TRAVAGLIO: “LA DOPPIA RETATA DI IERI PORTA BUONE NOTIZIE. L’ITALIA È SEMPRE PIÙ UNITA ATTORNO ALL’UNICA INDUSTRIA CHE TIRA: IL CRIMINE! - POI A DISPETTO DEI SOLITI RITARDI ALL’ITALIANA, STAVOLTA LE TANGENTI SONO ARRIVATE IN ANTICIPO”

“Unica brutta notizia: manca il ricambio generazionale nella classe tangentizia. Possibile che, all’alba del 2014, sia ancora tutto in mano agli attempati Scajola, Matacena, Berlusconi, Greganti, Previti, Gianni Letta, Frigerio, Guarischi, Bisignani, Danesi e Grillo (nel senso di Luigi)?”…

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Marco Travaglio per "il Fatto Quotidiano"

A dispetto dei disfattisti, dei rosiconi e dei gufi sempre pronti a denigrare l'Italia, la doppia retata di ieri ha portato un sacco di buone notizie.

claudio santamaria isabella ferrari marco travaglioclaudio santamaria isabella ferrari marco travaglio

1) Il Paese è più unito che mai, da Milano a Reggio Calabria, attorno all'unica industria che ancora tira: il crimine, più o meno organizzato.

2) Con buona pace delle malelingue, sempre pronte a denunciare i gravi ritardi di Expo 2015, le tangenti e gli appalti truccati sono addirittura in anticipo, quindi tutto bene: prima o poi si faranno anche i lavori, anche perché chi ha sganciato le mazzette ha il sacrosanto diritto di essere pagato.

3) Non era vero, come sostenevano i giudici calunniatori, che Scajola fosse innocente: semplicemente, era sbagliato il reato. Mentre tutti si lasciavano distrarre da quei quattro spicci pagati a sua insaputa per la casa con vista Colosseo, lui faceva scappare all'estero un amico condannato per 'ndrangheta. E pensare che B., appena saputo dell'assoluzione, ci era rimasto male e l'aveva levato dalle liste di Forza Italia, in quanto incensurato e dunque impresentabile, per non perdere voti. Neppure Alfano l'aveva voluto nel Ncd, il che è tutto dire.

ISABELLA FERRARI CON MARCO TRAVAGLIO FOTO ANDREA ARRIGAISABELLA FERRARI CON MARCO TRAVAGLIO FOTO ANDREA ARRIGA

Ora che Sciaboletta è tornato al gabbio, al prossimo giro lo ricandidano di sicuro. A meno che non si faccia di nuovo assolvere, si capisce, rovinandosi irrimediabilmente l'immagine: ci mancherebbe pure che fosse un'altra volta innocente. A tante buone notizie fa purtroppo da contrappunto una nota stonata: l'endemica mancanza di ricambio nelle classi tangentizie. La solita gerontocrazia non si rassegna alla pensione e continua a monopolizzare il mercato della mazzetta, tarpando le ali a tanti giovani che non vedono l'ora di farsi valere, con tecniche ben più avanzate e innovative.

Possibile che, all'alba del 2014, sia ancora tutto in mano agli attempati Scajola, Matacena, Berlusconi, Greganti, Previti, Gianni Letta, Frigerio, Guarischi, Bisignani, Danesi e Grillo (nel senso di Luigi), per citare soltanto alcuni dei nomi usciti dalle carte delle due retate?

CLAUDIO SCAJOLACLAUDIO SCAJOLA

Questa puzza di déjà vu, questo sferragliare di cateteri, dentiere e cinti erniari, questo eterno ritorno dei revenants non fa bene all'immagine della nuova Italia. Più che la rottamazione e la rivoluzione, viene in mente il triste Vent'anni dopo di Alexandre Dumas, con D'Artagnan e i tre moschettieri invecchiati, imbolsiti e divisi alle prese con Mazarino al posto di Richelieu e di Luigi XIV al posto di Luigi XIII.

