa, che nasce dalla ricerca che Di Costanzo e il suo sceneggiatore Maurizio Braucci hanno fatto delle associazioni di volontariato che operano in territori di camorra. Giovanna, interpretata dalla ballerina Raffaella Giordano, e' una sorte di eroina che cerca di risolvere problemi che di solito sono irrisolvibili.

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Anche perche' si ritrova a trattare con le moglie e i figli degli assassini di camorra, come Maria, intrusa all'interno di una comunita' di vittime. Fuori dall'ottica cattolica, ma dentro all'ottica rosselliniana, Di Costanzo si muove con molta attenzione e alto senso morale in un racconto difficile da affrontare un po' per tutti che non ha nulla della spettacolarita' della mafia televisiva. Accolto benissimo anche dalla critica francese,

 

L'intrusa porta avanti con rigore il discorso iniziato da Di Costanzo qualche tempo fa con L'intervallo, presentato a Venezia.

 

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Piu' scolastico, ma ugualmente interessante come storia e' l'opera prima di Annarita Zambrano, Dopo la guerra, che ci riporta al 2002 dell'omicidio Biagi e del ritorno della lotta armata che coincise con la decisione del governo francese di togliere la protezione territoriale ai terroristi italiani. E' il caso di Marco Lamberti, interpretato da Giuseppe Battiston, che vive da vent'anni in Francia, si e' rifatto una vita, ha una figlia sedicenne che e' francese e totalmente lontana dai problemi italiani.

 

L'omicidio di un professore d'economia, legato alle legge sul lavoro, riapre il suo caso non solo nell'opinione pubblica, ma anche legalmente. Lamberti sa che se tornera' in Italia finira' in galera e rimanendo in Francia dovra' essere estradato ugualmente in Italia. Non gli resta che il Sudamerica. E' un problema per la giovane figlia, ma e' un problema anche per la famiglia italiana. Per la sorella, Barbora Bobulova, sposata con un giudice in carriera, e per la vecchia madre, Elisabetta Piccolomini.

dopo la guerra dopo la guerra

 

Il film, un'opera prima di una giovane studiosa di cinema e regista che da anni vive in Francia, e' interessante, ma gli nuoce una certa cupezza, con silenzi infiniti, e una messa in scena pulita, ma senza vitalita'. Nello stesso giorno, a Un Certain Regard, passava un'altra opera prima francese, Jeune Fille ( Montparnasse-Bienvenue‎) scritto e diretto da Leonor Serraile, freschissimo racconto liberatorio di una donna di trentun’anni, Paula, che e' passato dalla vita in famiglia a un rapporto decennale col suo professore.

 

dopo la guerra dopo la guerra

Trovandosi improvvisamente sola, con una gatta, per le strade di Montparnasse, Paula si reinventa una vita e da jeune femme senza identità' che era trovera' un mondo ancora da scoprire e persone da conoscere. Diventera' amica di una ragazza lesbica, e forse qualcosa di piu', babysitter, impiegata, si fidanzera' con un bel ragazzo nero che lavora con lei. Curioso, divertente, con qualche potenziale pure al botteghino e con una esplosiva protagonista con gli occhi di colori diversi. Grandissimi applausi in sala.

annalisa zambrano annalisa zambrano

 

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