O, più credibilmente, L'audace colpo dei soliti ignoti, sequel del mitico film di Monicelli, con la banda del buco che torna a colpire con gli stessi, catastrofici risultati. Scajola era finito in galera per la prima volta nel 1983, alla tenera età di 35 anni, per lo scandalo del casinò di Sanremo, e anche allora c'entrava la mafia. Ma nemmeno allora era riuscito a farsi condannare: e ora indovina chi viene a Matacena? Sempre lui, a 66 anni.

CLAUDIO SCAJOLA CON MASSIMO NICOLUCCICLAUDIO SCAJOLA CON MASSIMO NICOLUCCI

Attorno a Expo 2015 si udiva un gran fragore di ganasce fin dal primo giorno, quando Formigoni garantì "massima trasparenza" e piazzò a vigilare sugli appalti il generale Mori e il capitano De Donno, quelli della trattativa con Vito Ciancimino. L'arrivo di Lupi (Compagnia delle opere) e Poletti (coop rosse) nel governo Renzi, ministri rispettivamente delle Infrastrutture e del Lavoro, aiutò a comprendere meglio il tutto. Massimo Guarischi è nato appena nel 1963, ma è un enfant prodige: conobbe per la prima volta le patrie galere già nel 2000. Poi ci tornò nel 2013. Ora non c'è il due senza il tre.

AMEDEO E CHIARA MATACENAAMEDEO E CHIARA MATACENA

Previti doveva finire dentro nel 1999, ma lo salvò il centrosinistra. Però fu solo un rinvio: nel 2006 raggiunse Rebibbia per scontare 7 anni e mezzo per corruzione giudiziaria, ma uscì tre giorni dopo grazie al solito centrosinistra (indulto). Gianstefano Frigerio lo fece arrestare Di Pietro nel '92 e poi nel '93. Prendeva tangenti su tutto, anche da Paolo Berlusconi, infatti scriveva sul Giornale. Fu condannato a 6 anni e la sentenza lo colse nel 2001 alla Camera, dov'era stato appena eletto deputato con FI, candidato in Puglia e col nome cambiato ("Carlo") per non dare troppo nell'occhio.

SILVIO BERLUSCONI CLAUDIO SCAJOLASILVIO BERLUSCONI CLAUDIO SCAJOLA

Poi ottenne un ricalcolo della pena e i servizi sociali, da scontare a Montecitorio. Ultimamente lavorava al Ppe, a Bruxelles, e guidava un centro studi sull'arte del furto con scasso, dedicato all'incolpevole Tommaso Moro. Ieri è tornato nel suo habitat naturale, così come Primo Greganti.

Il faccendiere del Pci-Pds torinese (il partito dei Fassino e dei Chiamparino) fu arrestato la prima volta nel '93: era già molto trasversale, pappa e ciccia col faccendiere Fininvest Brancher. Tre volte pregiudicato, dopo i servizi sociali ottenne la tessera del Pd. E rieccolo attivissimo alla festa nazionale del Pd nel 2010 e nell'attuale campagna elettorale per il Chiampa governatore del Piemonte. Bisignani e Danesi furono beccati la prima volta nel 1981, nelle liste della P2, assieme a B. e a tanti altri.

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Bisi tornò nei guai nel '93 per la maxi-tangente Enimont, Danesi nel '96 per i malaffari delle Ffss, ri-Bisi nel 2012 per la P4. Gianni Letta lo scoprì Gherardo Colombo nel 1982 con in tasca un miliardo di fondi neri dell'Iri in tasca e lo riscoprì Di Pietro nel '92 con in bocca una mazzetta al socialdemocratico Cariglia.

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Luigi Grillo fu indagato nel '94, poi assolto, poi reindagato nel 2009 con gli amici Fazio & furbetti del quartierino, poi riassolto: chissà se stavolta ce la fa. Enrico Maltauro, costruttore veneto, patteggiò per tangenti nel '94, poi tornò in pista. Come tutti, come sempre. Ha ragione Napolitano: è giunta l'ora di sanare una volta per tutte la piaga del sovraffollamento delle carceri.

dario frigeriodario frigerioLA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA

 

BISIGNANIBISIGNANIMASSIMO GIANLUCA GUARISCHIMASSIMO GIANLUCA GUARISCHI

 

 

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